L'unico contributo arriva dalla dorsale alimentata da una tubazione di proprietà dell'Asi, proveniente dal serbatoio di 1500 metri cubi in località Mater Gratiae, capace di trasportare al massimo 14.5 litri al secondo, insufficienti a garantire l'autonomia del porto. Lo studio Severini prevede condotte di distribuzione agganciate innanzi tutto al sistema idrico che Aqp estenderà alle marine dei paesi del versante occidentale (Palagiano e Massafra) da cui potrà assorbine fino a 120 litri al secondo e, come ulteriore contributo, una più modesta alimentazione dal quartiere Croce. In ogni caso, è scritto nella relazione di accompagnamento al progetto, «il porto non può essere considerato alla stregua di un quartiere urbano come se fosse una semplice appendice delle reti esistenti, ma dovrebbe essere dotato di un sistema autonomo di alimentazione realizzato con un adeguato impianto di accumulo e pompaggio in rete interna».

{affiliatetextads 1,,_plugin}La fornitura dell'acqua potabile, in ogni caso, è un segmento del progetto complessivo posto a base della gara assegnata dall'Authority. Il progetto complessivo ha come obiettivo la sicurezza ambientale e di qualità dei servizi idrici integrati di cui il porto di Taranto ha bisogno praticamente da sempre. Questa enorme lacuna deriva dalla storia stessa del porto ionico. Il molo San Cataldo risale al 1904, la banchina della Calata 1 è del 1935, i restanti sporgenti e i piazzali sono legati all'avvento della siderurgia e si riferiscono agli ultimi cinquant'anni. Interventi frammentati, e con più esecutori, hanno creato una situazione non conforme alle leggi e inadeguata alla qualità e alla sicurezza ambientale di uno scalo marittimo moderno. Di qui l'incarico affidato dall'Authority di realizzare un sistema per la gestione razionale ed ecocompatibile delle acque meteoriche, la costruzione del sistema fognante, la razionalizzazione del sistema idrico potabile. Diciotto gruppi professionali di Ingegneria hanno partecipato al bando di gara, il vincitore è stato lo studio Severini.

Corriere del Mezzogiorno