A livello bancario, le perizie effettuate da Comitas sugli estratti conto hanno rilevato oneri impropri come addebiti anomali, commissioni irregolari (in testa quelle sul massimo scoperto), interessi difformi al concordato, calcoli non corretti, imputazioni errate, accordi e promesse dimenticate. Da questa verifica, inoltre, è risultato che l’80% delle microimprese non controlla gli estratti conto.

L’IRAP non dovuta, come ribadito dalle recenti sentenze della Cassazione, riguarda circa un terzo delle microimprese, mentre i ritardi nei pagamenti, che colpiscono il 90% del settore, non hanno in sostanza mai procurato gli interessi dovuti per legge, automaticamente e senza la formale costituzione in mora: quasi nessuno conosce e applica questa norma in vigore dal 2002.

{affiliatetextads 1,,_plugin}Analizzando i conti delle microimprese campione è stato calcolato, estrapolando a tutto il comparto, che in Puglia queste tre situazioni eroderebbero margini per 636 milioni di euro l’anno. «Secondo le nostre proiezioni – spiega Francesco Tamburella, presidente di Comitas – a queste cifre potrebbero essere aggiunti 1 miliardo di euro, persi per problemi di burocrazia diretta (procedure e norme talvolta assurde e spropositate, che costano tempo e denaro) e indiretta, quella gestionale, per la contabilità e l’esazione d’imposte – tasse – contributi- bolli- indennità varie. Ci sono poi i “roditori” di utility e commodity, gli oligopoli dell’energia, comunicazioni, infrastrutture, materie prime e locatori che porterebbero via circa 254 milioni di euro tra soprapprezzi e sovra costi. La politica economica deve trattare  le microimprese in modo specifico, differenziandole dalle pmi; questo è il messaggio principale che emerge dal rapporto».

«In Italia – ha aggiunto il presidente di Comitas – la crescita e la sopravvivenza delle microimprese, incontra numerosi ostacoli. La mancata conoscenza delle leggi in vigore o il timore di rivolgersi alla legge per risolvere controversie di varia natura è uno dei maggiori problemi di questo settore: solo il 2% dei “vessati” reagisce e cerca di ottenere giustizia».

Secondo i dati di Comitas, infatti, la rinuncia da parte delle microimprese pugliesi alla riparazione di diritti offesi, danni procurati e crediti inesatti si potrebbe valutare intorno ai 381 milioni di euro mentre ammonterebbe a 636 milioni "figurativi" la mancata crescita del settore, dovuta a tutti gli ostacoli elencati e alla promozione dell'intero comparto.