Grottaglie - Apre i battenti la prima mostra dedicata alle statuette votive in terracotta
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Grottaglie si prepara così alla prima mostra che accende i riflettori su un aspetto della devozione popolare, in un momento specifico come quello della Pasqua, in cui il mistero della fede viene particolarmente percepito dalla comunità.
L’esposizione dal titolo ‘Sacralità domestica’, curata dall’archeologo Simone Mirto e dal ceramista Mimmo Vestita aprirà i battenti, in via Crispi 63/a il prossimo 29 marzo e seguirà fino al 15 aprile, arricchendo così il ventaglio delle offerte culturaliregionali durante il periodo pasquale in cui numerosi turisti raggiungono il Salento per godere delle miti temperature primaverili o per assistere ai rinomati Riti della Settimana Santa di Taranto. L’inaugurazione è prevista per giovedì 29 marzo ore 18.30, durante gli altri giorni fino domenica 15 aprile la mostra seguirà i seguenti orari (17 – 22). Per la giornata di Pasquetta l’esposizione propone un’apertura straordinaria (10 -22).
“Un’esposizione preziosa e rara – commenta Simone Mirto curatore della mostra – Sacralità domestica è la prima che in Italia ripercorre la produzione minore delle statuette votive in terracotta realizzate a Grottaglie. Quella esposta è l’unica collezione conosciuta che raccoglie un numero così consistente di Santi, Madonne e statuette di Gesù inerenti alla Passione, Morte e Resurrezione, di produzione strettamente locale. La straordinarietà delle opere è nella riproduzione miniaturizzata, in chiave fresca e popolare, degli abiti e degli ornamenti che rispecchiano con fedeltà le caratteristiche delle statue a grandezza naturale presenti nelle Chiese della zona. Particolari sono infine i colori vivaci e decisamente sgargianti delle immagini sacre che stesi “a freddo” sono caratteristici delle produzioni minori grottagliesi, ritornano infatti anche nelle statuette presepiali coeve”.
Intimamente legate alla famiglia, le statuette dei santi in terracotta facevano parte di un dialogo costante nella vita di ogni giorno tra l’uomo ed il sacro; spesso collocate nelle nicchie scavate nel tufo delle mura domestiche, sulle angoliere delle cucine, sui cassettoni o sui comò delle stanze da letto erano adornate da fiori e poste sotto campane di vetro. Sotto lo sguardo fisso delle statuette sacre vivacemente colorate scorrevano tutte le immagini della vita familiare, le nascite e le morti, le liti e gli abbracci riappacificatori. Ad esse gli adulti rivolgevano le preghiere quotidiane ma anche lo sguardo triste nei momenti di sconforto e difficoltà, ad esse i bambini con occhi vivaci su invito degli anziani di casa indirizzavano le loro prime preghierine ricevendo in cambio caramelle che misteriosamente cadevano dall’alto. Interamente realizzate a mano e dipinte a freddo dai ceramisti grottagliesi nelle loro case al ritorno dalla lunga giornata lavorativa in bottega, le statuette che non superavano i 15-20 centimetri di altezza, erano vendute in occasione delle feste patronali nei paesi della Puglia.