Un vero e proprio “evento” quello di rivedere i due Minervini sullo stesso palco, dopo quasi dieci anni, e cioè dopo la lacerazione del 2000 che portò alla caduta dell’amministrazione comunale guidata da Guglielmo Minervini a causa del “ribaltone” promosso dall’altro Minervini, Tommaso, successivamente eletto primo cittadino alla guida di una coalizione di centrodestra. “Stasera – ha detto Vendola per rompere il ghiaccio, tra gli applausi di tutti, anche dei due Minervini – si sancisce su questo palco la riunificazione della sinistra di Molfetta. Un fatto di straordinaria importanza”. “Chiedo scusa a Cives e Porta se faccio una battuta – ha proseguito il presidente della Regione visibilmente soddisfatto – ma mi verrebbe da dire a tutti voi: votate Minervini, e scegliete voi quale”.
Poi Vendola è passato ad affrontare i temi di questa campagna elettorale partendo da una feroce critica del “berlusconismo” come “un modello di vita che, replicato all’infinito nei pomeriggi televisivi o nelle trasmissioni come il Grande Fratello, sta condizionando il nostro immaginario, i nostri sogni, il nostro linguaggio. E’ un fenomeno evidente che va ben oltre la figura di Silvio Berlusconi il quale, in questi giorni, sta assumendo un profilo sempre più eversivo e aggressivo nei confronti delle altre istituzioni dello Stato. Ma il berlusconismo non finirà con Berlusconi, se il centrosinistra in Italia non sarà in grado di proporre un modello diverso e alternativo. Un modello che sappia rappresentare concretamente un’idea altra del mondo, della società, della politica. Noi, in Puglia, in questi cinque anni lo abbiamo fatto”.

Ed è proprio su questo, sull’anomalia del fenomeno-Puglia rispetto a quel che avviene nel Paese che Vendola si è soffermato a lungo: “Le attenzioni di tutti gli osservatori, nazionali e internazionali, sono oggi puntati sulla sfida che si gioca in questa Regione. E il motivo è molto semplice: perchè noi qui siamo stati capaci concretamente di rappresentare un diverso modello di sviluppo. Abbiamo detto no ad un modello industrialista che violenta l’ambiente (si pensi a come è stata ridotta Taranto negli scorsi decenni) e abbiamo puntato sulla green economy, sull’energia pulita, sulla tutela del nostro territorio, della nostra aria, del nostro mare. E così continueremo a fare per i prossimi anni, lanciando una grande campagna per la solarizzazione delle città: tutti gli edifici pubblici, ma anche le case e le aziende dovranno produrre energia con i pannelli fotovoltaici, con l’energia che proviene dal sole. Per non parlare del tema dei rifiuti che rappresentano una grande opportunità se debitamente recuperati”.
Ma il grande nemico di Vendola e della sua giunta, in questi anni, è stato il precariato: “La precarietà del lavoro – ha detto il governatore pugliese – diviene presto precarietà esistenziale e la precarietà ti toglie futuro, ti toglie speranze, ti toglie la possibilità stessa di vivere. Noi dobbiamo cambiare profondamente il nostro modello economico. In questi anni abbiamo combattuto la precarietà in ogni ambito, stabilizzando i lavoratori del 118, gli operai irrigui, i forestali, tutto quel mondo della sanità che viveva nell’incubo di perdere il lavoro da un giorno all’altro. Noi – ha proseguito Vendola tra gli applausi dei presenti – abbiamo restituito speranze a questo territorio anche grazie alle politiche giovanili: un impegno massiccio per consentire ai giovani pugliesi di coronare i loro sogni. Bollenti Spiriti, Ritorno al Futuro, Contratto Etico, Principi Attivi, sono tutte iniziative che hanno consentito ai nostri ragazzi di scommettere sul loro futuro”.

{affiliatetextads 1,,_plugin}Ma il presidente uscente non si è tirato indietro rispetto alle notizie di più scottanti attualità, legate agli scandali sulla sanità che hanno portato all’arresto dell’ex vice-presidente della sua giunta, Sandro Frisullo: “La questione morale dobbiamo guardarla negli occhi, anche quando riguarda noi. Non basta guardare la trave nell’occhio di Berlusconi, occorre liberarsi della pagliuzza nel nostro occhio, perchè sulla questione morale ogni pagliuzza è un’insopportabile violenza. E allora dico che la magistratura deve fare il suo corso, sempre, a Bari come a Trani. Ma la politica è arrivata ben prima dei provvedimenti giudiziari di questi giorni, visto che un anno fa, alle prime indiscrezioni giornalistiche, ho azzerato la giunta rimettendo al centro il tema della questione morale”.
“In questi anni – ha concluso Vendola – ho provato molte volte il brivido del potere. Ma il brivido del potere non è quella orribile convinzione di essere potenti, di poter fare qualunque cosa perchè tutto è dovuto a chi è chiuso nelle stanze dorate del palazzo. No, il brivido del potere che ho provato io è l’emozione di rendermi conto ogni giorno di poter concretamente cambiare la vita delle persone, rendendola migliore con il nostro lavoro. Ecco, questo abbiamo fatto noi in questi anni: abbiamo cambiato il corso delle cose. E per questo, oggi, la Puglia è migliore”.
Il responso delle urne dirà se toccherà ancora a Vendola o al suo sfidante (“ma davvero vi devo parlare di Palese, stasera?” l’unico riferimento al candidato di centrodestra che il governatore pugliese si è ironicamente lasciato sfuggire) guidare la nostra regione nei prossimi 5 anni.

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