L’assessore, infatti, ha garantito anche il sostegno della Regione Puglia a programmi di ricerca, da attivare in Capitanata con la collaborazione dell’Università degli Studi di Foggia, dedicati al contrasto della diffusione della falena del pomodoro, la cui presenza è una seria minaccia alla sopravvivenza stessa di questo comparto ortofrutticolo.

DOC TERRE DEL NERO DI TROIA
- Il parere negativo al riconoscimento della denominazione di origine controllata per il vino prodotto con uve Nero di Troia, spiega Mirko Di Cataldo, “deriva essenzialmente dalle indicazioni restrittive della Commissione europea, che ha sollecitato le Regioni alla revisione delle DOC e delle DOCG, troppo numerose e con produzioni ridotte rispetto alle richieste dei mercati”. A fronte della motivazione tecnico-burocratica, “abbiamo fatto rilevare all’assessore Stefàno l’estensione territoriale e la potenzialità produttiva del consorzio – prosegue il responsabile del dipartimento Agricoltura – quest’ultima rafforzata anche dai premi assegnati ad alcuni vini prodotti da questi vitigni autoctoni in occasione dell’ultimo Vinitaly”.

Di qui la decisione di “organizzare un incontro – afferma Paolo Campo – innanzitutto con i sindaci dei Comuni consorziati e la Provincia di Foggia per approfondire il tema e, nel più breve tempo possibile, correggere il parere del Comitato Vini della Regione Puglia. Produrre per i mercati, meglio ancora se internazionali, è decisivo per il superamento della crisi strutturale che attanaglia la vitivinicoltura foggiana da almeno un quinquennio. In questo senso, il riconoscimento della DOC è un fattore decisivo anche per il resto della produzione regionale, come ha sottolineato lo stesso assessore, che si proporrebbe ai potenziali acquirenti con un più ampio ventaglio di varietà di pregio e maggiori quantità”.


{affiliatetextads 1,,_plugin}EMERGENZA POMODORO - Sul fronte della difesa del pomodoro dall’attacco della tuta absoluta, cui è attribuita la distruzione di intere piantagioni negli agri campani e siciliani, l’assessore Stefàno ha raccolto e condiviso la proposta di collaborare alla costituzione ed al finanziamento di una task force tecnico-scientifica che ne contrasti la diffusione. La presenza di questo insetto è stata già monitorata in Capitanata, in pieno campo e sotto serra, e ne è derivata l’attivazione di protocolli di difesa che hanno un costo elevatissimo: circa 650 euro per ettaro, con un incremento del 70% della spesa mediamente sostenuta durante la stagione passata. “Non possiamo correre il rischio che l’azione di questo insetto – continua Di Cataldo – metta a rischio la produzione di 25 milioni di quintali di pomodoro, decine di milioni di euro di fatturato e migliaia di posti di lavoro nella raccolta e trasformazione”. L’attenzione a questo tema specifico è stata, peraltro, confermata dall’impegno assunto dall’assessore Stefàno a sostenere il congresso internazionale biennale degli entomologi, ospitato a Vico del Gargano il prossimo autunno.

“La Regione Puglia ha mostrato e continua a mostrare attenzione alle istanze provenienti dalla Capitanata – commenta il consigliere regionale Franco Ognissanti – che potrebbero essere meglio sostenute da un sistema di rappresentanza degli interessi territoriali più coeso e coordinato”.


“L’incontro con l’assessore Stefàno inaugura un nuovo metodo di confronto con il governo della Regione Puglia, da cui ci attendiamo capacità di ascolto e di sostegno in misura e qualità maggiori del recente passato – aggiunge Paolo Campo – Questa prima esperienza è stata decisamente positiva nelle premesse e sarà anche nostro impegno fare in modo che si realizzino le azioni concertate”.