Con i tagli del Governo alle Università, rischia il corso di Design del Politecnico di Bari
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Il piano del governo è chiaro, tagliare i fondi, tagliare la cultura, rimbabirci con televisioni di stato (o del capo) e stampa controllata. Dobbiamo difendere i baluardi del libero pensiero costruttivo, i luoghi del sapere, e la cultura. Siamo chiamati ad una morale della Resistenza, culturale prima di tutto. Dobbiamo creare un'alternativa, una narrazione che parla di cultura come motore del progresso, dell'innovazione, della vita delle persone.
Il corso in Disegno Industriale di Bari è un fantasma.
Siamo degli studenti del Politecnico di Bari e vi contattiamo per informarvi circa una questione che interessa la sfera universitaria, sia a livello nazionale che, inevitabilmente, regionale.
Come rappresentanti degli studenti e studenti stessi, vogliamo esprimere il nostro disappunto per quanto riguarda le conseguenze derivanti dall'applicazione del protocollo 160 emanato dal MIUR e chiediamo il vostro sostegno almeno per quanto riguarda la diffusione di questa notizia che sta passando inosservata.
Il protocollo mira a ridimensionare e riorganizzare l'offerta formativa universitaria italiana e il rapporto tra il numero dei docenti e quello degli studenti e a proporzionare gli atenei con sedi decentrate che comportano notevoli sprechi.
Il Politecnico di Bari dispone di due sedi decentrate a Taranto e Foggia e in virtù di questa posizione si sta adeguando preventivamente al protocollo esercitando notevoli tagli sui corsi. Una delle vittime principali del taglio è il corso di Disegno Industriale (corso triennale), che rischia la chiusura nel prossimo anno accademico.
{affiliatetextads 1,,_plugin}La situazione così preoccupante non è dovuta esclusivamente alla diffusione del protocollo 160 da parte del ministero. Il problema del nostro corso di laurea ha origini ben più profonde. Si tratta di un CdL a numero chiuso, 50 iscritti all'anno, con una domanda costante (circa 280 per ogni sessione di ammissione), che già da sè testimonia quanto il settore del Disegno Industriale sia oggetto di interesse per gli studenti della Puglia intera e anche delle regioni limitrofe.
Tuttavia dal momento della sua apertura (anno 2001), l'offerta formativa, la classe dei docenti e la conseguente qualità della didattica sono andate scemando, anche a causa di mancanza di finanziamenti e di un'organizzazione adeguata.
Fino all'anno scorso, i laureati in triennale a Bari hanno sostenuto in molti casi i colloqui per essere ammessi ai corsi di specialistica in sedi come Milano, Urbino e Venezia, senza contare la partecipazione a master e stage, con ottimi risultati, dimostrazione del fatto che la formazione di base, sebbene dotata di potenzialità non sfruttate al migliore dei modi, ha garantito una prospettiva di continuità ai neo-laureati.
Lo scorso decreto ministeriale 270 ha portato a tagli preventivi, riducendo il numero dei curricula del corso di laurea da tre, Laboratorio di disegno industriale, Laboratorio di arredamento e Laboratorio di progettazione grafica, a due, eliminando il curriculum di progettazione grafica (che in passato ha vantato di docenti di prestigio a livello nazionale).
La più recente nota 160 non fa altro che aggravare la condizione già problematica del corso, poichè il numero di garanti imposto non è raggiungibile, tenendo conto delle risorse della Facoltà di Architettura, a cui Disegno Industriale fa capo. Nel nostro caso non sarebbe dunque un taglio ad uno spreco, ma una condanna a morte di una risorsa su cui varrebbe la pena investire. Le sorti di Disegno Industriale a Bari verranno decise nel prossimo Senato Accademico, che avrà luogo il giorno 9 Aprile 2010. Confidiamo nel vostro sostegno e nella possibilità di diffondere questa problematica in ambito regionale, auspicando una risonanza nazionale, considerando il fatto che le conseguenze del protocollo 160, che diventerà decreto a breve, metterà in crisi tutto il sistema universitario pubblico italiano. Ribadiamo che il corso di Disegno Industriale è, per la regione, una risorsa importantissima, che necessiterebbe una maggiore attenzione e un interesse più produttivo e intenso da parte delle istituzioni, piuttosto che essere tagliato fuori dall'offerta formativa pubblica.
I rappresentanti degli studenti di Disegno Industriale
Maria Roberta Cramarossa / Paola Panza / Valerio Nicoletti
Associazione Studenti Democratici