Il bando, che si intitola per intero “Iniziative per le infrastrutture di supporto degli insediamenti produttivi” e fa parte della manovra anticrisi della Regione, permette di completare tante zone industriali e allo stesso tempo di sostenere il settore edile che sta risentendo della crisi. Dopo la pubblicazione delle graduatorie definitive, i destinatari delle risorse, cioè gli Enti locali e i Consorzi ASI, provvederanno all’organizzazione di gare d’appalto a favore delle imprese locali per assegnare i lavori nelle zone industriali. I fondi disponibili sono destinati per metà ad interventi in aree esistenti, per metà a nuove aree, mentre il contributo regionale non potrà superare i 4milioni a progetto. Potranno essere realizzate strade, illuminazione, reti energetiche e per la fornitura di acqua industriale, video sorveglianza, infrastrutture ICT, ma anche mense, centri diurni per l’infanzia, nidi. Così sarà possibile migliorare le condizioni degli insediamenti industriali rispettando i caratteri paesaggistici e sostenere con servizi reali i lavoratori e le lavoratrici.

{affiliatetextads 1,,_plugin}Si tratta di un bando particolarissimo per la Regione Puglia. Uno degli obiettivi dell’intervento era quello di spingere gli enti locali pugliesi a dotarsi dei nuovi strumenti previsti dal codice dell’amministrazione digitale. Per accedere al bando occorreva infatti avere la Posta elettronica certificata, la firma digitale e utilizzare il Sit, il Sistema informativo territoriale.
Inoltre nella valutazione dei progetti si è tenuto conto della sostenibilità finanziaria della gestione delle opere realizzate. In pratica una volta ultimata l’opera, il Comune deve dimostrare di poterla mantenere in esercizio. Per questo gli enti locali candidati hanno presentato un piano di gestione attraverso il quale dimostrano di poter far fronte a quest’obbligo, attraverso le proprie entrate oppure dando le opere in gestione ad un privato.

A spiegarne le ragioni è la Vice Presidente e Assessore allo Sviluppo economico Loredana Capone: “Non vogliamo cattedrali nel deserto”, ha detto. “Non ci interessa realizzare strutture che poi rischiano di essere abbandonate. Per questa ragione la commissione ha valutato i progetti e la sostenibilità finanziaria della gestione con estrema accuratezza. Noi chiediamo ai Comuni ed ai Consorsi Asi di prendersi cura delle opere realizzate perché siano un esempio di riqualificazione vera delle zone industriali, all’insegna della sostenibilità e del rispetto per l’ambiente”.
Il bando ha una forte valenza anticrisi, perché rimette in moto il settore dell’edilizia particolarmente attaccato dalla crisi. Proprio di recente l’Ance Puglia (l’Associazione nazionale dei costruttori edili) ha chiesto interventi concreti ed urgenti per dare lavoro alle imprese ed ai lavoratori, anche attraverso la realizzazione di piccole opere e la rigenerazione urbana. “La pubblicazione delle graduatorie – ha sottolineato Loredana Capone – è la migliore risposta che la nostra Regione possa dare ai costruttori, perché la realizzazione di infrastrutture nelle zone industriali farà lavorare tante piccole imprese e garantire il posto ai loro dipendenti”.

Lo scenario
Questo bando si inserisce in uno scenario già caratterizzato da altri interventi nelle zone industriali. Sono legati a due delibere Cipe (il Comitato interministeriale per la programmazione economica) la numero 20 del 2004 e la 3 del 2006. In totale le due delibere hanno mosso investimenti pari a quasi 63milioni grazie a risorse pubbliche per oltre 57milioni. I progetti hanno spaziato dalla viabilità al completamento della rete idrica, dalle opere di urbanizzazione ai lavori di adeguamento per lo smaltimento delle acque piovane, dalla realizzazione della pavimentazione stradale, alla rete gas, dall’interramento della linea elettrica ai lavori di ripristino del raccordo ferroviario. Con i 60 milioni di questo bando, le risorse messe a disposizione delle zone industriali salgono a quasi 120milioni di euro.