Porto Cesareo, Torre Lapillo, Punta Prosciutto: guida all’entroterra d’Arneo
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Un po’ di storia
Inizialmente questa zona era caratterizzata da paludi lungo la costa che la rendevano terra di malaria. Nell’entroterra, invece, dappertutto macchia mediterranea, frequentata dalle greggi dei pastori e dai briganti. Con Giolitti e con il fascismo furono avviate le opere di bonifica che risanarono la zona tutta e resero possibile il nascere di villaggi turistici, ville, case e stabilimenti balneari che adesso ne fanno una delle zone più belle per la balneazione in tutto il Salento.
Che cosa potete trovare nella terra d’Arneo?
E’ una terra aspra, arida, calda, caratterizzata da costruzioni tipiche come le numerose masserie fortificate e i furnieddhri (vedi di seguito). Dal punto d vista della vegetazione, troverete macchia mediterranea, ulivi secolari ovunque e più verso i paesi dell’entorterra i vigneti di negroamaro. Lungo la costa, come detto anche in altri articoli di questo blog, si sviluppano spiagge meravigliose intervallate da costa a scogli bassi, torri costiere e il Parco di Porto Selvaggio, una delle oasi più belle di tutto il Salento. Vi dico e vi faccio vedere qualcosa di più. Suggerimento: l’Associazione ArneoTrek organizza delle belle escursioni nell zona, contattatela pure se volete saperne di più.
Masserie fortificate e non
In zona si trovano numerose masserie fortificate e non fortificate. Alcune cominciano ad essere ristrutturate e a diventare strutture ricettive di grande fascino, altre sono ancora in completo stato di abbandono. Il territorio che ne presenta di più è quello di Nardò con decine di masserie fortificate. Se ne ritrovano di semplici, invece, nei territori di Guagnano, Veglie, Salice Salentino e un po’ ovunque. In età moderna le masserie rappresentarono il tipico insediamento produttivo dell’Italia Meridionale, un paesaggio rurale che adesso sta ritornando prepotentemente al centro dell’attenzione.
Furnieddhri
Sono chiamati anche truddhri, pajare o pagghiare. Ce ne sono di diversi tipi a seconda dell’altitudine, dell’uso che ne veniva fatto, della distanza dal mare. Costruiti con le pietre dei fondi vicini, rappresentano un elemento importantissimo del paesaggio locale. Potevano ospitare fino a 3 o 4 persone. “Nell’interno la copertura è chiusa a volta a cupola e detta tecnica può benissimo essere considerata l’antesignana della costruzione delle tipiche volte in pietra leccesi” [fonte: Pinodenuzzo.com]
Macchia mediterranea
E’ la tipica vegetazione che si trova lunga le coste del Mediterraneo, capace di superare lunghi periodi di siccità con temperature elevate. E’ costituita da alberi e arbusti dotati di foglie persistenti, piccole e coriacee, oltre ad altri accorgimenti anatomici e fisiologici (spine, radici profonde, corteccia spessa, etc). Tra le specie arboree prevalgono il leccio (Quercus ilex), il carrubo (Ceratonia siliqua), varie specie di pino (Pinus pinea, P. pinaster, P. alepensis) e, nelle zone con suolo più fresco e profondo, la roverella (Quercus pubescens) e la vallonea (Quercus vallonea). Gli arbusti più rappresentativi sono il corbezzolo (Arbutus unedo), il mirto (Myrtus communis), il lentisco (Pistacia lentiscus), la fillirea (Phyllirea angustifolia e P. latifolia), il ginepro coccolone (Juniperus oxycedrus) e il ginepro fenicio (Juniperus phoenicea), l’olivello spinoso (Hippophaë rhamnoides) e una pianta lianosa, lo smilace (Smilax aspera). Lo strato più basso comprende il cisto (Cistus incanus), varie specie di timo (gen. Thymus), il rosmarino (Rosmarinus officinalis), la ginestra dei carbonai (Cytisus scoparius) e l’erica arborea (Erica arborea). Nella macchia delle zone più calde e aride possono comparire anche il fico d’India (Opuntia ficusindica), la rara palma nana (Chamaerops humilis) e l’agave (gen. Agave).
Ulivi secolari
E’ una pianta che vive, appunto, per secoli. Questa sua caratteristica è da imputarsi soprattutto al fatto che riesce a rigenerare completamente o in buona parte l’apparato epigeo e ipogeo danneggiato. L’olivo è inoltre una pianta sempreverde, ovvero la sua fase vegetativa è pressoché continua durante tutto l’anno, con solo un leggero calo nel periodo invernale. La caratteristica principale, ovviamente, è il suo tronco contorto. La corteccia è grigia e liscia ma tende a sgretolarsi con l’età. Permette di produrre l’olio extra vergine di oliva, tanto utilizzato nella cucina tipica di questa zona. Tra gli ulivi più belli che ho visto in questa zona, segnalo quelli che si torvano lungo la strada che da Veglie porta al mare di Porto Cesareo (vedi foto precedente): semplicemente fantastici!
Vigneti di Negroamaro
Il Negroamaro è un vitigno introdotto dai greci nel bacino dello ionio, e in particolar modo diffuso nel Salento e in provincia di Taranto su terreni calcarei, molto fertili e con la presenza di ferro che lo rende terreno di un colore rossastro. Si presenta con grappolo medio, serrato, conico e con acino medio grosso, con polpa succosa e dolce, ha una produzione costante e abbondante. Fino a pochi anni fa il vino ottenuto con Negroamaro era maggiormente utilizzato come vino da taglio per i vini meno strutturati e meno alcolici di alcune regioni del nord ma attualmente, anche grazie alla costanza e passione di alcuni produttori, il Negroamaro viene vinificato per la produzione di ottimi vini, specialmente nella versione rosato.
Tutte le foto, tranne le ultime due, sono dell’Associazione ArneoTrek, grazie. Ulteriori informazioni le potete trovare sul sito internet GAL Terra d’Arneo
(C) http://www.thepuglia.com/2010/06/porto-cesareo-torre-lapillo-punta-prosciutto-guida-allentroterra-darneo/