Milano. «L’amore quando arriva spacca tutto: è un monito verso me stesso».
Lo ha dichiarato Giuliano Sangiorgi alla presentazione del nuovo album “Free love” dei Negramaro, il nono in studio, disponibile in digitale, cd e vinile da venerdì 22 novembre: dodici tracce con le otto collaborazioni di Jovanotti, Elisa, Tiziano Ferro, Fabri Fibra, Aiello, Malika Ayane, Niccolò Fabi, JJ Julius Son.
«È un ritorno alle radici dopo anni di evoluzione – ha esternato Sangiorgi – Siamo noi all’ennesima potenza con una libertà che s’impara, con dei limiti: la vera libertà è una ossessione bellissima a fare cose migliori».
L’album è stato registrato a Berlino negli storici Hansa Studios che hanno ospitato, fra gli altri, U2, David Bowie, Depeche Mode, Iggy Pop, REM: tutti i testi e le musiche sono di Giuliano Sangiorgi.
«È un disco con cui si impara ad essere più liberi e tutto ciò che arriverà per noi è assoluta libertà – ha sentenziato Giuliano – Impariamo agli errori ad essere liberi e in tutto il disco soffia questo vento di libertà, spregiudicato e nuovo, e lo lasciamo soffiare, forte, fortissimo, senza preoccuparci e senza voler sapere fin dove ci spingerà».
Le collaborazioni del disco sono frutto di amicizie e legami artistici che durano nel tempo: con Elisa i Negramaro avevano già lavorato in “Basta così” e “Ti vorrei sollevare”, con Jovanotti in “Cade la pioggia” e “Safari”, Malika Ayane è l’artista per cui Giuliano ha scritto “Come foglie”, “Niente”, “E se poi” e insieme hanno interpretato “La canzone del sole”, durante la serata cover allo scorso Sanremo; con Fabri Fibra la collaborazione è arrivata dopo un lungo periodo di stima reciproca, cominciato dieci anni fa con alcuni messaggi condivisi sui social, nei quali Giuliano e Fibra hanno espresso il loro desiderio di scrivere qualcosa insieme.
Sono prime collaborazioni artistiche, ma amicizie di lunga data, quelle con Niccolò Fabi e Tiziano Ferro; con Niccolò Fabi, Giuliano ha duettato in una diretta social sulle note di “Delicate” di Damien Rice, durante il lock down, e con Tiziano Ferro ha fatto emozionare lo Stadio San Nicola di Bari sulle note di “Non me lo so spiegare” ed “Estate”.
“Solo se sbagli” è il titolo della canzone con Tiziano Ferro.
«Una canzone contro ogni forma di prigione che l’orgoglio, quello a tutti i costi, può costruire – ha affermato il frontman della band – Riconoscendo gli sbagli e urlandoli o cantandoli ad alta voce, esci da quella zona d’ombra in cui non scegli e sembra convenga farlo, per non stare da nessuna parte, così sei sicuro che non sbagli. Con Tiziano ci invitiamo a scegliere: vogliamo vivere e sbagliare e innamorarci di un amore puro e sincero, questo sì, sincero a tutti i costi».
Sono nuovi incontri quelli con Aiello e Kaleo; Aiello è stato ospite di N20 Back Home, il concerto evento di Galatina, organizzato nel 2023 per festeggiare i vent’anni della band; JJ Julius Son, autore della hit “Way down we go” da oltre un miliardo di streaming, rappresenta la novità assoluta del disco, con la band islandese Kaleo, dal sound rock blues e la voce profonda di Jokull Juliusson, porta tutta la sua vigorosa energia nel pezzo che, insieme al sound caratteristico dei negramaro, esplode nel mantra “Free love”.
Il concept di “Free love” si esprime attraverso la copertina del disco, che ospita l’opera originale “Narciso” di Jago, scultore italiano definito dal The Guardian “Il nuovo Michelangelo”; l’opera rappresenta l’uomo riflesso in una donna e il suo contrario: così come nell’opera di Jago, nel disco dei Negramaro c’è una simmetria perfetta di sentimenti. All’opera è sovrapposto il logo rosso ‘Free love’ creato ad hoc dal collettivo Lrsa, che era già comparso, come spoiler, nel videoclip di “Luna piena”.
Un disco che non censura il sapore dell’amaro, che svela la fragilità e l’inquietudine, che invita all’azione, non solo come risposta alle avversità ma come spinta per sognare, sperare, tornare a splendere: la forza e la fiducia di uscire dalla comfort zone.
Il viaggio live dei Negramaro continua da settembre 2025 e sarà l’occasione per ascoltare per la prima volta dal vivo le canzoni di “Free love”: 27 settembre a Jesolo (Palazzo del Turismo), 3 ottobre ad Assago (Unipol Forum), 7 a Casalecchio di Reno (Unipol Arena), 10 a Torino (Inalpi Arena), 12 a Firenze (Nelson Mandela Forum), 14 a Eboli (Palasele), 17, 18 e 19 a Bari (Palaflorio), 23, 24 e 25 a Messina (PalaRescifina) e 29 chiusura a Roma (Palazzo dello Sport).
L’Instore Tour “Free Love” inizia sabato 23 novembre da Milano (Mondadori Duomo), 24 Torino (Dream Urban District), 25 Firenze (Feltrinelli), 26 Roma (Discoteca Laziale), 29 Nola (Vulcano Buono), 30 Belpasso (Etnapolis), 1° dicembre Rizziconi (Porto degli Ulivi), 3 Molfetta (Gran Shopping Mongolfiera), 4 Casalecchio di Reno (Gran Reno), 5 Venezia (Nave de Vero) e 9 Corciano (Quasar Village).
Un sistema di turismo accessibile e inclusivo, con servizi mirati per persone con disabilità. Taranto protagonista del progetto “Sentieri” che punta a trasformare l’offerta dell’intera provincia, promuovendo allo stesso tempo il ricchissimo e variegato patrimonio che la contraddistingue.
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Martina Franca (TA). Da anni l’Arca, l’associazione scientifica dei Cardiologi Ambulatoriali opera costantemente sul territorio nazionale. E, in Puglia, è molto attiva ed impegnata nel cercare di favorire, a livello medico, la diffusione delle nuove conoscenze cardiologiche, attraverso incontri, che coinvolgano altri specialisti e medici di Medicina Generale.Nello specifico, l’Arca pugliese, sulla scia di quanto previsto a livello nazionale, mira a stimolare l’aggiornamento dottrinale, tecnologico e strumentale dei propri associati, promuovendo la realizzazione di tavole rotonde, iniziative o convegni su specifiche tematiche di interesse cardiologico-ambulatoriale, in collaborazione con strutture universitarie, ospedaliere ed Enti. Di qui, l’importanza del Congresso regionale che, in Puglia, quest’anno, taglia il traguardo della 40^ edizione.Come, ormai, accade da anni, si terrà al Park Hotel San Michele, a Martina Franca, dove, come spiega Angelo Aloisio, responsabile scientifico del Congresso, nonché presidente Arca Puglia dal 2017, <<abbiamo sempre registrato un ottimo riscontro, sia in termini di interesse che di partecipazione>>.
Venerdì 22 novembre (ore 8,30-13,30) e sabato 23 (ore 9-13,30) sono le date scelte per far arrivare nella splendida cittadina della Valle d’Itria i luminari della materia. Sicuramente non mancheranno all’appuntamento il presidente Arca Puglia Aloisio e Giovanni Battista Zito, presidente nazionale, ai quali è affidata l’apertura dei lavori. Impegnato nell’organizzazione dell’evento l’intero direttivo dell’Arca pugliese (Ettore e Valeria Antoncecchi, Gaetano Buta, Adele Lillo, Maria Maiello, Pasquale Palmiero e Umberto Rizzo). Presidente onorario, il professor Paolo Rizzon (già professore ordinario Scuola di Specializzazione in Cardiologia Università di Bari). Assicurato, anche per questa 40^ edizione, l’intervento del prof. Marco Matteo Ciccone (direttore Scuola di Specializzazione in Cardiologia Università di Bari).
In programma ben sei sessioni interattive di lavoro, per approfondire tematiche come la prevenzione cardiovascolare e le relative innovazioni terapeutiche, la medicina di genere, l’ipertensione arteriosa, l’aritmologia e la cardiologia interventistica e cardiochirurgia. Attenzione riservata soprattutto alla cardiopatia ischemica e allo scompenso cardiaco, che rappresentano le più frequenti cause di ospedalizzazioni, spesso ripetute in periodi brevi, determinando, di fatto, l'aumento dei costi sanitari.
Sarà un’occasione di confronto interdisciplinare, aggiornamento e formazione d’alto livello, garantita dai settanta interventi previsti (tra moderatori e relatori) e dalla partecipazione di tutte le figure sanitarie, coinvolte nella gestione del paziente cardiopatico: non solo dei medici cardiologi ambulatoriali ed ospedalieri, ma anche degli specialisti in branche internistiche, di cardiochirurghi e dei medici di Medicina generale.
In concomitanza con il Congresso regionale dell’Arca Puglia si terrà anche il 15° Congresso provinciale ionico.
Milano. «È ancora contemporanea, nonostante abbia iniziato la sua carriera a 18 anni con “Il cielo in una stanza”. Quando chiuse la stagione della televisione, il suo percorso andava in altre direzioni e aveva bisogno di collaboratori e musicisti intelligenti e capaci che si sono messi a sua disposizione».
È l’esternazione di Massimiliano Pani fatta alla presentazione del nuovo progetto discografico “Gassa d’amore” di sua madre Mina, in uscita venerdì prossimo 22 novembre.
«Sulla copertina è Mina che fa la folena di una nave – ha esternato il figlio della cantante – Mina è stata tutto, è stata un’aliena, una culturista, una paperina, una barbuta, una scimmia, qualunque cosa è stata da quando ha deciso di giocare con la sua immagine e l’ha fatto vent’anni prima di Madonna e trenta prima di Lady Gaga: questa volta è la folena di una nave».
“Gassa d’amante” è un disco sull’amore, che, di tutti i temi di Mina, resta quello principale. La gente sa così poco dell’amore, ma Mina, come i grandi poeti, ne sa moltissimo, e ce lo comunica una volta di più, con la suprema virtù di ridare senso e potenza drammatica anche al cliché più frusto della tradizione o della quotidianità: è il messaggio della sua arte, della sua anima, del suo corpo.
«Gassa d’amante è un nodo marinaro, il principe dei nodi marinari – ha precisato Pani – È stato scelto come titolo dell’album e ha a che fare con la copertina, che di solito non è nello stile di Mina; il nome di questo nodo marinaro gassa d’amante gioca con il doppio senso di amante: chissà che è un nodo marinaro fatto bene, se no si fa questa domanda».
Nelle canzoni di “Gassa d’amante”, da “Non smetto di aspettarti” a “L’amore vero”, “Per dirti t’amo”, “È così che funziona”, “Dispersa” e “Amami e basta”, “Buttalo via” e “Il cuore si sbaglia”, “Senza farmi male” e a “Non ti lascerò” si notano diversità ed eclettismo, e in ciascuna canzone avviene la più perfetta immedesimazione, una persona che non finge affatto, che non fa il personaggio, ma si rivela nella più singolare autenticità.
«Ascoltando la prima canzone del disco “Non smetto di aspettarti”, remake del brano di Fabio Concato, già c’è tutto, tutto di Mina – ha sottolineato Massimiliano – Lei non fa che inventare, ogni volta, e anche questa canzone, ogni frase, perfino in ogni lettera dell’alfabeto, diventano sue, inimitabili».
“Senza farmi male” porta la firma di Elisa.
«Mina ha scelto questa canzone di Elisa e l’ha fatta sua – ha osservato Massimiliano – Comunque resta Elisa in tutto e per tutto, ma Mina cambia sempre, e se anche mantiene quel che è già stata, perfino lampi della ragazza, tra spontanei zampilli di un sé inossidabile che sta sotto tutte le sue metamorfosi e perdura in un’abilità tecnica e in un vigore sonoro che sbalordiscono».
Ad anticipare l’album è stata la canzone “Buttalo via” di Francesco Gabbani.
«Mina gioca con i generi e gli stili musicali continua a ricordarci fino a che punto il talento e la libertà siano importanti per affermare la nostra identità – ha riflettuto Pani – È un modello di interprete per i musicisti come modello di coraggio e libertà per i ragazzi della generazione Z».
La grande abilità di Mina è di essere fuori da ogni cliché, da sempre.
«Non ama il pezzo da Mina, cerca quello interessante, e il cambio di registro ne fa una grande interprete – ha rivelato Pani – Mina cerca di mettere dentro tante cose, diverse, magari che una parte di pubblico non andrebbe a comprare: il bello è la varietà dei suoi dischi».
Mina è forse la cantante che riceve un gran numero di canzoni da autori anche sconosciuti per i suoi dischi.
«Brani inediti gliene arrivano tantissimi, 3-4 mila all’anno e ha la pazienza di ascoltarli tutti, l’unica a farlo, li sceglie personalmente per i suoi progetti futuri – ha puntualizzato Massimiliano – La scelta va ai testi meravigliosi in cui ha sempre avuto fiducia: se una canzone è bella la fa e basta, con rispetto di chi l’ha scritta e lei ha il coraggio di proporla. L’hanno sempre massacrata, da quando sono nato io da un rapporto con un uomo sposato».
Milano. «Avevo 14 anni quando partecipai al festival di Castrocaro e già lì feci una scelta coraggiosa: a quel tempo le donne cantavano le donne, portando in gara brani di Mina o Patty Pravo: scelsi di cantare “Un bimbo sul leone” di Adriano Celentano».
Lo ha ricordato Fiorella Mannoia alla vigilia dell’uscita il 29 novembre del suo nuovo album “Disobbedire”, contenente nove tracce, tra brani inediti e non, che compongono un ritratto di una delle grandi interpreti della musica italiana.
«Con la mia voce ho sempre preferito il repertorio maschile – ha esternato la cantante – La mia decisione fu considerata bizzarra a quel Castrocaro ma ci fu il patron Gianni Ravera che credette in me».
Questo album, che celebra i 70 anni dell’artista, racchiude canzoni, alcune delle quali firmate da Fiorella stessa, che fondono amore e consapevolezza, speranza e denuncia: brani che guardano al nostro tempo e in cui la musica si fa portavoce di impegno culturale e sociale, come “Mariposa”, già Premio Sergio Bardotti allo scorso festival di Sanremo e Premio Elsa Morante, ispirata alla storia delle sorelle Mirabal, che racchiude un messaggio per lei particolarmente importante e che porta avanti con impegno in ogni occasione: l’orgoglio di essere donna.
Il singolo “Disobbedire”, pubblicato a fine settembre e che dà il titolo al disco, invita all’autenticità in un mondo che spesso induce a conformarsi, un inno alla libertà che spinge a riflettere sul valore dell'indipendenza e dell’autenticità in un mondo che spesso induce a conformarsi, attraverso un testo potente che racconta l’importanza di rimanere fedeli a sé stessi e al proprio sentire anche quando la propria voce suona fuori dal coro.
«Non ho mai seguito regole di viaggio diversi dal mio intimo sentire – ha confessato – Piuttosto preferisco camminare sopra il ghiaccio anche quando diventa più sottile: la libertà che ancora grida dentro che all’ipocrisia continua a preferire il diritto di disobbedire».
L’album è impreziosito da alcuni sorprendenti featuring, senza limiti tra generi ed età, che ribadiscono l’universalità di alcuni messaggi: con Francesca Michielin e Federica Abbate in “La storia non si deve ripetere”, con Piero Pelù in “Dalla parte del torto” e con Michele Bravi in “Domani è primavera”.
“Domani è primavera” è il nuovo singolo di Fiorella Mannoia, un brano che sfiora le sfide della nostra contemporaneità, il buio di questi tempi in bilico tra violenza e guerra, ma anche la voglia di cambiamento di chi non si arrende: è la primavera che arriva, da sempre simbolo per eccellenza di rinascita e risveglio.
«È con “Come si cambia” che ho veramente capito e preso consapevolezza che questo doveva essere il mio mestiere e che questa mia voce drammatica riusciva a suscitare delle emozioni, se aveva un testo importante – ha sostenuto l’artista – Fino a quel momento era stato un susseguirsi di tentativi nel trovare una strada, una dimensione artistica che mi rappresentasse».
L’artista prosegue il suo viaggio nell’atmosfera intima e suggestiva dei teatri con il tour autunnale che toccherà il 19 novembre Ancona al teatro delle Muse, 21 Cremona al teatro Ponchielli, 23 Genova al teatro Carlo Felice, 25 e 26 Torino all’Auditorium del Lingotto, 28 Bari al teatro Petruzzelli, 1° dicembre Catania al teatro Metropolitan, 2 Palermo al teatro Biondo, 4 Avellino al teatro Carlo Gesualdo, 5 Roma all’Auditorium Parco della Musica, 7 Padova al Gran Teatro Geox, 9 Trento all’Auditorium Santa Chiara, 10 Lugano al Palazzo dei Congressi, 12 Brescia al teatro Dis_Play, 13 Treviglio (BG) al PalaFacchetti, 15 Saint Vincent (AO) al Palais, 19 Montecatini (PT) al teatro Verdi, per concludersi il 22 all’Auditorium Parco della Musica di Roma.
Da venerdì 15 novembre è disponibile nelle radio italiane e in tutti i digital stores ‘La Tazzina di Caffè’, il nuovo singolo del Fidanza Jazz Combo che anticipa il nuovo album di inediti.
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