“Oltre a procedere rapidamente con la richiesta al Governo di riconoscimento dello stato di calamità naturale – continua Bordo – gli enti territoriali devono assumere piena responsabilità rispetto a questo tema, perché i danni provocati dall’acqua piovana e marina sono sempre più gravi e prolungati nel tempo.

{affiliatetextads 1,,_plugin}Da tempo, Comuni e operatori economici chiedono interventi di prevenzione delle esondazioni e delle mareggiate: dalle opere di contenimento a mare al rinforzo degli argini di canali e torrenti.

I danni, peraltro, non sono esclusivamente di carattere economico, giacché l’intero ecosistema costiero subisce continue e, in modo particolare, invasive alterazioni, i cui effetti non sono pienamente calcolabili e si protrarranno per un tempo non preventivabile. Gli eventi calamitosi che stanno flagellando il litorale adriatico – conclude Michele Bordo – sono la dimostrazione che la cura del territorio costa di gran lunga meno degli interventi necessari a riparare i danni, ma il Governo continua a rimanere indifferente e inerte”.