Il giorno seguente, a bocce ferme, è stata l’area Due Mari di Cia Agricoltori Italiani di Puglia a render nota la vicenda e a battere i pugni sul tavolo: «La situazione è sotto gli occhi di tutti e ciò che è accaduto poteva davvero trasformarsi in tragedia» ha dichiarato il presidente delle provincie di Taranto e Brindisi Pietro De Padova. «I cinghiali – ha aggiunto il presidente – hanno invaso i centri abitati, le strade e anche le spiagge. I danni all’agricoltura sono ormai incalcolabili e abbracciano ogni periodo dell’anno: danni alle colture, alle aziende del primo settore, passando per la distruzione delle recinzioni dei terreni agricoli di proprietà dei privati. Ormai questa è una situazione straordinaria che non può essere gestita con mezzi ordinari».

Un’emergenza che andrebbe gestita come emergenza, insomma, al pari di una pandemia. Ne è convinto anche Vito Rubino, il direttore dell’area Due Mari della Cia: «In Italia, purtroppo, siamo abituati ad intervenire solo quando ci scappa il morto» ha dichiarato.

«La questione, già difficilmente gestibile, si complica – ha aggiunto Rubino – per via dell’atteggiamento insensato di alcune associazioni animaliste. Dispiace dirlo, ma è gente che parla per partito preso e che sicuramente cambierebbe opinione se malauguratamente fosse coinvolta in prima persona in incidenti di questo tipo. Grazie anche alle tante sollecitazioni di Cia Agricoltori Italiani, sia a livello regionale che a livello governativo sono state avviate le procedure per il piano di monitoraggio e contenimento del cinghiale ma il lungo iter segue i tempi della burocrazia italiana. Noi, invece, riteniamo non ci sia più altro tempo da perdere: bisogna spingere sull’acceleratore e trasformare immediatamente le parole in fatti. Non dimentichiamoci che, solo pochi giorni fa, a Marina di Ginosa un ragazzo ha accidentalmente investito un cinghiale con il suo motorino ed ora, in un letto di ospedale, lotta tra la vita e la morte. Siamo stanchi di attendere e di ascoltare i punti di vista surreali di chi ha la “coscienza animalara” e sminuisce pericoli e conseguenze. Adesso basta – ha concluso Rubino – si metta fine subito a questa folle emergenza».