Una squadra, tra il Parlamento e l’assise di via Capruzzi, più che sufficiente per radicare nelle sei province la nuova creatura «autonoma » da Berlusconi cui sta pensando il co-fondatore del Pdl. Sull’altro fronte, però, non sono pochini. C’è il senatore e coordinatore regionale Pdl Francesco Amoruso, il senatore brindisino Michele Saccomanno e l’eurode putato Sergio Silvestris. Tra i consiglieri regionali, oltre al ri-eletto tarantino Pietro Lospinuso, si annoverano tra i gasparriani Maurizio Friolo e Domi Lanzillotta. Due schieramenti, tra le fila degli ex An, dai quali si mantiene più o meno equidistante Nino Marmo. 

{affiliatetextads 1,,_plugin}«Strappi» o possibili cambi di «casacca» da un fronte all’altro non sono da escludere. E sono ipotizzabili anche in Basilicata, dove tra i finiani si annoverano i parlamentari Egidio Digilio (vice-coordinatore del Pdl regionale) e Donato Lamorte, insieme ai consiglieri regionali Michele Napoli e Mario Venezia. Nell’ assise regionale, invece, si mantiene fuori dalle cordate Romeo Sarra mentre è pronto, in caso di scissione, a restare nel Pdl berlusconiano Giovanni Rosa, vicino a Gasparri. 

Le tensioni, sinora rimaste sottaciute, potrebbero esplodere a breve e i finiani sono pronti a fare la loro parte. «Spero che si ricomponga tutto, che i leader capiscano - dice Francesco Divella - che è meglio per tutti tenere unito il Pdl. Ma se si dovesse prendere la strada di un’autonomia da Berlusconi, io seguirò Fini». Per il re della pasta il problema sta tutto nella ristrutturazione del partito. «In tante aziende c’è una quota di maggioranza al 70% ed una di minoranza al 30%. Ma non è che quella di minoranza - sbotta - non ha voce in capitolo. Per questo mi piacerebbe che il Pdl si mantenga compatto, ma se costretto sarò coerente con 40 anni di vita politica passato con Fini. Finiano ero e finiano resto». 

Gli fa eco Donato Lamorte, memoria storica di An e nel 2008 eletto in Basilicata: «Indubbiamente c'è un malessere dentro il gruppo del Pdl, a noi ci siamo sempre comportati disciplinatamente ad ogni votazione. Non abbiamo mai fatto mancare la nostra presenza. Abbiamo bisogno di un partito non sbilanciato. Non vedo una continuità, nel Pdl si vive alla giornata - avverte - e gli organi direttivi non sono mai stati convocati, escluso il cosiddetto triumvirato. Non vedo un progetto, basta guardare lo statuto e si capisce che è totalmente disatteso».

di BEPI MARTELLOTTA - Lagazzettadelmezzogiorno.it