Così ha esordito nel colloqui, ai piedi della frana sul versante di Ariano Irpino, con cronisti e amministratori locali radunatisi questa mattina alle 10.30 allo scalo di Savignano. (SEGUE ALL'INTERNO, CON LE FOTO DI MARIANNA DE MITA)

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Giacca e pantalone nero, rinfrancato dalla breve vacanza appena conclusa, Vendola si è già messo al lavoro. E ha risposto a un allarme lanciatogli dalle istituzioni della sua Regione. “E' un paradosso che l'acqua diventi un problema. Una risorsa così importante si è trasformata in una bomba idrogeologica”. Durante la ricognizione, l'ingegner Pepe, uomo di fiducia di Bertolaso, che di fatto ha assunto i poteri, ha illustrato la situazione da un punto di vista tecnico (“La Protezione Civile ha portato i tubi a monte e iniziato la canalizzazione”, anche se la Protezione Civile ancora non ha cominciato a lavorare, ndr). Successivamente, ha risposto alle domande dei cronisti. “Stiamo giocando con l’ambiente e l’ambiente si ribella. Noi abbiamo lanciato ripetute segnalazioni a Bassolino, dunque siamo a posto con la coscienza”. A chi gli chiede se ci siano stati errori da parte della Campania, Vendola alza le spalle e sorride. “E’ normale che abbiano sbagliato, altrimenti non staremmo qui”. Capitolo camorra. Che cosa pensa della notizia di probabili infiltrazioni? “Le risposte dovranno arrivare dalle autorità. E’ chiaro che sarebbe un fatto gravissimo. Le opere in cantiere vanno impermeabilizzate, perché sono proprio le organizzazioni criminali a far saltare i lavori”. In merito al territorio: “Le popolazioni della zona sono periferiche, questo è un territorio cuscinetto che rischia di venire schiacciato. La situazione è molto complessa, ci sono troppi rischi. E’ importante saperlo, altrimenti si giudica con troppa leggerezza. A volte i lavori procedono a rilento anche a causa di avverse condizioni climatiche”.

Il brifing si sposta poi al campo base, dove i militari del colonnello Ezio Bottoni si sono accampati, nella zona P.i.p. di Montaguto. Qui ha avuto un colloquio privato con il colonnello e l’assessore regionale Fabiano Amati, cui non hanno potuto assistere i giornalisti. Dopo mezz’ora, la carovana di auto ha fatto tappa al Comune di Montaguto. Il presidente si mostra disponibilissimo, anche nel dialogo con i cittadini. Uomo prima che rappresentante delle istituzioni, Vendola ha ridato fiducia alla comunità. “Era importante esserci, toccare con mano la gravità della situazione. La Protezione Civile sta lavorando per una messa in sicurezza globale, la ferrovia non è una scelta esterna”, spiega all’interno della sala consiliare del municipio. “Non si può sistemare la strada per prima. Occorre comunque far ripartire il treno della vita civile”. Discorso, questo, che interessa particolarmente la Valle del Cervaro: “Sono scenari delicati – ammette Vendola –. I danni economici sono ingenti. Da parte nostra, abbiamo messo a disposizione le strutture della Protezione Civile della Regione Puglia, che ha ricevuto il primo premio per le pratiche di spegnimento incendi boschivi. E’ chiaro che i cittadini non debbano aspettarsi miracoli e sicuramente non basteranno le passerelle di belle parole. Oggi, però – conclude – è il momento di aprire il più grande cantiere della messa in sicurezza del territorio. Per quanto concerne l’isolamento del territorio, vedremo la legge cosa ci consentirà di fare”. Ribadita, in coda, la massima disponibilità del comune di Montaguto quanto a strutture, personale e mezzi.
Michele Pilla - Montaguto.com