“Dopo il voto – afferma Losappio - la coerenza e la dignità vorrebbe che non si cambiasse idea, che si mantenessero gli  impegni. Non è responsabilità di Palese se Brunetta è quello che è e se nel Consiglio dei ministri Fitto tace perché acconsente. Ma è nelle possibilità e nelle prerogative di ciascun consigliere confermare la propria posizione dissociandosi e criticando le scelte del Governo quando queste sono così orribilmente ingiuste verso il mondo del lavoro”.
“Per farlo – secondo il consigliere SeL - ci vuole un atto d’amore verso la propria gente ed anche la necessaria autonomia dalla parte politica quando questa la fa grossa. Qualità che evidentemente non albergano fra i consiglieri del centrodestra”.

{affiliatetextads 1,,_plugin}“Del resto – aggiunge - ci hanno abituato a giravolte da trapezio. Oggi, ad esempio, chiedono di ridurre i consiglieri a 50 e nel 2004, quando hanno imposto quei capolavori di statuto e di legge elettorale, hanno respinto un emendamento del sottoscritto e del consigliere Sannicandro che proponeva proprio un Consiglio di 50”.
“Ci hanno messo dunque sei anni per capire e cambiare idea. Ma i precari non possono aspettare tanto – conclude Losappio - dunque, si decidano e parlino.