I testi di “Aspettando Giovanni” sono infatti il frutto di un processo di scrittura scenica collettiva a cui hanno partecipato attivamente tutti i componenti del gruppo. Il punto di partenza è stata la riflessione sul concetto di periferia, sulla storia della zona 167 anche grazie al contributo del materiale di ricerca concesso dall'associazione Le Ali di Pandora.

L'obiettivo è stato quello di sviluppare un nuovo modo di intendere la periferia che è parte integrante della mappa cittadina, che non è cornice ma è anch'essa centro, rete di relazioni umane e di luoghi dove lo scambio di storie, pensieri e proposte ha il potere di far rinascere gli spazi.

Il lavoro è confluito in un intenso processo di lavoro sulle proprie periferie esistenziali, su quelle zone della nostra mente che meno conosciamo. Zone d'ombra dove preferiamo segregare tutto ciò che di noi non accettiamo. Attraverso le dinamiche sviluppate durante il laboratorio i partecipanti hanno potuto riscoprire l'importanza di andare nelle proprie periferie, di prendersi il tempo per esplorarle e comprenderle. Passeggiando metaforicamente dentro questo spazio ai margini, centro e periferia si sono riscoperte come parti di un'unica entità. 

Sinossi

Aspettando Giovanni è la storia di un gruppo di abitanti del quartiere 167 di Lecce, eternamente schiavi delle loro personali attese, che si intrattengono in conversazioni di speranza e di sconforto mentre aspettano che un tale Giovanni tenga fede all'appuntamento. 

Giovanni è l'attesa di qualcosa che non c'è, è la mancanza, la vita che gira eternamente in tondo, il desiderio, il sogno chiuso nel cassetto, la voglia di rivalsa, il ricordo, il tempo che scivola via, la sposa che aspetta davanti ad un altare immaginario.

L'attesa di questi personaggi è pulsione al movimento e allo stesso tempo immobilità, la testa che vola via lontano e i piedi che restano ancorati al terreno. Aspettare è la loro condizione di vita, il vuoto dei giorni che trascorrono sempre uguali è colmato in maniera illusoria con conversazioni, elaborazioni di presunte soluzioni che non portano ad una conclusione.

Tutto gira costantemente in tondo, le parole e le immagini di questo spettacolo costringono a fare i conti con quel totale smarrimento in cui spesso precipitiamo e nel quale ci riconosciamo. Eppure, nonostante tutto, continuiamo a desiderare e a sperare.

Regia e drammaturgia Chiara D'Ostuni

Aiuto regia Marilù Calsolaro

Di e con Maria Carrapa, Francesco Casaburi, Giorgina Elia, Gabriella Luperto,

Vera Vaglio Massa, Miriam Minerba, Lucia Paladini, Patrizia Sticchi, Gabriella Taurisano.

 

Il progetto “Km 0. Mai più 167”

A km 0 - La storia Le tre porzioni del quartiere Stadio: San Sabino, San Giovanni Battista, San Massimiliano Kolbe

167 B. Le Vele. Vita e testimonianza di due generazioni

 

La storia è magister vitae, è una raccolta estremamente vasta di precedenti. Permette di capire “chi siamo, cosa vogliamo, dove vogliamo andare” spiegando i fatti, le cause e le conseguenze, insegna i valori, aiuta a comprendere il presente e a costruire il futuro. La storia di un paese, di una città, di un luogo ha importanza per capire chi siamo, da dove veniamo: per costruire l'identità di ognuno di noi; analizzare, verificare, comprendere; prendere consapevolezza della propria identità partendo dal contesto in cui siamo cresciuti, ci siamo formati. La storia si basa su documenti, su testimonianze dirette di chi ha vissuto. La storia si scrive con la gente.

Il progetto “Km 0. Mai più 167” si propone di cancellare il numero identificativo che li contraddistingue dando identità agli abitanti.  La nostra associazione da anni ha portato il Centro nella periferia con eventi culturali e insistendo sui laboratori all'interno dello spazio a noi assegnato dal Comune di Lecce cercando di colmare la diffidenza da parte dei nostri concittadini mostrando nella sua vera realtà detta periferia: ricca di verde, di piste ciclabili, di parchi, con ampi parcheggi e affatto pericolosa. è un passo in avanti verso

Dal 2017 abbiamo dato vita ad un gruppo di studio e di ricerca che si è occupato di ricostruire la storia del Quartiere San Giovanni Battista dando voce agli abitanti, grazie anche alla disponibilità del Parroco Don Gerardo Ippolito che ci ha permesso di consultare gli archivi fotografici della parrocchia e metterci in contatto con gli abitanti, così abbiamo potuto stilare una breve storia del Quartiere e realizzare un Video.

Nel 2018 la nostra associazione ha dato vita al laboratorio di teatro Partecipato con Chiara D'Ostuni, regista e drammaturga, si è convenuto che Sguardi di Periferia fosse un coronamento al progetto, “Aspettando Giovanni” è il risultato.

Ingresso libero

Info: Tel. 339.5607242

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