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“Elements” è il calendario Pirelli 2026 di Sølve Sundsbø

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By Franco Gigante
Franco Gigante
Categoria: Attualità Regionale e Nazionale
15 Novembre 2025
Visite: 2

Praga. Il Calendario Pirelli 2026 è stato presentato presso la Municipal House di Praga, realizzato dal fotografo e regista norvegese Sølve Sundsbø.

«È un po' come ricevere un premio e poi doverlo meritare in seguito – ha commentato Sundsbø – Considerando il pantheon di fotografi che l'hanno realizzato prima di me, è qualcosa che fa sentire una certa responsabilità. Ma è anche un grande onore, del quale sono profondamente grato».

Le 22 fotografie che compongono il calendario ritraggono 11 protagoniste del mondo del cinema, della moda, dello sport e della musica: l'attrice e filmmaker italo-americana Isabella Rossellini, l'attrice italiana Luisa Ranieri, la top model ceca Eva Herzigová (presente nelle edizioni 1996 di Peter Lindbergh e 1998 di Bruce Weber), la campionessa di tennis statunitense Venus Williams, l'attrice scozzese Tilda Swinton, l'attrice britannica Gwendoline Christie, la cantautrice britannica FKA twigs, la stilista ed ex modella inglese Susie Cave (già apparsa nelle edizioni di Clive Arrowsmith del 1991 e di Helmut Newton del 1986, presentata nel 2014), la modella russa Irina Shayk, la modella e attrice cinese Du Juan (già nel calendario 2008 di Patrick Demarchelier) e l'attrice portoricana Adria Arjona.

«Un elemento essenziale è rappresentato dal fatto che sono tutte donne, non giovani modelle – ha precisato Sundsbø – Sono persone con esperienza e mature che rispetto profondamente per il loro lavoro: alcune volevo incontrarle e fotografarle per la prima volta, altre le conoscevo già e desideravo fotografarle di nuovo; è stato un po' come chiedersi: chi inviteresti a cena?».

Giunto alla sua cinquantaduesima edizione, il nuovo “The Cal” esplora la connessione tra l'essere umano e la natura; le sue protagoniste sono ritratte come incarnazioni simboliche degli elementi naturali, terra, aria, fuoco e acqua, ma anche di forze più intangibili, come l'energia, l'etere, la luce.

 «Non volevo essere troppo letterale, il calendario non si limita ai quattro elementi tradizionali – ha osservato – Ho voluto catturare emozioni, istinti e stati d'animo che sono centrali nella vita umana: il desiderio di libertà, la curiosità, la sete di conoscenza, potremmo chiamarla così, una sorta di mistero, immaginazione, passione, il desiderio di emancipazione, il legame con la natura e il nostro rapporto con il tempo e lo spazio. È un modo per connetterci a qualcosa da cui proveniamo. Obiettivi ambiziosi, ma ho voluto provarci».

Sundsbø ha iniziato a fotografare in aprile tra la spiaggia di Holkham nel Norfolk e la campagna dell'Essex, per poi proseguire il lavoro in studio tra Londra e New York. Ed è in studio che, da grande appassionato di tecnologia e sperimentatore, ha utilizzato i sistemi 3D più avanzati per riproporre le suggestioni dei paesaggi dell'Essex e del Norfolk, i tramonti, le nuvole, il fuoco, l'acqua, quali sfondi delle protagoniste del suo progetto. Ogni personaggio ha interpretato un elemento contribuendo alla costruzione del proprio ritratto insieme al fotografo, che ha colto le emozioni e le diverse fisicità di ciascuno.

«Ho voluto fotografare donne mature, con esperienza e profondità, donne che rispetto profondamente per ciò che rappresentano – ha puntualizzato – Alcune di loro desideravo fotografarle da tempo, altre sono volti che avevo già ritratto e che ho voluto reinterpretare. Sono noto per restare all'aperto nel cuore della notte sotto la pioggia, a osservare un temporale, anche troppo a lungo. Amo l'idea romantica esplorata dai pittori del XIX secolo come Caspar David Friedrich, della connessione tra l'essere umano e la natura. Credo si possa chiamare una sorta di mistero, immaginazione, passione, il desiderio di emancipazione e il nostro rapporto con il tempo e lo spazio».

È proprio questa connessione a ispirare la visione di Sundsbø nella realizzazione del calendario Pirelli 2026: ha iniziato a creare un contesto concettuale basato sugli “elementi”, in particolare terra, acqua, aria, fuoco ed etere, insieme ad altri aspetti della natura.

«Non credo nel procedere troppo letteralmente – ha proseguito Sundsbø – Il calendario non parla di terra, vento, fuoco e acqua; è un modo per riconnetterci alle nostre origini».

Il cast è ritratto in uno scatto che include un tema naturale o legato agli elementi, definito in un processo in collaborazione tra il fotografo e il soggetto ritratto.

Il ritorno di Jovanotti con "Niuiorcherubini" e "L'arca di Loré"

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By Franco Gigante
Franco Gigante
Categoria: Attualità Regionale e Nazionale
14 Novembre 2025
Visite: 5

Roma. Jovanotti torna a sorpresa con un nuovo disco e annuncia un nuovo tour.

Il disco si intitola “Niuiorcherubini”, in uscita da Island Records il 20 novembre prossimo su tutte le piattaforme digitali e qualche settimana dopo su supporto fisico, un album nato in soli sei giorni di jam session a New York, nell’ottobre 2025, registrato in presa diretta su nastro analogico, senza sovraincisioni e senza correzioni, un disco libero, urgente, istintivo.

«New York è un punto di partenza di questo viaggio – ha attaccato il Jova – Ho affittato uno studio per una settimana senza l’idea di fare un disco che è poi nato dopo 4-5 giorni, registrato con il sistema analogico».

Il titolo dell’album è un omaggio a “DallAmeriCaruso” di Lucio Dalla ed è un viaggio sonoro e sentimentale dentro la città madre della musica: New York; ogni brano è nato da un incontro, da un’idea lanciata e catturata in tempo reale, in uno studio di Brooklyn dove la parola chiave era “suonare, non pensare”.

«Sarà un grande successo, tutto suonato – ha precisato – Il sound è favoloso e sono sicuro che ci sono brani buoni: è pieno di sorprese per sfuggire alle cose programmate, una musica senza tempo che si potrà ascoltare anche fra 20 anni; è un disco che ha voglia di musica, divertente, vero, è molto funk, e non manca una malinconia romantica».

Le canzoni sono nate da appunti nel cellulare, frasi appuntate per strada, ritmi improvvisati, linee di basso scoperte in un pomeriggio e diventate brani interi in due take; il disco racconta la ricerca della musica più vera, un ritorno alle origini istintive del ritmo e della parola, un viaggio dentro la metropoli e la mente. Ogni take era una fotografia emotiva: se funzionava, restava così com’era. È la colonna sonora naturale dell’Arca di Loré: viva, imperfetta, vera, energetica e in movimento.

Ecco “L’arca di Loré” è il nuovo progetto di Jovanotti, un viaggio musicale e simbolico, una festa itinerante che nel 2026 lo porterà in tutto il mondo fino a Roma, dove il viaggio si concluderà o forse ricomincerà, con Jova al Massimo, al Circo Massimo, nella sua città natale approdo finale dell’Arca; è un progetto che unisce musica nuova, pedalate, incontri, avventura, gioia, balli, feste ed è pensato come un racconto collettivo di tutti coloro che saliranno sull’Arca e lo vorranno scrivere.

«A Roma ci sono nato e ci ho vissuto fino a 19 anni e se è vero che tutte le strade portano a Roma e da Roma che parto, una strada che facciamo insieme – ha rivelato – Siamo all’inizio di qualcosa e il tempo che condividiamo, il marketing della depressione».

Un giro del mondo, e poi dell’Italia, come un nuovo Cantagiro, ma in bicicletta: una carovana di ruote e canzoni, di ritmo e respiro.

«Me la faccio tutta in bici con chiunque vorrà unirsi a questa carovana – ha riflettuto – Mi viene in mente il Cantagiro con Celentano e Morandi, una cosa bellissima, o Mogol e Battisti che fecero a cavallo da Milano a Roma: tutto da immaginare con un bellissimo racconto con la mia passione per la bici con cui ho girato il mondo e vorrei interessare la politica alla ciclovia da attraversare tutta l’Italia che è bellissima, per incontrare le persone, fino alla grande festa ogni fine settimana».

Le tappe italiane di L’Arca di Loré - Jova Summer Party sono il 7 agosto con la partenza da Olbia (Arena Sound Park), 12 Montesilvano (Music Arena), 17 Barletta (Music Arena), 22 Catanzaro (Calabria Music Arena), 29 Palermo (Ippodromo La Favorita), 5 settembre Napoli (Ippodromo Dagnano) e il 12 Roma (Circo Massimo, Jova al Massimo).

«Con me ci sarà una band per andare controcorrente con i fiati e musicisti fantastici – ha sottolineato – Voglio portare in giro la mia musica e non vedo l’ora di trovare la gente e gettarmi fra le sue braccia: sarà un grande tour perché il Jova Summer Party non è solo un concerto ma una festa sui prati e io ci sarò sempre ad interagire all’interno del villaggio, con spazi da 50 mila persone».

La musica inizierà fin dall’apertura, con artisti internazionali, dj e realtà locali che costruiranno una scaletta unica, sempre diversa, per ogni party.

Le porte del Jova Summer Party apriranno nel primo pomeriggio: ci saranno aree di intrattenimento con giochi, zone relax e sorprese continue. Il villaggio food & beverage offrirà una selezione di food truck e specialità regionali, con proposte di alta qualità e una particolare attenzione alle eccellenze gastronomiche dei territori attraversati dal tour.

«A settembre dell’anno prossimo compirò 60 anni ma non lo festeggeremo – ha osservato – Il viaggio con L’arca di Lorè non è per scegliere ciò da salvare ma ciò da portare nel futuro, salvare la musica e il ritmo e quest’arca la voglio portare dove non è mai arrivata: andremo a suonare la mia musica per inseguire una sensazione e un calore. Noè è morto a 950 anni e disse che la vita è breve».

Dopo i 600.000 spettatori del PalaJova, Lorenzo finalmente riparte e ancora una volta reinventa ancora una volta l’idea stessa di tournée.

«La mia generazione è cresciuta con la certezza razionale, con l’idea di progresso e di qualità della vita – ha confidato – Ho una sensazione reale di catastrofe e ho deciso di reagire e di cercare una soluzione di andare a vedere il mondo, mettermi in movimento, comunicare energia attraverso la musica e il divertimento, continuare la speranza, come papa Francesco che ci ha lasciato un messaggio di speranza».

Infine Jovanotti si è soffermato sul prossimo festival di Sanremo.

«Il Festival di Sanremo non è previsto anche se io amo Sanremo – ha sentenziato – Ci tornerei come conduttore insieme a Fiorello se tornasse a Sanremo».

È un viaggio che nasce dal desiderio di tenere acceso il fuoco della scoperta, di guardare la musica da prospettive diverse, di non dare mai per scontato il proprio posto nel mondo della musica.

Dal 14 novembre l'album di inediti "Non ho paura di niente" di Fabrizio Moro che sarà in concerto a Molfetta

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By Franco Gigante
Franco Gigante
Categoria: Attualità Regionale e Nazionale
14 Novembre 2025
Visite: 7

Milano. Venerdì 14 novembre esce il nuovo album “Non ho paura di niente” di Fabrizio Moro per BMG solo in formato fisico, cd, vinile, vinile deluxe green petrol edizione limitata e numerata.

«É un disco sofferto perché temo sempre di perdere l’ispirazione nello scrivere le canzoni: ne ho terrore perché può cambiare la mia vita e quindi di salvarmi – ha sottolineato il cantautore – Ho messo tanto cuore e tanto fegato, come sempre, ma rispetto ai dischi precedenti è nato in un momento in cui ho provato un disagio generale, ero deluso da tutto quello che stava accadendo intorno al sistema musicale italiano perché oggi viviamo tutto sempre di fretta».

“Non ho paura di niente” è il 10° album in studio della carriera di Fabrizio Moro che contiene 9 nuove canzoni e segna il suo ritorno sulle scene a due anni e mezzo dall’ultimo progetto discografico.

«L’ho concepito dal post covid fino all’esplosione della bolla del digitale – ha rivelato – É periodo difficile per me che faccio parte di una generazione di cantautori che sta in mezzo ed è stato traumatico: mi son sentito un po’ spiazzato prima di arrivare a “Non ho paura di niente” che è stata la punta di diamante, il primo pezzo che ho scritto e di cui vado fiero, anche se poi ho scritto più di 40 canzoni per arrivare a queste nove».

Oltre alla title track e a “In un mondo di stronzi” che hanno anticipato l’uscita dell’album, da venerdì 14 novembre è disponibile in digitale anche il brano “Scatole”.

«Cambio spesso casa e questo brano l’ho scritto durante l’ultimo trasloco – ha affermato – Nelle scatole c’è tutta la mia vita e ogni volta che le apro faccio un viaggio incredibile, tra sensazioni e ricordi che non credevo di avere più dentro di me».

“Casa mia” è proprio il titolo della terza canzone di questo nuovo lavoro.

«Ho cercato di scrivere il cambiamento che c’è al momento in cui costruisci una casa con la persona che ami e il momento in cui questa persona non c’è più – ha accennato – Quel posto è diventato il centro della tua vita, la parte più sicura in cui non puoi più stare».

Fabrizio Moro è vicino al mondo dei giovani come nel brano “Sabato” sul rapporto con i figli.

«Ho un rapporto buono con mio figlio ma non mi piace esserne amico – ha precisato – Vorrei che avesse rispetto per fidarsi della vita che ho fatto io: ci deve essere la giusta distanza con un rispetto reciproco. Fare il padre non è un mestiere semplice ma con i 50 anni di esperienza posso permettermi di fare il papà».

In “Simone spaccia” Moro parla della droga che affligge soprattutto i giovani.

«È la cosa peggiore che può accadere nella vita di un essere umano – ha accentuato – Ho sbagliato quando ho avuto a che fare con la droga: è una malattia che confonde la vita delle persone, soprattutto nei ragazzi che sono più curiosi, per via degli amici sbagliati, sei fragile, ti annoi, hai una serie di sfumature intorno che non ti proteggono ed è facile cadere nelle tentazioni; ho perso tante cose anche nel mio lavoro e ho rallentato la mia strada».

C’è il prossimo festival di Sanremo nel tuo futuro?

«Ci penso spesso al Sanremo perché fa parte della mia cultura musicale – ha puntualizzato – É cambiato troppo: lo concepisco più uno spettacolo che ha poco a che fare con la tradizione della musica italiana con cui sono cresciuto ma lo rifarei solo se trovassi una canzone che potesse andare bene fra il Sanremo che c’è oggi e il Fabrizio Moro di oggi, perché non basta più una bella canzone».

Fabrizio Moro presenta il nuovo album al pubblico con un instore tour alle Feltrinelli, il 14 novembre a Roma (Via Appia Nuova 427, ore 18.00), 17 novembre a Napoli (Piazza dei Martiri, ore 18.00), 18 novembre a Bari (Via Melo 119, ore 18.00), 20 novembre a Firenze (Piazza della Repubblica 26/29, ore 18.00), 21 novembre a Milano (Piazza Piemonte 2, ore 18.30), 22 novembre a Torino (Piazza C.L.N. 251, ore 18.00), 25 novembre a Catania (Via Etnea 283, ore 18.00) e 26 novembre a Palermo (Via Cavour 133, ore 18.00).

L’anno prossimo Fabrizio Moro tornerà in tour con “Non ho paura di niente live 2026” che inizierà con un’anteprima il 2 maggio 2026 al Palazzo dello Sport di Roma e proseguirà poi da ottobre 2026 nei principali club italiani: 23 ottobre 2026 Hall di Padova, 24 ottobre 2026 Mamamia di Senigallia, 28 ottobre 2026 Fabrique di Milano, 31 ottobre 2026 Concordia di Venaria Reale (Torino), 6 novembre 2026 Cartiere Carrara di Firenze, 7 novembre 2026 Estragon di Bologna, 12 novembre 2026 Casa della Musica di Napoli, 13 novembre 2026 Eremo Club di Molfetta (Bari) e 15 novembre 2026 Land di Catania.

«Ci sarà tutto il nuovo disco che è la parte più bella e non vedo l’ora di poter suonare le nuove canzoni – ha sostenuto – Saranno concerti molto potenti, grandi, con tutti gli aggettivi possibili, luminosi, percorrendo anche tutti i miei brani più importanti».

PREMIO INNOVAZIONE PER CALLIOPE

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By press
press
Categoria: Attualità Regionale e Nazionale
13 Novembre 2025
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La CTE Calliope di Taranto vince il Premio Innovazione Smau 2025. Importante riconoscimento a Milano per la Casa delle Tecnologie Emergenti che è tra le realtà che sono state selezionate quali vincitrici.

Innovare: è questo l’obiettivo delle imprese e delle amministrazioni protagoniste del premio che spazia in diversi settori. CTE Calliope è stata al centro dell’incontro “Città e innovazione tecnologica al servizio del territorio”, finalizzato a ragionare su come le tecnologie emergenti stiano incidendo sulla vita delle città, tra progetti innovativi e soluzioni tecnologiche, dall’intelligenza artificiale alla mobilità sostenibile. Progetti che migliorano la qualità della vita e la gestione delle risorse, rendendo le città più smart, efficienti e resilienti.

Taranto ha sviluppato un sistema che unisce sensori, dati e intelligenza artificiale per monitorare l’ambiente urbano e migliorare la salute dei cittadini, complice la piattaforma Urbanhia del Comune di Taranto che rivoluziona il monitoraggio ambientale. Così la città diventa laboratorio di innovazione sostenibile.

Urbanhia –sviluppata all’interno della CTE Calliope del Comune di Taranto, con il coinvolgimento di enti locali, centri di ricerca e startup tecnologiche - è parte di un progetto multidisciplinare che ha come linea guida il tema One Health. Taranto, città storicamente segnata dall’industria pesante, diventa un caso pilota. La piattaforma integra dati provenienti da sensori ambientali, dispositivi fissi e indossabili, fonti sanitarie ed economico-sociali, per generare un quadro dinamico della salute urbana. Un supercomputer elabora le informazioni in tempo reale, combinando analisi statistiche, algoritmi di intelligenza artificiale e simulazioni predittive.

Il funzionamento di Urbanhia si fonda su oltre 45 sensori distribuiti in città, capaci di rilevare in tempo reale gli inquinanti principali (PM10, PM2.5, ozono, monossido e biossido di azoto), oltre a parametri climatici e indicatori di biodiversità. I dati confluiscono in un’infrastruttura digitale, arricchita da informazioni sanitarie (ad es. accessi al pronto soccorso), demografiche (nascite e decessi) e socioeconomiche. Questo insieme di dati permette di analizzare correlazioni tra inquinamento, condizioni ambientali e salute, potendo simulare scenari di prevenzione.

I cittadini, attraverso un log in, possono visualizzare mappe che mostrano la qualità dell’aria, le temperature e le aree verdi. È previsto anche un sistema interattivo per segnalazioni degli utenti su incendi o criticità e un futuro chatbot basato su IA per ricevere suggerimenti personalizzati, come percorsi sicuri per fare sport o zone di aria pulita. Infine, Urbanhia raccoglie dati su animali e biodiversità attraverso sensori innovativi come “nidi intelligenti” che aiutano a monitorare le abitudini migratorie, l’inquinamento acustico e luminoso.

Esce il 14 novembre "Vasco live 2025 the essentials" di Vasco Rossi che sarà in concerto a Bari

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By Franco Gigante
Franco Gigante
Categoria: Attualità Regionale e Nazionale
13 Novembre 2025
Visite: 19

MILANO – Venerdì 14 novembre esce il nuovo album “Non ho paura di niente” di Fabrizio Moro per BMG solo in formato fisico, cd, vinile, vinile deluxe green petrol edizione limitata e numerata.

«É un disco sofferto perché temo sempre di perdere l’ispirazione nello scrivere le canzoni: ne ho terrore perché può cambiare la mia vita e quindi di salvarmi – ha sottolineato il cantautore – Ho messo tanto cuore e tanto fegato, come sempre, ma rispetto ai dischi precedenti è nato in un momento in cui ho provato un disagio generale, ero deluso da tutto quello che stava accadendo intorno al sistema musicale italiano perché oggi viviamo tutto sempre di fretta».

“Non ho paura di niente” è il 10° album in studio della carriera di Fabrizio Moro che contiene 9 nuove canzoni e segna il suo ritorno sulle scene a due anni e mezzo dall’ultimo progetto discografico.

«L’ho concepito dal post covid fino all’esplosione della bolla del digitale – ha rivelato – É periodo difficile per me che faccio parte di una generazione di cantautori che sta in mezzo ed è stato traumatico: mi son sentito un po’ spiazzato prima di arrivare a “Non ho paura di niente” che è stata la punta di diamante, il primo pezzo che ho scritto e di cui vado fiero, anche se poi ho scritto più di 40 canzoni per arrivare a queste nove».

Oltre alla title track e a “In un mondo di stronzi” che hanno anticipato l’uscita dell’album, da venerdì 14 novembre è disponibile in digitale anche il brano “Scatole”.

«Cambio spesso casa e questo brano l’ho scritto durante l’ultimo trasloco – ha affermato – Nelle scatole c’è tutta la mia vita e ogni volta che le apro faccio un viaggio incredibile, tra sensazioni e ricordi che non credevo di avere più dentro di me».

“Casa mia” è proprio il titolo della terza canzone di questo nuovo lavoro.

«Ho cercato di scrivere il cambiamento che c’è al momento in cui costruisci una casa con la persona che ami e il momento in cui questa persona non c’è più – ha accennato – Quel posto è diventato il centro della tua vita, la parte più sicura in cui non puoi più stare».

Fabrizio Moro è vicino al mondo dei giovani come nel brano “Sabato” sul rapporto con i figli.

«Ho un rapporto buono con mio figlio ma non mi piace esserne amico – ha precisato – Vorrei che avesse rispetto per fidarsi della vita che ho fatto io: ci deve essere la giusta distanza con un rispetto reciproco. Fare il padre non è un mestiere semplice ma con i 50 anni di esperienza posso permettermi di fare il papà».

In “Simone spaccia” Moro parla della droga che affligge soprattutto i giovani.

«È la cosa peggiore che può accadere nella vita di un essere umano – ha accentuato – Ho sbagliato quando ho avuto a che fare con la droga: è una malattia che confonde la vita delle persone, soprattutto nei ragazzi che sono più curiosi, per via degli amici sbagliati, sei fragile, ti annoi, hai una serie di sfumature intorno che non ti proteggono ed è facile cadere nelle tentazioni; ho perso tante cose anche nel mio lavoro e ho rallentato la mia strada».

C’è il prossimo festival di Sanremo nel tuo futuro?

«Ci penso spesso al Sanremo perché fa parte della mia cultura musicale – ha puntualizzato – É cambiato troppo: lo concepisco più uno spettacolo che ha poco a che fare con la tradizione della musica italiana con cui sono cresciuto ma lo rifarei solo se trovassi una canzone che potesse andare bene fra il Sanremo che c’è oggi e il Fabrizio Moro di oggi, perché non basta più una bella canzone».

Fabrizio Moro presenta il nuovo album al pubblico con un instore tour alle Feltrinelli, il 14 novembre a Roma (Via Appia Nuova 427, ore 18.00), 17 novembre a Napoli (Piazza dei Martiri, ore 18.00), 18 novembre a Bari (Via Melo 119, ore 18.00), 20 novembre a Firenze (Piazza della Repubblica 26/29, ore 18.00), 21 novembre a Milano (Piazza Piemonte 2, ore 18.30), 22 novembre a Torino (Piazza C.L.N. 251, ore 18.00), 25 novembre a Catania (Via Etnea 283, ore 18.00) e 26 novembre a Palermo (Via Cavour 133, ore 18.00).

L’anno prossimo Fabrizio Moro tornerà in tour con “Non ho paura di niente live 2026” che inizierà con un’anteprima il 2 maggio 2026 al Palazzo dello Sport di Roma e proseguirà poi da ottobre 2026 nei principali club italiani: 23 ottobre 2026 Hall di Padova, 24 ottobre 2026 Mamamia di Senigallia, 28 ottobre 2026 Fabrique di Milano, 31 ottobre 2026 Concordia di Venaria Reale (Torino), 6 novembre 2026 Cartiere Carrara di Firenze, 7 novembre 2026 Estragon di Bologna, 12 novembre 2026 Casa della Musica di Napoli, 13 novembre 2026 Eremo Club di Molfetta (Bari) e 15 novembre 2026 Land di Catania.

«Ci sarà tutto il nuovo disco che è la parte più bella e non vedo l’ora di poter suonare le nuove canzoni – ha sostenuto – Saranno concerti molto potenti, grandi, con tutti gli aggettivi possibili, luminosi, percorrendo anche tutti i miei brani più importanti».

“Sentirsi a casa: abitare è abitar-si” Un incontro formativo sulla relazione tra casa, identità e benessere psicologico

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By caterina
caterina
Categoria: Attualità Regionale e Nazionale
13 Novembre 2025
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Venerdì 14 novembre alle ore 17.00, presso il Centro Culturale “Giovanni Galiani” (Ex Conceria) di Alberobello, si terrà l’incontro formativo e conoscitivo “Sentirsi a casa: Abitare è Abitarsi”, promosso da Spazio Academy – Polo Formativo Professionale per il Design, in collaborazione con il Presidio del Libro di Alberobello e il patrocino del Comune di Alberobello.

L’appuntamento propone una riflessione profonda sulla costruzione psicologica dell’identità e sul legame tra abitare e sé, esplorando la relazione tra spazio fisico e spazio mentale. Interverranno la dott.ssa Donatella Caprioglio, psicologa e scrittrice, docente di Psicologia dell’Abitare all’Università di Padova, e Gianfranco Palmisano, designer e docente di Interior e Visual Design, fondatore di Experimentastudio e dell’accademia SpazioAcademy di Monopoli. A moderare l’incontro sarà Giuseppe Palmisano.

L’evento si propone come un’occasione di confronto tra discipline – psicologia e design – per indagare il modo in cui gli ambienti che abitiamo influenzano la percezione di noi stessi e il nostro benessere. Il dialogo affronterà temi come l’ascolto dei luoghi, la funzione simbolica della casa e il ruolo del professionista nella progettazione di spazi capaci di accogliere e rappresentare l’identità individuale.

Un invito a riflettere su cosa significhi davvero “sentirsi a casa”, non solo in termini di comfort fisico ma come esperienza di riconoscimento e appartenenza.

Tutte le cittadine e i cittadini sono invitati a partecipare.

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