Non si conosce bene cosa stia studiando il partito di Bossi. Obiettivamente, la possibilità di “rinegoziare” la collocazione dell’Agenzia italiana è improbabile, dopo che la Camera dei Deputati ha ribadito, in una vivace discussione su un ordine del giorno presentato dall’on. Michele Bordo (Pd) il suo orientamento favorevole ad un’Agenzia collocata nel Mezzogiorno, ed in particolare a Foggia. Vale la pena ricordare che in quella occasione il Governo, rappresentato nell’aula di Montecitorio dall’allora ministro dell’Agricoltura, Luca Zaia, venne battuto in modo sorprendente e “bipartizan”. La maggior parte dei deputati meridionali del Pdl votò a favore dell’ordine del giorno presentato dall’onorevole manfredoniano del Pd, decretando la sconfitta di Zaia.

Sulle prime, avevamo interpretato la notizia della soppressione dell’Agenzia come una riedizione del noto episodio mitologico del “muoia Sansone con tutti i Filistei”. Pur di non darla a Foggia, i leghisti hanno preferito “cassare” l’Agenzia. Ma le cose pare non stiano così. Stando alle voci, appunto. Non è escluso che, ufficialmente cancellata l’Agenzia nazionale per la sicurezza alimentare” nei modi e nelle forme previsti dalla legge istitutiva, l’organismo possa rinascere, sotto nuove sembianze. In questo caso, ovvero di fronte ad un’Agenzia ufficialmente soppressa, e ad un nuovo organismo che ne erediterebbe le competenze, sarebbe probabilmente necessario avviare nuovamente l’iter per la localizzazione dell’Agenzia. Che le cose possano insomma non stare proprio come le ha dette il Ministro della Salute, Ferruccio Fazio, al presidente della Provincia di Foggia, Antonio Pepe è qualcosa di più di un semplice timore.
Durante la campagna elettorale regionale, Zaia rilanciò la questione della sede dell’Authority, rivendicandone nuovamente l’ubicazione a Verona, e sottolineando la necessità di giocare a carte scoperte.

{affiliatetextads 1,,_plugin}Sulla questione c’è da registrare anche un interessante “post”, pubblicato qualche tempo fa da Roberto La Pira su “Nova100″ il blog degli innovatori del Sole 24 Ore. La Pira, che è tornato ad occuparsi qualche giorno fa della vicenda definendo “paradossale” la vicenda, aveva dato per primo la notizia della soppressione dei finanziamenti previsti per Foggia (6,5 milioni di euro). Nel suo “post”, l’autore aveva però dato anche altre importanti primizie sulle cose che andavano maturando in seno al Ministero, come, per esempio la mancata approvazione del piano di lavoro elaborato dal Comitato Nazionale per la Sicurezza Alimentare (Cnsa) costituito nel febbraio 2008 proprio con la prospettiva di trasformarsi in Agenzia nazionale grazie ai fondi stanziati dalla Legge Finanziaria.
E non è tutto. La Pira aggiunge: “La beffa è che il 18 settembre il sottosegretario alla Salute Francesca Martini ha firmato un decreto che istituisce la Consulta delle associazioni dei consumatori e dei produttori in materia di sicurezza alimentare (un  nuovo gruppo composto da 14 membri in rappresentanza delle istituzioni e da 15 rappresentanti delle organizzazioni  dei consumatori). Cancellare in modo subdolo i fondi per l’Agenzia nazionale di Foggia è assurdo, anche perché a Parma risiede la sede dell’Agenzia per la sicurezza alimentare europea (Efsa) dove lavorano 160 esperti e centinaia di funzionari (l’Efsa opera insieme alle altre agenzie presenti in tutti i paesi dell’UE (Afssa in Francia, FSA in Inghilterra, BfR in Germania… tranne che in Italia). Noi siamo l’unica nazione sprovvista.”

” Da noi – conclude La Pira – la sicurezza alimentare è spalmata su due ministeri, decine di organismi e di comitati privi di un coordinamento efficace. Ogni giorno ministri e politici parlano di tolleranza zero verso truffatori e sofisticatori, ma poi i fondi  per l’unica Agenzia che deve occuparsi di sicurezza alimentare spariscono. I politici sanno che la tolleranza zero tanto sbandierata sui media, poi quando si trasferisce nelle aule dei tribunali diventa una farsa. La Gazzetta ufficiale elenca solo 81 sentenze penali passate in giudicato nel 2008 per reati attinenti e frodi, e le sofisticazioni alimentari e le multe oscillano da 500 a 3000 €. Forse per questo motivo qualcuno preferisce frodare e rischiare una multa irrisoria nell’eventualità di essere intercettati.”
Insomma l’Agenzia viene soppressa, il Comitato che doveva esserne il braccio scientifico viene congelato, ma nel frattempo si promuovo nuovi organismi, come la pletorica Consulta delle associazioni dei consumatori e dei produttori. Chissà che adesso dal cilindro di qualcuno non venga estratto ancora un nuovo comitato o organismo…

Arturo Desio - Quotidiano di Foggia