Otto deputati del PD e uno dell'IDV hanno presentato un emendamento che permette ai sindaci e ai presidenti di provincia di candidarsi alla presidenza della regione. Sembra quasi una legge ad personam fatta per Emiliano...
Non entro nel merito del problema, però si tratta effettivamente di una legge ad personam. In questo modo si dà un pessimo segnale e notiamo come la cultura berlusconiana abbia aperto una breccia spaventosa anche nelle viscere del PD. L'esercizio della funzione pubblica in alcuni passaggi delicati come quello relativo alla riforma della legge elettorale, anziché concentrarsi sulle forme più adeguate della rappresentanza sociale, scivola verso la logica del baratto, nella quale tutto, senza riserve, può diventare merce di scambio. L'affermazione del singolo prevarica l'affermazione dei principi comuni e la tutela delle aspettative personali soverchia la salvaguardia delle regole comuni. Tutto questo è molto triste, e mi rammarica particolarmente il fatto che la proposta sia partita dal PD. L'emendamento ancora non è stato votato e spero vivamente che non venga mai votato. La legge elettorale merita una mediazione di alto profilo, altrimenti è meglio lasciar perdere.

E cosa ne pensa del fuorionda di Emiliano?
Ancora non l'ho visto. La confusione che caratterizza l'azione di Emiliano sta finendo per contagiare tutto il PD, oltre ad esserne uno dei problemi politici più gravi. Ricordo a tutti che Emiliano faceva parte del rinnovamento della Primavera pugliese. Ora non sembra avere una linea politica, anzi continua a fare scelte contro se stesso. E temo per lui che pagherà a caro prezzo questa scelta.

{affiliatetextads 1,,_plugin}Ma il sindaco di Bari continua a negare l'ipotesi di una sua candidatura.
In tutte le sue interviste dà l'impressione di voler affermare ciò che nega, e questo è sgradevole e masochistico. Un vero leader parla una lingua sola.

Dunque la riconferma di Vendola è l'unica strada percorribile?
Certamente, ed è una scelta che ho argomentato politicamente. Ricandidando Vendola si difende un'esperienza di governo dotata di un grande valore politico, come ha riconosciuto il PD tutto. Partendo da questi presupposti, sulla conclusione è avvenuta una singolare inversione logica: l'esperienza è considerata eccellente ma Vendola non viene ricandidato alla presidenza.

Dopo la lettera di Blasi e la risposta di Vendola però siamo ad un'impasse. Qual è la via d'uscita?
Blasi ha il dovere di convocare l'assemblea regionale e riconoscerle la titolarità sovrana della decisione. Adesso l'assemblea deve decidere e fare chiarezza.

Secondo lei, è indispensabile dare vita ad una coalizione per vincere le prossime regionali?
La priorità adesso è dar vita ad una proposta politica che interpreti la domanda di cambiamento. Deve essere costruita una politica che possa incidere nella vita delle persone e nella trasformazione del territorio. Troppa politica finisce per essere soltanto gestione del potere. L'alleanza diventa uno strumento, ciò che conta è il fine. Si deve partire dai contenuti e dagli obiettivi politici, per poi passare alla ricerca dell'interprete ideale. Solo dopo si deve discutere di alleanza con tutte le forze in grado di appoggiare il progetto e il candidato. Così abbiamo fatto cinque anni fa e Vendola è stato l’interprete migliore di quel cambiamento. Oggi a partire da questo patrimonio possiamo discutere di alleanza con tutte le forze in grado di appoggiare il progetto e il candidato.

Cosa consiglia a Vendola per essere accettato da tutto il PD, da UDC e IDV?
Vendola ha già compiuto scelte coraggiose, come ad esempio la dichiarazione di disponibilità alle primarie di coalizione. Se nemmeno questo è sufficiente a rimuovere lo stallo attuale è legittimo supporre che le vere ragioni siano altre, magari inconfessabili. Forse si vuole bloccare l'azione di governo basata sul rigore, che Vendola continua a portare avanti tra mille difficoltà.

Si parla tanto di nomi ma poco di contenuti e progetti. Su quali contenuti Vendola può costruire una concreta convergenza con le altre forze politiche?
Vendola deve continuare ad essere il portavoce di una certa idea di politica, intesa come governo del cambiamento e non più come semplice gestione. Vendola deve proporre un nuovo “patto” per la Puglia che possa davvero cambiare e rivoluzionare radicalmente la nostra regione, continuando il percorso già intrapreso in questi anni, senza limitarsi a gestire l'esistente. Si deve partire da tre punti fondamentali: la legalità, la totale trasparenza degli atti e una forte tensione di etica pubblica. Il Mezzogiorno può cambiare solo se accoglie queste sfide e la politica, rispondendo a questi bisogni sociali diffusi, non tradisce i cittadini. Questo è il solco che ci separa dal centrodestra. Una nuova alleanza di governo, poi, deve trovare una reale convergenza su temi-chiave come l'acqua, il governo delle città, la sanità, la famiglia e lo sviluppo economico.

Se dovesse esportare in un'altra regione del Mezzogiorno tre provvedimenti, tre esperienze della gestione Vendola, cosa esporterebbe?
Esporterei prima di tutto le politiche economiche, che hanno ricostruito il tessuto economico della nostra terra. Poi, la cura della fragilità del territorio e, infine, lo straordinario investimento compiuto sulle persone, in particolar modo sui giovani, con i progetti di Bollenti Spiriti-Ritorno al Futuro.

Si torna a parlare di primarie. Pensa che sia un giusto metodo di scelta del candidato alla presidenza?
Se tutti le vogliono, ben vengano le primarie. Il presidente Vendola si è dichiarato disponibile sin da subito. I problemi sono due: c'è davvero una coalizione disposta a riconoscere e accettare questo strumento di democrazia? E poi, c'è un candidato che voglia misurarsi con Vendola? Il governatore uscente ha dimostrato grande lealtà: vuole misurarsi con le primarie e si è già detto disposto ad accettarne il risultato, anche in caso di sconfitta. La lealtà e la chiarezza continuano a mancare nel PD.

Nei giorni scorsi l'on. Boccia ha rispolverato i brogli delle primarie che videro trionfare Vendola.
Consiglio a Boccia di liberarsi dai fantasmi del passato. Si fa politica guardando lucidamente al presente e anticipando il futuro.

Quale immagine sta dando di sé il PD pugliese?
La confusione che regna nel PD sta recando notevoli danni. Il PD appare un partito che non vuole bene a se stesso e alla gente, alla base e agli elettori. In questo modo, il PD rischia di scrivere una pagina di pessima politica. E' doloroso vedere come un partito tradisca la sua stessa immagine.

Se Vendola non dovesse essere il candidato alla Presidenza, quali sarebbero le conseguenze nel PD regionale? Ci potrebbero essere delle fuoriuscite?
Preferisco non pensare a questa evenienza. Ora sono impegnato a fare in modo che la candidatura di Vendola diventi reale. Fare a meno di lui sarebbe un grande errore per la Puglia tutta, per il centrosinistra e per il PD. Se il PD dovesse andare fino in fondo nella scelta di scomunicare Vendola, tradendo l'esperienza degli ultimi cinque anni, la scissione avverrebbe con la propria storia e il proprio popolo. Vedo un gruppo dirigente ormai completamente sordo al sentire comune della base del partito. Adesso è indispensabile e salutare una discussione pubblica all'interno dell'assemblea regionale, per impedire che quanto stia avvenendo sia avvolto dalle nebbie delle alchimie di potere.

Se il PD versa in uno stato confusionario, il PDL non riesce ancora a trovare il proprio candidato…
Sono convinto che le lacerazioni del PDL siano molto più profonde di quanto non appaia. Il PD dovrebbe sfruttare le difficoltà oggettive della destra e se non si fosse creato questo strappo tutto interno ai democratici, saremmo già impegnati concretamente in campagna elettorale forti di una nuova coalizione ampia e competitiva. Nonostante tutto, ero e resto un ottimista. La forza delle cose fatte insieme in questi 5 anni prevale su tutti i pasticci che stiamo combinando e ci consente di guardare alla tappa del 21 marzo con fiducia. Sempre che il masochismo non prevalga.

Sembra quasi che nel PD siano tutti l'un contro l'altro armati...
Purtroppo si sta perdendo il bandolo della politica e delle idee, e la scena è rubata dalla trama dei conflitti personali. In tal caso, però, la politica cede il passo al peggior teatrino.

Quale soluzione consiglia ai suoi colleghi di partito?
Si deve ritornare alla parola pronunciata di fronte al popolo delle primarie. Fino a qualche mese fa i 4 candidati alla segreteria regionale erano favorevoli alla riconferma di Vendola, e anche su questo punto hanno chiesto il voto ai cittadini. Adesso non deve essere tradito questo impegno.