La politica ambientale è necessaria in una terra dove il turismo continua a tirare, che a dispetto dell’andamento negativo del paese, nel 2009 ha visto crescere del 4% gli arrivi dei turisti. Per questo siamo contro il nucleare, contro le piattaforme petrolifere che rischiano di deturpare il volto affascinante della nostra Puglia, oltre che a danneggiare irreversibilmente l’ambiente. Non si può pensare di dare le coste pugliesi in pasto a società petrolifere che pensano solo ai propri interessi e perdere di vista l’aspetto più importante: la valenza turistica della Puglia. Il ministero dell’ambiente ha già dato le autorizzazioni a procedere a prospezioni sismiche alla società londinese Northern petroleum, nel tratto costiero tra Bari sud e Monopoli, bypassando il parere della Regione Puglia che ha impugnato i provvedimenti di fronte al tar del Lazio.

Siamo anche contrari al nucleare, è stata approvata una legge regionale che ha suscitato l’ira del governo nazionale. Niente centrali nucleari sul territorio, senza intese. Se il problema è garantire l’efficienza energetica del territorio, senza dipendere da nessuno, perché non farlo sfruttando le energie rinnovabili che sono illimitate e pulite?

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Per quanto mi riguarda la più grande aspirazione sarebbe lasciar loro un lavoro che permetta di costruirsi un futuro e un posto pulito dove far crescere a loro volta i propri figli. Tanto è già stato fatto. In un periodo di crisi la Regione Puglia ha risposto con fatti, non con parole.
Il sostegno alla scuola violentata dal governo Berlusconi: 22 milioni di euro per mille precari che altrimenti sarebbero rimasti senza lavoro; il programma Bollenti spiriti: 120 milioni di euro a favore delle nuove generazioni; le misure anticrisi a favore delle imprese pugliesi: 13 avvisi per un totale di 714 milioni 720 mila euro; le politiche di contrasto al precariato che hanno garantito un posto di lavoro a 20mila lavoratori atipici in tutti i settori: ricordiamo gli ultimi interventi di stabilizzazione a favore di oltre mille irrigui e forestali e di 8mila lavoratori della sanità. Solo per citarne alcuni.

C’è ancora tanto da fare, e da fare nel migliore dei modi, per garantire un futuro alle nuove generazioni, per trattenere i cervelli e sviluppare talenti, c’è ancora tanto da fare per rilanciare l’economia pugliese puntando sulle specificità di un territorio che ha tanto da raccontare, ed è questo quello per cui voglio lottare, quello in cui credo, e che voglio realizzare con voi se me lo permetterete.

Vincenzo Divella