I Riti del Carnevale di Putignano, tracce di una storia con pochi eguali
- Categoria: Storia e Tradizioni Pugliesi
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Il ruolo di assoluto primo piano concesso dalla società al carnevale ha fatto sì che il costume, nei secoli, abbia portato ad un autentico processo di personificazione. Un passaggio ricorrente, oltre che nelle immagini e nella letteratura, anche nelle feste, nei Riti del repertorio più classico.Sono ancora in vita diversi riti tradizionali: La Festa dell’Orso, ogni anno, il 2 febbraio, giorno della Candelora, a Putignano va in scena un’antica consuetudine, una vera e propria performance, che ha come protagonista un orso il cui legame con il Carnevale è confermato da alcune capacità magico - divinatorie che la tradizione popolare gli attribuisce.
Infatti, secondo un antico proverbio putignanese, proprio il giorno della Candelora, l’orso ha la possibilità di prevedere l’andamento del clima per la parte rimanente dell’inverno, sulla base di una “logica carnevalesca” o meglio “rovesciata”: se in quel giorno il tempo è buono, l’orso “si costruisce” il “pagliaio” per difendersi dalle imminenti intemperie, se invece è cattivo, abbandona le preoccupazioni, perché sa che il clima sarà buono. Ogni 2 febbraio un’associazione teatrale cittadina mette in scena la teatralizzazione della Festa dell’Orso.Altrettanto caratteristico il secolare appuntamento della Estrema Unzione di Carnevale, da sempre abbinato a quello, cronologicamente successivo, del Funerale di Carnevale.L’ Estrema Unzione entra in scena ogni anno alla vigilia del martedì grasso, ultimo giorno di carnevale prima che il calendario introduca il periodo, più intimistico, della Quaresima. Nella penultima sera di vita, un corteo mascherato con paramenti sacerdotali e vestiti clericali si sposta per le vie del paese, per impartire una benedizione tutta particolare, declamando una esilarante biografia in vernacolo del Carnevale morente.
La finta processione vaga per le vie cittadine dalle prime ore della sera fino a notte inoltrata, con il seguito improvvisato di appassionati e curiosi, e con un peregrinare infinito fra piazze e locali, pronti ad accogliere e a rifocillare gratuitamente i “ministranti”. E’ uno dei momenti più belli, uno di quelli che conservano intatto il fascino della partecipazione, della condivisione, dell’essenza povera e altruista del carnevale del passato.Il programma delle ultime ore della festa si apre con l’ultimo corso mascherato, esaltato dalle luci della sera nelle sue sfumature “goticheggianti”. Poi, il Funerale di Carnevale e la Campana dei Maccheroni lasciano che il sipario cali ancora una volta su eccessi e rumori, danze sfrenate e licenze carnascialesche.Il Funerale di Carnevale manda sotto i riflettori un corteo funebre al seguito del caro estinto, rappresentato da un maiale in cartapesta pronto ad incarnare le metafore un periodo di eccessi e rottura delle regole. Il maiale, al termine dell’itinerario, verrà bruciato nella piazza cardine del centro storico, cuore pulsante della storia e della cultura putignanese. E’ il paradigma di un rito purificatorio, chiamato a bruciare il materialismo in favore della spiritualità, ad innalzare pensieri e progetti verso quelle prospettive che da lì a poche ore avranno il sopravvento.
{affiliatetextads 1,,_plugin}Gli ultimi minuti di vita del Carnevale si muovono al ritmo dei 365 rintocchi della Campana dei Maccheroni, issata in piazza per scandire gli ultimi palpiti di una festa infinita. Davanti alla grande campana in cartapesta, tutto il paese, e le decine di migliaia di visitatori presenti, si ritrovano insieme ancora una volta, per gli ultimi balli davanti ad un bicchiere di vino ed un piatto di pasta.