La manovra del governo - L’annuncio, denso di implicazioni positive visto che allenta la morsa sulle Asl e consente di erogare i servizi senza soffrire nella «cassa», è stato dato da Pelillo. Il quale, pressato dai cronisti, non si è sottratto dall’esprimere un giudizio sulla manovra correttiva del governo centrale. Secondo «notizie assolutamente informali», Pelillo spiega che il taglio di trasferimenti verso le Regioni potrebbe costare alla Puglia 360-370 milioni nel 2010. Praticamente la metà del cosiddetto bilancio autonomo (la parte realmente manovrabile per erogare servizi ai cittadini, al netto di sanità e spese vincolate: nel 2009 è stato di 764 milioni). La Puglia aumenterà le tasse? «Per ora - dice Pelillo - la nostra tassazione è tra la più basse in Italia. Ma se il governo ci costringesse con i tagli, potremmo essere costretti. I ticket? Li abbiamo eliminati, non vedo perché ripristinarli». Da Roma, con parole dure, interviene anche Nichi Vendola: «È la più grande opera di macelleria sociale della storia italiana. Non si può proporre alcun sacrificio ad un lavoratore o a un pensionato, se prima non si spiega come cambiare la logica perversa della finanziarizzazione dell’economia che è alla base della bolla speculativa e della crisi. A Palazzo Chigi dicono che non mettono le mani nelle tasche degli italiani? Sarà, ma io non avrò più un euro per pagare i servizi sociali o la viabilità. Non mi siederò al tavolo del governo, se non si parte dall’equità sociale».

Il maxi-debito scomparso - La situazione è seria. Ma alleviata dal quasi azzeramento del debito sanitario. Una massa creatasi col tempo: i disavanzi annuali, come consentono le norme, non sono stati coperti per intero, sicché le quote non coperte sono arrivate alla considerevole cifra di 950 milioni. A soffrirne sono stati soprattutto i fornitori su cui si sono scaricate le difficoltà di cassa: il ritardo nei pagamenti è di 350 giorni. Ad agosto scorso si era ipotizzato il ricorso alle banche (con una manovra di rolling factoring). Ma la ricerca certosina del direttore Aulenta ha scovato somme rimaste «nascoste» nel continuo scambio di trasferimenti e compensazioni tra Stato e Regione. Finora alle Asl sono stati assegnati 633 milioni in più rispetto alle risorse ordinarie. A fine giugno saranno 864. Il debito è quasi azzerato. I tempi di pagamento scenderanno ancora, forse sotto la media nazionale.

{affiliatetextads 1,,_plugin}Mutui e personale - Scende anche la spesa per l’indebitamento da mutui (per la copertura del dissesto degli anni Novanta). Il picco più alto si è registrato negli anni scorsi: 3,6 miliardi. Ora è a quota 1,9 con la tendenza a decrescere. Una condizione che si verifica per due situazioni: non si contraggono più mutui e si risparmia sugli interessi passivi, dopo la rinegoziazione di molti contratti. Si è speso per mutui 264 milioni nel 2008, 247 nel 2009. In costante calo la spesa per il personale: 215 milioni nel 2006, 179 nel 2009: è l’anno di duecento immissioni in ruolo dopo i concorsi. Segno che la Regione assume personale a tempo indeterminato, ma riduce consulenze, tempi determinati e co.co.co.

Patto di stabilità - Ultimo argomento: le sanzioni per aver violato il Patto di stabilità nell’ultimo biennio. Domani si discute, davanti al Tar del Lazio, il ricorso della Puglia contro il decreto del governo. Ma Pelillo riflette sui presupposti e le conseguenze: conferma la scelta deliberata di infrangere il Patto. Spiega: «Se avessimo voluto rispettare i criteri imposti dal governo, e da noi contestati, avremmo dovuto contenere i costi di 731 milioni nel corso del 2009: sarebbe stato un massacro sociale. Le sanzioni che oggi patiamo, invece, ci hanno costretto a contenere gli impegni di spesa, nel 2010, di 67 milioni. A conti fatti, meglio così». Ieri pomeriggio, intanto, la giunta regionale ha nominato la commissione (Fulvio Moirano, Vittorio Dell’Atti, Roberto Vaccani) che valuta gli aspiranti manager Asl. L’esecutivo ha approvato anche 23 piani di sviluppo locale (programma rurale). Rinnovata la convenzione per utilizzare anche nel 2010 i due arei «Fire Boss» della protezione civile nazionale nella lotta antincendio.

Francesco Strippoli - Corriere della Sera
26 maggio 2010