{affiliatetextads 1,,_plugin}Considerando i dati per genere, a fronte di una diminuzione del 2,9% per la componente maschile, in quella femminile si assiste ad un incremento dello 0,4%. Per gli incidenti mortali, nel comparto maschile si registra una flessione del 7,2%, mentre nella componente femminile la situazione resta sostanzialmente stabile. Analizzando i dati per ripartizioni territoriali, si assiste ad un calo degli infortuni più marcato nel Mezzogiorno rispetto al restante territorio nazionale: -3,2% al Sud rispetto al -1,8% del Centro e al -1,5% del Settentrione. Per quanto riguarda la variazione sugli infortuni mortali, la realtà si dimostra diversa: -5,5% nel Mezzogiorno, -11,8% nel Centro e -5,7% nel Settentrione.

“Tuttavia troppo spesso assistiamo – continua Pugliese - ad incidenti, spesso anche mortali, dovuti alla superficialità nelle modalità di lavorazione, ad una cattiva organizzazione dei tempi e dei modi di lavoro, all’assenza  totale o parziale dei dispositivi di protezione individuali e alla mancata conoscenza dei rischi connessi. Incidenti che avvengono, nella maggior parte dei casi, a causa della mancata formazione, di base e di aggiornamento, o di percorsi formativi svolti con superficialità con il solo obiettivo di ottenere, da parte datoriale, le certificazioni di legge in regola. Fondamentale è il ruolo ispettivo e di vigilanza con il conseguente sistema sanzionatorio, ma ancor più importante diventa una politica di accompagnamento nel miglioramento e consolidamento delle procedure lavorative, della formazione e dell’aggiornamento tecnico e tecnologico”.