CIAK, SI GIRA LA STORIA. Ci sono film che fanno la storia, raccontandola. La “Settimana Identitaria”, in collaborazione con Apulia Film Commission, offrirà una rassegna delle grandi opere cinematografiche che hanno raccontato caratteri, santi, demoni e virtù della gens italica.

PAESAGGIO, PELLICOLA VIVENTE. Al centro dei 10 giorni petraioli ci sarà il paesaggio come elemento centrale del ‘progetto di comunità’ che ha convinto nove paesi dei Monti Dauni a lavorare insieme per la costruzione del Territorio Socialmente Responsabile. Momenti di elaborazione e dibattito saranno dedicati ai piani paesaggistici, al Documento Programmatico Preliminare di Pietramontecorvino, al Patto dei Sindaci su bioarchitettura, risparmio energetico e green economy.

Il paesaggio come pellicola vivente da tornare a ‘fissare’, questa volta su tela, in una estemporanea di pittura dedicata ai piccoli comuni.

{affiliatetextads 1,,_plugin}IL CIBO RACCONTA. Nessun elemento, più del cibo, può raccontare i tempi, i colori e i modi di vivere e intendere la vita di un popolo. Pietramontecorvino, la Daunia e la Puglia anche questa volta si racconteranno con forme, fragranze e sapidità da guardare, odorare e degustare. Al cibo saranno dedicati due giorni della “Settimana Identitaria”.

LE TORRI E I DRAPPI. Su Pietra, oltre alla Bandiera Arancione assegnata al paese nel 2010 e al gonfalone amaranto de “I Borghi più belli d’Italia”, svettano la Torre del Palazzo Ducale e quella del sito archeologico di Montecorvino: il complesso monumentale di Terravecchia, da una parte, e la cosiddetta “Sedia del diavolo” dall’altra. Entrambe le fascinose location diverranno, ancora una volta, luogo d’incontro e di riflessione per proposte e progetti inerenti alla Via Francigena del Sud, a nuove campagne di scavi, con l’illustrazione dell’idea già work in progress relativa al Parco della Salute.

IL PALIO E LA PROCESSIONE NEL GRANO. Il 15 maggio sarà la volta del Palio della Bandiera, con giochi medievali, squadre e cavalieri in costumi d’epoca, a contendersi la conquista dell’onorato drappo. Il giorno dopo, si svolgerà la 123esima edizione della processione dei palii di Sant’Alberto da Pietra a Montecorvino, con l’arrivo in mattinata di centinaia di persone da tutta Italia per partecipare all’evento. La “Settimana Identitaria” si chiuderà con un concerto e una sorpresa nella serata di martedì 17 maggio 2011.

SCHEDE DI APPROFONDIMENTO

La sedia del diavolo

Pietramontecorvino, in provincia di Foggia, è un borgo di 2800 abitanti. Posto a un’altitudine di 456 metri, si trova nella parte settentrionale dei Monti Dauni, a circa 30 chilometri dal capoluogo. Pietramontecorvino è uno dei “Borghi più belli d’Italia” e, nel 2010, il Touring Club Italiano ha promosso il paese con l’assegnazione della “Bandiera Arancione”, marchio di qualità turistica e ambientale per i comuni dell’entroterra.

Di particolare bellezza e interesse è la zona medievale del piccolo centro, il quartiere di Terravecchia, dove è possibile ammirare il complesso di Palazzo Ducale, la Torre Normanno-Angioina e il Centro Visite multimediale dedicato alle tradizioni del territorio, dalla transumanza al brigantaggio. A pochi chilometri dall’abitato si trova uno dei siti archeologici più interessanti del Mezzogiorno, quello di Montecorvino. Si tratta di un luogo che emoziona e apre uno squarcio sul connubio straordinario di storia e natura espresso da Montecorvino, dalla sua torre, dai resti della cattedrale e, adesso, anche dalla parziale emersione di una cinta muraria ben conservata. Il sito archeologico si trova su una collina posta al centro di un triangolo panoramico tra i borghi di Pietramontecorvino, Motta Montecorvino e Volturino. L’area è dominata da una torre, costruzione imponente che si innalza fino a un’altezza di 24 metri e ha una base quadrangolare di 120 metri quadrati. E’ chiamata “La sedia del diavolo” per la particolare forma acquisita nel tempo in seguito ai crolli che l’hanno divisa e aperta longitudinalmente. Pietramontecorvino è stato selezionato dalla Regione Puglia nel gruppo dei 20 paesi in cui avviare “Hospitis”, un progetto pilota per realizzare concretamente l’idea dell’ospitalità diffusa. Pietramontecorvino, anche in questo ambito, si sta attrezzando per far parte di un sistema capace di raccontare e valorizzare esperienze, valori, sapienze, arte e biodiversità ancora presenti nei piccoli centri, nelle ex terre marginali che si candidano a diventare centrali nella promozione di pratiche e politiche volte ad accrescere la qualità della vita. Sono in fase di ultimazione i lavori per la realizzazione del Centro Polivalente. Teatro, formazione, spazio di ideazione e confronto: la struttura che sta prendendo forma accanto alla scuola di San Pardo è unica nel suo genere in tutta l’area dei Monti Dauni. Sarà dotata di un sistema che permette il risparmio termico, grazie a convogliatori d’aria e pareti ventilate. Posta su tre piani, domina dall’alto la vista sul borgo.

Tra storia e natura, il progetto

{affiliatetextads 4,,_plugin}Prima il cuore di Terravecchia, poi il patrimonio archeologico e infine quello naturalistico: entro i prossimi tre anni, Pietramontecorvino vedrà completarsi il progetto di trasformazione del borgo in un piccolo-grande polo del turismo ambientale, storico e culturale. Il progetto prevede la costruzione del ‘Museo della Foresta’, la realizzazione di un ‘Parco avventura’, la sistemazione della pineta Colle Rosso e la riqualificazione del borgo medievale in tre fasi. Il ‘Museo della Foresta’ troverà spazio nei locali quella che un tempo fu la Casa del Guardia Boschi. Si tratta di una struttura della seconda metà dell’Ottocento, fino al 1930 rifugio dei guarda caccia comunali. Dell’edificio, abbandonato da moltissimi anni, sono rimaste in piedi soltanto le mura perimetrali. Il cosiddetto Casone Forestale costituirà una sorta di secondo polo attrattivo rispetto al già esistente Centro Visite allestito all’interno della Torre Normanna. A pochi passi dal ‘Museo della Foresta’, inoltre, prenderà forma il ‘Parco avventura’, altro progetto ammesso a finanziamento dalla Regione Puglia: sarà costituito da un insieme di percorsi sospesi a diverse quote da terra, installati su alberi ad alto fusto. I vari sentieri, ciascuno con un differente livello di difficoltà (percorsi per bambini, per adulti principianti e per adulti esperti), andranno a comporre il parco nel quale gli utenti potranno muoversi liberamente dopo essere stati istruiti ed equipaggiati con semplici dispositivi di sicurezza. All’interno dei boschi che circondano l’abitato, sarà completata la rete di camminamenti che porterà da un luogo all’altro (dalle aree picnic al museo, dal museo al Parco Avventura, dalla pineta al centro storico). La progressiva riqualificazione del borgo antico, la valorizzazione del sito archeologico di Montecorvino e la rete dei sentieri naturalistici andranno di pari passo all’implementazione di nuove infrastrutture quali la Sala Polivalente (già in costruzione) e il Centro Diurno per disabili (ammesso a finanziamento).

Il Parco della Salute

Un progetto che mette insieme 13 comuni per la costruzione, sui Monti Dauni, di un Territorio Socialmente Responsabile, un unico e grande laboratorio della green economy. E’ stato presentato a Pietramontecorvino e a Celenza Valfortore il 18 e il 19 settembre dello scorso anno. “Abbiamo reso ufficiale e manifesta la volontà di otto comuni dei Monti Dauni di porsi come un unico soggetto di fronte agli altri livelli istituzionali. Il nostro Progetto per l’Appennino Dauno, in una seconda fase, arriverà a integrare altri cinque centri di quest’area. L’obiettivo è quello di costruire una governance condivisa del territorio, per fare dei nostri comuni un unico, grande laboratorio dello sviluppo sostenibile”. Così Francesco Santoro e Rino Lamarucciola, rispettivamente sindaci di Celenza Valfortore e Pietramontecorvino, hanno sinteticamente illustrato il percorso intrapreso unitariamente dai comuni di Casalnuovo Monterotaro, Casalvecchio di Puglia, Castelnuovo della Daunia, Celenza Valfortore, Motta Montecorvino, Pietramontecorvino, San Marco la Catola e Volturino. Un percorso che potrebbe essere presto condiviso anche da Lucera, Torremaggiore, Biccari, Carlantino e Volturara Appula. “Stiamo già costruendo una governance condivisa – ha dichiarato Rino Lamarucciola, sindaco di Pietramontecorvino – I nostri comuni sono una voce sola non solo nel progetto del Tsr (Territorio Socialmente Responsabile) ma anche nell’iter per il riconoscimento del Sistema Turistico e nell’adesione al Patto dei Sindaci sancito a Bruxelles”. L’uscita dalla marginalizzazione attraverso un processo di crescita integrata che punta sulle vocazioni autentiche del territorio: agroalimentare di qualità, turismo verde, ricerca ambientale, utilizzo concertato e non invasivo delle energie rinnovabili, mobilità sostenibile, sviluppo urbano che riqualifica e riconverte, internazionalizzazione delle piccole imprese e formazione di nuove professionalità che possano lavorare sul territorio.

La processione nel grano, i palii di Sant’Alberto

{affiliatetextads 2,,_plugin}La processione di Sant’Alberto si svolge il 16 maggio di ogni anno dal 1889. Dal borgo, di buona mattina, parte una lunga teoria di donne, uomini e bambini; centinaia di persone precedute da enormi palii, i fusti d’albero addobbati con fazzoletti variopinti che vengono portati a braccia, eretti, con l’aiuto di lunghe funi. In mezzo, tra i palii e il popolo dei fedeli, c’è la statua del santo che unisce tre paesi: all’evento partecipano gruppi di fedeli provenienti da Motta Montecorvino, Volturino, e da molte città d’Italia dove risiedono le comunità di emigranti dei rispettivi centri dei Monti Dauni accomunati dalla devozione per Sant’Alberto. Tutti insieme, a piedi, percorrono i sette chilometri che separano Pietramontecorvino dal sito archeologico di Montecorvino. Per arrivare lassù, ai piedi di un’antica torre che domina sui ruderi di un’antica città e si staglia possente nel cielo, devono camminare in mezzo alla campagna, in un sentiero di terra battuta, attraversando il mare verde dei campi di grano ancora fresco. La tradizione vuole che, nel 1889, in seguito a una grave siccità, il popolo invocò l’aiuto di Sant’Alberto. Il santo apparve in sogno a due donne, dicendo loro che i fedeli avrebbero dovuto compiere un pellegrinaggio penitenziale ai ruderi di Montecorvino. Così fu e, il 16 maggio di 121 anni fa, il popolo di Pietramontecorvino, assieme ai fedeli giunti da Motta e Volturino, s’incamminò verso Monte Corvino portando con sé la statua del patrono. Al ritorno il paese arrivò la tanto sospirata pioggia. L’usanza del palio ha origine dalla tradizione pagana in uso anticamente come rito propiziatorio della fertilità, confluito poi nella pratica cristiana. Le donne offrivano al santo i loro fazzoletti per chiedere che il patrono proteggesse i loro uomini in guerra. I palii, che oggi sono molti e raggiungono in alcuni casi i 20 metri, permettevano a chi restava in paese e non poteva partecipare alla processione, di individuare e di seguire la statua di Sant’Alberto a chilometri di distanza. Il palio veniva vestito con scialli e fazzoletti tenuti insieme con fasce per neonati. A Montecorvino, dopo la messa, si svolge una cerimonia propiziatoria: la statua del santo viene portata ai quattro lati dei ruderi dell’antica cattedrale e posizionata con il viso rivolto ai campi per impartire la benedizione ai raccolti.