Il Petruzzelli torna alla città di Bari
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Questa mattina, alle 11, nei locali del teatro («Riunione a porte chiuse» assicurano gli addetti ai lavori) avverrà il primo formale passaggio di consegna dell’immobile tra l’impresa e il commissario delegato per la ricostruzione. Un momento di verifica dei lavori eseguiti, della correttezza documentale, cui seguirà la firma del primo passaggio. E già, perchè quella di oggi sarà ricordata come la giornata dei «passaggi di mano» del teatro. Un minuto dopo tale prima fase, il Petruzzelli verrà consegnato alla Sovrintendenza per i beni culturali della Puglia.
E poi? E qui entra in scena un blitz, sapientemente tessuto a tavolino dal sindaco Michele Emiliano con l’inevitabile «complicità» del ministero. Infatti, questa fase della procedura - rispettando il tanto vituperato protocollo d’intesa applicato secondo un metodo «ad elastico» - avrebbe dovuto prevedere il passaggio alla famiglia proprietaria Messeni Nemagna (il bene è loro dopo la sentenza della Consulta) e, successivamente alla Fondazione per la messa in moto della concessione quarantennale. Invece, la tabella di marcia subirà una variazione. Poichè il protocollo d’intesa è stato impugnato nel corso di uno dei giudizi civili che gravitano attorno al teatro, e tenuto conto che sono ancora in ballo 13 milioni di euro di lavori extra, al fine di evitare una nova paralisi si è verificato il classico coup de theatre: il teatro, anzichè passare per la famiglia e «impantanarsi », passerà alla Fondazione per il tramite del Comune.
Come si è arrivati a questo? Rispondendo a una lettera inviata dal sindaco Emiliano il 1 agosto scorso al Sovrintendente regionale dei Beni culturali, Nicola Martines con la quale il Comune si candidava alla «custodia» del Petruzzelli invocando la legge sui Beni culturali, lo stesso organo ministeriale ha detto sì. La risposta è arrivata tre giorni fa sul tavolo del direttore generale del Comune, Vito Leccese, che ha lavorato fino a sabato sera a tarda ora per curare ogni dettaglio sulle modalità di consegna. Da ultimo, ha affinato con il delegato dell’avvocatura generale dello Stato, avv. Giuseppe Albenzio (che oggi rappresenterà il Ministero dei beni culturali), gli aspetti amministrativi.
Albenzio, per intenderci, è il relatore del famoso parere con il quale l’Avvocatura generale dello Stato (lo stesso legale che ha perso la causa dell’esproprio dinanzi alla Consulta) ha posto la questione dei lavori extra che dovrebbe pagare la famiglia. Mentre al Comune, alle 9.30, la giunta municipale prenderà atto della consegna del teatro (senza il via libera dell’amministrazione tale passaggio non potrebbe avvenire), nel frattempo nell’ex cantiere del Petruzzelli avverrà il primo passaggio tra l’impresa e il commissario delegato.
Subito dopo, arriverà il sindaco con la delibera fresca di stampa per prendere in consegna il teatro e consegnarlo un minuto dopo alla Fondazione. Nella mattinata di oggi, intanto, il sovrintendente Giandomenico Vaccari, si attiverà anche per provvedere alla manutenzione e alla custodia dell’immobile: stipulerà la polizza assicurativa, valutando la possibilità di inserirsi nel contratto già stipulato dall’impresa che ha scadenza nel 2010. Un’operazione che coglie di sorpresa la famiglia Messeni Nemagna.
L’avv. Ascanio Amenduni, difensore dell’intera proprietà, parla di «esproprio bis, anzi di tradimento. Una simile procedura - osserva - rappresenta una serie di gravissimi inadempimenti generando i presupposti di azioni risarcitorie di enormi proporzioni. Il Comune di Bari - aggiunge - non dovrebbe neppure proporre di prendere in custodia il teatro visto che c’è già il destinatario contrattuale della gestione e cioè la Fondazione stessa. Se tradimento ci sarà, agiremo in tutte le sedi civili, amministrative e penali. Siamo già stati in grado di impartire al governo precedente una clamorosa lezione di diritto davanti alla Corte Costituzionale. Non esiteremo a impugnare questo nuovo esproprio bis, condito da una deprecabile scorrettezza di tutte le parti istituzionali».
L’avv. Amenduni è pronto a sfoderare la sciabola del contenzioso. E non solo. E chissà che non riemerga qualche vecchio fantasma della velenosa campagna anti-apertura pre elettorale. La guerra sul Petruzzelli continua.