Puglia, laboratorio politico da non distruggere
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Tale atteggiamento sta ormai comportando il tramonto di una altra Repubblica dove i partiti non godono più di fiducia mentre, se va bene e a chi va bene, ne godono i singoli leader. Da qui, anche, la personalizzazione della politica alla quale ob torto collo pure a sinistra ci si è piegati. Sicuramente dal 1 aprile occorrerà non disperdere il patrimonio di rapporti, conoscenza e motivazione che si sta accumulando in questa campagna elettorale, altrimenti dovremmo ammettere che come nel centrodestra anche a sinistra esiste una sofferenza che andrà compresa ed elaborata.
Le coalizioni sono importanti, poiché è ormai senso comune che da soli, anche quando si ha ragione da vendere, non si va lontano e la percezione della propria soggettività, per quanto benevola, non può essere separata dall’inclusione dell’altro in se stessi, dal considerare l’altro da sé. Il problema si pone nel momento in cui l’altro è demonizzato (tutto il male risiede in lui) o quando è “angelizzato”, determinando una pericolosa acriticità in entrambi i casi. Il problema, cioè, sta nella estremizzazione, per cui fratello o nemico, da questo punto di vista, pari sono.
{affiliatetextads 1,,_plugin}È importante recuperare uno dei fondamenti della politica intesa come possesso del territorio collettivo per cominciare ad abbandonare l’impostazione individualistica o leaderistica. Questo in Puglia pare che sia avvenuto. Per esempio, in occasione delle primarie (e ancor prima), quando la cosiddetta “base” del PD ha ampiamente dimostrato di avere lavorato nel senso di “collettivo pensante” non subalterno alle logiche da laboratorio alchemico. Il popolo del PD, con la sua forza e i suoi numeri, ha ben sostenuto Nichi Vendola, così come lo ha fatto Sinistra Ecologia e Libertà (con la sua forza e con i suoi numeri) ma, il contributo decisivo è giunto dalla “società civile” alla quale poco importa delle formule alchemiche e degli esperimenti poiché preferisce attribuire senso alla vita e al ben-essere.