C’è tutta la città in esposizione, da un Ponte all’altro, passando per strade e vicoli, monumenti e angoli nascosti, in questa iniziativa patrocinata da Provincia, Comune di taranto e Centro Ittico Tarantino Spa.

{affiliatetextads 1,,_plugin}Con questa mostra fotografica – scrive Silvia Rolla in sede di presentazione della personale del fotografo tarantino – Sergio Malfatti propone una rilettura di Taranto sensibile e originale, che sa stimolare la riscoperta di luoghi noti in maniera non scontata; immagini in bianco e nero, essenziali, “semplici”, ma di quel tipo di semplicità (l’unica vera) che si conquista con fatica, scatto dopo scatto. Un percorso prestabilito dall’autore, da un ponte all’altro della città, che rivela scorci urbani e quella che, a suo modo di vedere, ne è una possibile caratterizzazione. E’ un racconto verosimile, è più di una sensazione; se ne percepisce la pregnanza e il filo logico nel susseguirsi dei fotogrammi. Il debutto professionale di Malfatti, ha il sapore dell’Est: una Lubitel 2, una russa. La passione lo guida alla scoperta della camera oscura concedendogli anche interessanti incursioni tra pittura e video. Oggi è fotografo freelance indirizzato verso il mondo della pubblicità e dello spettacolo.

Gli scatti raccolti sono alcune delle sue fotografie degli ultimi anni. Immagini della propria città; una città vissuta, abitata e fotografata prima con gli occhi e poi con il mezzo. L’artista celebrato con una “personale”, ha saputo “mettere in posa” la parte antica e storica di Taranto, traendo delle vere e proprie “riflessioni fotografiche”. Inquadrature eccentriche che spaziano da suggestivi scorci dei monumenti e degli angoli più noti, ai numerosi vicoli dell’isola. Gli spazi si riappropriano della loro quiete, si riscopre il piacere del silenzio e dell’assenza. Si impara un nuovo modo di guardare, in bianco e nero; due colori antagonisti, due poli estremi, come la realtà di questi luoghi e l’immagine di essi.

Persino i simboli entrano in contraddizione: due scatti colgono l’intensità emotiva ed espressiva della croce, un particolare invece mitizza la leggerezza di un messaggio contemporaneo (una popolazione di lucchetti avvinghiati al ponte girevole…). Le immagini dedicate al mare ispirano intime emozioni e muovono le corde più profonde dell’anima: le barche, assicurate alla sponda del mare, si fanno compagnia l’una accanto all’altra. Il bianco, il nero, l’infinita gamma dei grigi, il sapiente dominio della luce; in queste immagini non c’è chiasso, non c’è fragore – conclude Rolla – c’è un intimo bisogno di scoprirsi spettatore della propria città.