Ed infatti, ci è giunta segnalazione da parte di alcuni cittadini che già alle prese con le difficoltà  quotidiane dell’obesità, sono stati costretti a rivolgersi a proprie spese a centri diagnostici privati per poter effettuare una semplice RMN, spesso a distanza di centinaia di chilometri dalla propria residenza con i conseguenti aggravi in termini di costi, di tempi e le inevitabili ricadute sulla stessa salute che si dovrebbe andare a preservare.All'imbarazzo di certe situazioni può sommarsi, evidentemente, il dramma di una diagnosi improvvisamente fuori portata.

{affiliatetextads 1,,_plugin}Per Giovanni D’AGATA componente del Dipartimento Tematico Nazionale “Tutela del Consumatore” di Italia dei Valori, non è retorico affermare che anche nel 2010 non sempre le politiche sanitarie siano rivolte indistintamente a tutti i cittadini, ma ciò che risalta con lampante evidenza è che anche in questi casi le carenze strutturali della sanità pubblica debbano avvantaggiare inevitabilmente quella privata a scapito dei soggetti più deboli.

Sempre secondo Giovanni D’AGATA, la battaglia per una sanità più giusta deve partire non solo da una corretta redistribuzione delle risorse pubbliche ma anche dal riequilibrio sui territori delle attrezzature ed infrastrutture poiché le cure non sono concepite per accogliere tutte le forme dell'essere umano.

Nel caso di specie, quindi, ogni ASL dovrebbe dotarsi di almeno un’apparecchiatura per Risonanza Magnetica aperta visto che in Italia si possono contare sul palmo della mano e tutte in uso di strutture private.