Il titolo di questo itinerario potrebbe essere: anticipo d’inverno. Siamo sul subappennino dauno, in provincia di Foggia, uno tra i pochi rilievi montuosi della pianeggiante Puglia. Qui, affrontando i tornanti, si arriva in una serie di piccoli centri caratterizzati ognuno da una storia che val la pena esplorare. È una storia fatta di tradizioni antiche che invitano a riscoprire il senso delle comunità locali, delle loro contaminazioni che rivelano a sopresa collegamenti impensabili per borghi incastonati nei monti

BICCARI - Il primo è Biccari. Che a settecento metri dl’altezza e in località boschetto offre l’insediamento neolitico più antico della Puglia. L’imponente torre cilindrica che si staglia sul paese, testimonia inoltre la natura di roccaforte militare di questo insediamento tutto da scoprire, attraversato dalla via Traiana, strategica arteria di collegamento e di traffici commerciali tra l’Irpinia ed il Tavoliere.

ROSETO - Il secondo è Roseto Valfortore. In inverno inoltrato qui vi accoglie un clima rigido perché questo è uno dei borghi sui quali — se in Puglia dovesse cadere la neve — i tetti s’imbiancano facilmente. Interessanti testimonianze storiche si abbinano ad una vegetazione notevole che invita a «dare la caccia» ai tartufi. Neri o bianchi che siano, poco importa. L’importanza dei «rinvenimenti» è sottolineata dalla sagra del tartufo che dimostra come questo terreno sia particolarmente generoso nell’offrire al cercatore i suoi frutti migliori.

CELLE SAN VITO - Il terzo è Celle San Vito. Che è tutto una scoperta. Il primo dato che lo riguarda è davvero strepitoso. Celle San Vito con i suoi 170 abitanti — cittadino in più cittadino in meno — è il paesino più piccolo della Puglia. Ciò non gli ha però impedito di avere una storia ricchissima di cose da scoprire. Celle San Vito o Cèles de Sant Vuite è — per la serie non tutti sapevamo che... — il centro pugliese in cui ancora oggi si parla la lingua francoprovenzale. Il perché conviene scoprirlo sul luogo, addentrandosi nei vicoli del borgo e nella sua storia. A chi volesse avere un anticipo di questa peculiarità unica di Celle San Vito si può accennare alla minoranza linguistica Dauna/Arpitana, da pochi conosciuta, che storici e studiosi fanno risalire ai soldati francesi al seguito di Carlo I d'Angiò nella guerra franco-sveva. Ma i dettagli e — soprattutto — il suono del francoprovenzale parlato qui, conviene scoprirli durante l’escursione. La miniserie di borghi alla vigilia dell’inverno proposti in questo itinerario rapperesentano sicuramente uno tra gli angoli meno esplorati della Puglia. Qui, lontani dalle mete tradizionali di una regione la cui vocazione turistica migliora di giorno in giorno, ci si può regalare un periodo di soggiorno davvero alternativo e — dati i tempi non guasta —a prezzi accessibili.

LAGO PESCARA - Oltre i borghi, questo percorso attraverso il subappennino dauno, ci offre ancora una sopresa: il lago Pescara. Ecco come orientarsi per arrivarci: il lago si trova a nord-est di Monte Cornacchia, alle pendici del Toppo Pescara, ed è a quota 900 metri sul livello del mare. Raggiungere le sue sponde significa regalare ai propri occhi un paesaggio che potrebbe essere stato fotografato sui rilievi alpini. La Puglia, qui, sembra davvero lontanissima. Il laghetto si estende per circa tre ettari con una profondità che, al centro, raggiunge anche i quattro metri. Le sue acque sono alimentate da sorgenti sottolacustri e da ruscelli formatisi dopo le precipitazioni e dopo lo scioglimento delle nevi. Dall’alto della sua posizione si domina la pianura circostante, dal lento degrado verso il mare, interrotta all'orizzonte dalla collina fortificata di Lucera, al centro del Tavoliere, e dal promontorio del Gargano che è anche facile scorgere nelle giornate più limpide. Il termine «Pescara» del laghetto che fa pensare al capoluogo abbruzzese è improprio e deriva, probabilmente, da un errore di trascrizione sulle carte toponomastiche, in quanto la gente del posto gli assegnava il nome di «Peschiera», attribuendo al laghetto una certa immagine di bontà per la pesca. Il clima della zona presenta un’estate mite ed un inverno piuttosto rigido con abbondanti nevicate. Il lago è popolato da rane salamandre e bisce d'acqua.

Presenze da considerare soprattutto se — ma non è questo il periodo — ci si avventura nelle sue acque con i pattini noleggiati a riva. Il lago Pescara costituisce anche un ecosistema ottimale per la vita e la riproduzione anche di varie specie di pesci (carpe, barbi e alborelle). Nell’insieme rappresenta un biotipo unico e raro. Che merita una visita perché inaspettato e poco citato negli itinerari che pure suggeriscono mete da queste parti. Come detto all’inizio di questo itinerario proposto nel subappennano dauno, la stagione che stiamo vivendo — eccezion fatta per le tempeste meteo — è tra le più suggestive per avventurarsi in questa parte della Puglia. Il fascino dei borghi è inoltre condito da un’enogastronomia di tutto rispetto. Un esempio su tutti: il maiale nero. Da scoprire e da gustare qui.

Carmine Festa - Corriere della Sera