Un successo personale quello conseguito da Nichi Vendola, reso possibile, però, anche dalla scelta dell’Udc, che dopo il naufragio delle trattative per una intesa tra centrosinistra e centro, ha scelto di appoggiare la lista “terzaforzista” guidata dall’ex sindaca di Lecce, Adriana Poli Bortone, non cedendo alle lusinghe di Berlusconi e del centrodestra.
Se vi fosse stata una convergenza tra il centro ed il centrodestra – insomma se si fosse votato con gli stessi schieramenti di cinque anni fa, che videro Casini alleato di Fitto), per Vendola sarebbe stata una vittoria più difficile, ma forse non impossibile.

{affiliatetextads 1,,_plugin}L’impressione di un successo personale di Nichi Vendola è confermata dal raffronto tra i consensi attribuiti ai singoli candidati e quelli che invece sono stati attribuiti alle rispettive coalizioni. Vendola ha raccolta circa tre punti in più rispetto alla sua coalizione, Palese e Poli Bortone, rispettivamente, due punti ed un punto in meno.
Il differenziale è stato determinato dal meccanismo del voto disgiunto, che pare essere stato largamente praticato dagli elettori pugliesi. Tale meccanismo,  che prevede la possibilità di votare per un candidato presidente, ma di attribuire il voto di lista e il voto di preferenza ad un altro candidato, ha premiato insomma Nichi Vendola. Nel calcolo del “valore aggiunto portato da Vendola alla coalizione, vanno messi anche il successo della lista di Sinistra Ecologia e Libertà, che in Puglia ha ottenuto circa il 6 per cento in più di quanto non sia accaduto nel resto d’Italia e l’ottima performance della lista Puglia per Vendola, che ha totalizzato il 5,5. Sommando questi voti si ottiene qualcosa come circa 13 punti di valore aggiunto. Vendola, da solo, vale più di un partito.

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