Quattro anni per arrivare alla costruzione della prima centrale nucleare. A partire da metà febbraio 2010. E’ entro febbraio, infatti che dovrà essere pubblicato il decreto per la selezione dei siti, le procedure per le autorizzazioni, le misure compensative per le popolazioni che ospiteranno le centrali. Una «bozza riservata», al momento allo studio del comitato di esperti nominato dal governo e degli uffici dei ministeri interessati sta circolando in questi giorni e sarà ulteriormente messa a punto, si dice, entro metà settembre.

Si lavora a ritmo accelerato per conciliare il rispetto dei tempi di realizzazione e la sicurezza, su una materia estremamente complessa e altamente sensibile. Il decreto si occupa dell’intera catena nucleare: aree, siti, impianti, depositi e smantellamento delle future centrali (affidato a Sogin) quando arriveranno a fine vita. E’ previsto, a questo, scopo un fondo apposito a carico degli operatori che gestiranno le centrali. E contempla tutte le ipotesi: sia quella del consenso delle popolazioni da verificare in apposite conferenze e consultazioni pubbliche; sia quella del non-consenso, con autorizzazione rilasciata su decreto del Presidente della Repubblica, dopo il pronunciamento del consiglio dei ministri. C’è persino l’ipotesi dell’«abbandono del programma nucleare per scelta politica» in caso di cambi di maggioranza e di dietrofront, con indennizzi per gli operatori.
Aree e siti. Dove nasceranno le 8-10 centrali del nuovo programma nucleare italiano? Sicuramente vicino a fiumi o, più facilmente vicino al mare per utilizzare l’acqua di raffreddamento, anche in zone appartenenti al demanio militare. Il «facile accesso alle risorse idriche» non è l’unico criterio. Si considereranno le aree già individuate in passato per la nascita di impianti nucleari. E poi quelle «con adeguata capacità di collegamento alla rete elettrica nazionale». Un primo elenco preliminare di aree sarà pubblicato dal Ministero dello Sviluppo economico entro 15 giorni dall’entrata in vigore del decreto (ma, a quanto si dice, è già stato individuato). Su aree e siti si pronunciano l’Agenzia per la sicurezza nucleare e la Conferenza unificata Stato-Regioni-Comuni. Acquisiti i pareri positivi, il ministero approva. Ma se le Regioni puntano i piedi? Si tenta una conciliazione con il Comitato interistituzionale. E se non ci si riesce? Si passa al Dpr, dopo la delibera del consiglio dei ministri allargato alle Regioni interessate, su proposta di tre ministeri: Sviluppo, Ambiente, Infrastrutture. I siti li propongono gli operatori nelle aree a loro assegnate.Per le procedure su aree e siti sono previsti 23 mesi.

Costruzione ed esercizio. E’ la parte più lunga e complessa. Per ottenere l’autorizzazione unica gli operatori devono superare un esame estremamente articolato che viene affidato all’Agenzia nucleare e che include la Via e la notifica alla Ue per il parere della Commissione. Anche in questo caso, è previsto il ricorso al comitato interistituzionale e, in ultima istanza, al Dpr. Con l’autorizzazione unica impianti e i siti diventano «di interesse strategico nazionale e soggette a speciali forme di vigilanza e protezione». Qui si parla di 27 mesi complessivi per le procedure.

Bonus alle popolazioni
. La bozza di decreto assegna un bonus a chi abita nelle zone che ospitano centrali nucleari. Lo pagheranno gli operatori. Si ragiona su un “x” a kw di potenza, finché è in corso la costruzione dell’impianto, che diventerà un “x” a kilowattora quando entrerà in funzione. Il bonus dovrà servire allo «sviluppo economico e sociale della zona», includendo il rimborso della bolletta elettrica e investimenti finalizzati al risparmio energetico. Inoltre un contributo sarà destinato agli enti locali e ripartito per il 60% al Comune dove ha sede la centrale e per il restante 40% ai Comuni limitrofi per realizzare infrastrutture e migliorare l’ambiente. Nel testo si precisa però che sulle misure compensative è opportuna un’approfondita disussione in vista della legge delega e che quindi i bonus proposti vanno considerati come un’esposizione illustrativa.

Rifiuti radioattivi
. La gestione dei rifiuti e del combustibile nucleare è a carico dell’operatore titolare dell’autorizzazione. Per gli impianti di fabbricazione del combustibile nucleare valgono le stesse procedure che per i siti e la costruzione delle centrali.

Il Messaggero - Barbara Corrao