A Roseto pane dal cielo e vino dalle fontane. Tutto pronto per l’antico e curioso rituale in onore di San Filippo Neri
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E’ un momento magico, soprattutto per i bambini: mento in su e occhi al cielo, sono i più piccoli – armati di buste e zainetti – a cercare di accaparrarsi il maggior numero di pezzi di pane e di formaggio, senza trascurare le verdure che piovono dall’alto. La festa rosetana in onore di San Filippo Neri, manifestazione di fede e di partecipazione popolare che si rinnova ogni anno il 26 maggio, è entrata ufficialmente nel calendario di “Patroni di Puglia”, progetto della Regione che valorizza e promuove turisticamente il grande patrimonio di storia, arte e cultura rappresentato dai riti e dai luoghi della devozione.
A Roseto Valfortore, uno dei 30 comuni pugliesi coinvolti in “Patroni di Puglia”, e al santo patrono del ‘paese delle rose’ è stato dedicato ampio spazio all’interno della pubblicazione e del sito che promuovono il progetto. Si tratta di una tradizione antichissima. Nel 1623 l’arciprete De Santis portò a Roseto il culto di San Filippo Neri, diventato poi il patrono del paese. Nella sua abitazione, trasformata in oratorio, si conserva un prezioso busto d’argento del santo. Fiorentino d'origine, San Filippo Neri si trasferì a Roma quando era ancora molto giovane. Nella città eterna ricevette l’appellativo di “secondo apostolo di Roma” per la determinazione con cui cercava di riportare sulla retta via una città sempre più corrotta e pericolosa.
Fu ribattezzato dai fedeli come il “Santo della gioia”, grazie alla straordinaria capacità dimostrata nel coinvolgere i giovani, ragazze e ragazzi di strada con cui pregava e cantava. Restano memorabili alcuni suoi detti sarcastici, quali ad esempio lo “State buoni se potete”, titolo di un omonimo film sulla sua vita, o il “Ma va’ a morì ammazzato…per la fede” che gli valsero anche l’appellativo di “buffone di Dio”.