Ad accorgersene sono stati i dirigenti della Selma Bipiemme, la società di Milano che ha acquistato quei palazzi cinque anni fa dalla Socoge e che ha stipulato con il Comune di Lecce un contratto di leasing con impegno, da parte dell’ente locale, a perfezionare l’acquisto dopo vent’anni. Nei giorni scorsi, il sindaco, Paolo Perrone, ha incontrato l’amministratore delegato di Selma, Bruno Lecchi, con il quale si è giunti a un primo accordo verbale di riconoscimento di nullità di quel contratto e di restituzione al Comune di Lecce delle rate fin qui versate alla Selma, che ammonterebbero a circa sette milioni di euro. Proprio nella settimana che comincia domani è programmato un secondo incontro per conoscere la posizione di Selma e definire i rapporti futuri, che potrebbero anche includere un nuovo contratto, ma questa volta di semplice affitto.

{affiliatetextads 1,,_plugin}I DOCUMENTI - E proprio in vista della chiusura dell’accordo, la Selma avrebbe richiesto la documentazione completa sugli edifici di via Brenta, ma una semplice istanza all’ufficio del Genio civile ha consentito di scoprire la magagna: quei documenti non ci sono o non si trovano più. Trattandosi di quella che il gip Ercole Aprile ha definito «la più colossale truffa ordita ai danni del Comune di Lecce», la scomparsa dei documenti non fa presagire nulla di buono. Ecco perché i finanzieri cercheranno di venire a capo della faccenda. Una copia dell’intera documentazione dovrebbe essere depositata negli uffici del Comune, ma rimane da capire la ragione della presunta sottrazione di quelle carte.

L’INCHIESTA - Va avanti, intanto, l’inchiesta del pm Imerio Tramis. Nei prossimi giorni sarà ascoltato per la terza volta Giuseppe Naccarelli, ex dirigente del Comune di Lecce, arrestato per truffa in concorso con Pietro Guagnano e Vincenzo Gallo il 20 ottobre scorso e considerato elemento chiave dell’intero affare dei due palazzi giudiziari.

(C) Corriere del Mezzogiorno