Tra essi, ospiti d’eccezione come BUNNA, leader degli Africa Unite, PUCCIA fisarmonicista degli Apres la Classe; CICO, il cuore e la voce dei Mamafr!ka; PACOTEN, singer, producer e selecta tra i fondatori di Sankara Warriors e dell’etichetta Lumumba records.

Un cantautorato energico dai ritmi in levare quello di Stefano Bannò a.k.a. Anansi, nome d’arte ispirato al dio ragno della mitologia afro-caraibica che, nel connubio tra eterogenee espressioni musicali, trova il giusto equilibrio per raccontare un mondo ideale in cui pace, tolleranza tra i popoli, intercultura, responsabilità sociale e amore non sono solo utopiche fantasie.

Fresco di stampa il suo ultimo disco “Tornasole”, album di dieci tracce inedite in cui il cantautore dal volto gentile parte per un viaggio metaforico nella primavera dell’anima in un percorso che, traccia dopo traccia, restituisce una personale analisi della realtà.

{affiliatetextads 1,,_plugin}“Scientificamente –racconta Anansi- la cartina al tornasole certifica i gradi del ph di un elemento. Metaforicamente è il processo che permette di stabilire la veridicità di un argomento. Più in generale, il tornasole riporta 10 diverse gradazioni di colore. Così come in ognuna delle 10 canzoni del disco ho voluto mettere un colore differente”.

Il disco contiene anche il pezzo con cui il dolce rastaman si è presentato al 61° Festival di Sanremo nella sezione giovani, Il sole dentro, brano che inizialmente riporta alla memoria le atmosfere radiofoniche e cantabili del dopoguerra, per poi trasformarsi in un ballabile reggae italiano molto apprezzato dalla critica.

Pubblicato per Atlantic/Warner Music, il disco si rivela un interessante lavoro in cui la tradizione melodica pop si sposa con le radici roots e la musica black per un risultato arricchito da raffinate collaborazioni con musicisti come il veterano del reggae nostrano Bunna degli Africa Unite nel brano Can’t stop my Music (un “inno alla musica libera” che si chiude citando Bob Marley in alcuni versi del brano Bad Card “voglio disturbare il vicinato perché mi sento troppo bene, voglio metter su il mio disco e alzare il volume al massimo dei watt”), i suoi conterranei trentini The Bastard Sons of Dioniso in Carpe Diem (un coacervo rock che ricorda il prog italiano anni ’70, le sonorità di Jane’s Addiction, Red Hot Chili Peppers e le chitarre lap-steel di Ben Harper) e Frankie Hi –Nrg in La realtà (rap elettronico fondato su un groove di basso inarrestabile in cui si apre una riflessione “sull’utilizzo che oggi si fa di immagine, immaginazione e realtà”).

“Tornasole” è solo l’ultima fase di una storia artistica che affonda radici già nella sua fanciullezza. Anansi nasce a Trento nel 1989 da genitori siciliani. I suoi familiari lo ricordano naturalmente incline alla musica sin da bambino: aveva solo nove anni quando intraprende lo studio graduale di chitarra, basso e percussioni. Già da ragazzino mostra i suoi ideali peace & love ed a tredici anni scrive la sua prima canzone No Racism.

Dopo la fruttuosa esperienza con i Buffalo Soldier, band trentina con cui condivide festival e rassegne, trascorre un anno in Irlanda, dove matura esperienze che lo porteranno - zaino e chitarra in spalla - a suonare per l’Europa nelle strade di Londra, Dublino, Galway e Kilkenny. Nel 2008 Anansi collabora con l’etichetta indipendente tedesca Big Belly Records e scrive il pezzo Love me or leave me alone (Picker Riddim), la sua prima uscita ufficiale. L’anno successivo esordisce sul mercato discografico con il primo e omonimo album da solista “Anansi” (Distar Records) che gli aprirà la strada ai più importanti club e festival reggae nazionali ed internazionali come il “Rototom Sunsplash” e il Calabash Club di Berlino (con Fire Foundation e I-Shence).

{affiliatetextads 4,,_plugin}Anno fruttuoso per la sua carriera il 2009, quando inizia la preziosa collaborazione con ROY PACI & ARETUSKA, la più famosa reggae/ska/patchanka band italiana che lo riporta in giro per l’Europa esibendosi come MC/Vocalist in Austria, Germania, Francia, Spagna. Partecipa inoltre al disco “Latinista” come co-autore e co-interprete. Insieme alla famiglia Aretuska, si esibisce nei celebri club “Le Poisson Rouge” di New York ed “El Rey Theatre” di Los Angeles, dividendo il palco con Negrita ed Apres La Classe. Nel 2011 partecipa al 61° Festival di Sanremo nella sezione giovani con Il sole dentro, una delle canzoni contenuti nell’album “Tornasole”.

Perché perdersi nel cosmo di Anansi? Perché – come recita l’aforisma anonimo – «una bussola non dispensa dal remare». E se la voce calda e profonda di Anansi, la sua soggettiva percezione della melodia ci faranno da bussola, remare al ritmo delle sue canzoni sarà un dolce naufragar!.