Isole Tremiti - E' una continua levata di scudi sul "No alle trivellazioni al largo delle Tremiti".
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Ma da Tremiti si oppongono. Come si è già opposto la Regione Puglia.
Ma siccome il parere regionale non sarebbe vincolante, anche se da Bari, fanno sapere, che in caso di sì alla proposta della società irlandese da parte del Ministero dell'Ambiente - in programma entro fine dell'anno scatterebbe un ricorso, già pronto, si mobilitano un po' tutti. L'obiettivo è scongiurare il sì di Roma.
Il caso Tremiti sta facendo "rumore", tanto che si fa sul serio e lo dimostra anche il fatto che il caso è addirittura sbarcato a Strasburgo, dove gli eurodeputati del Pdl pugliesi (Salvatore Tatarella, Barbara Matera, Raffaele Baldassare e Sergio Silvestris) e molisani (Aldo Praticiello), hanno presentato un'interrogazione alla Commissione europea.
I firmatari dell'interrogazione paventano una minaccia deleteria per i fondali delle Isole Tremiti, un «rischio idrogeologico per la ricerca di petrolio da parte della società irlandese Petroceltic a soli 4 chilometri dall'arcipelago delle isole Tremiti (Foggia). In particolare viene chiesto alla Commissione "se intende invitare il ministero dell'Ambiente a valutare con le opportune cautele le richieste della società, osservando che siano rispettate tutte le normative nazionali e comunitarie a tutela dell'ambiente marino". "Il mare e il paesaggio incontaminato della Puglia, come di tutto il Paese - rileva Barbara Matera - sono tra i tesori e punti di forza dello sviluppo economico del Mezzogiorno e in particolare della nostra Regione. Mettere a rischio tutto questo in una zona, quella delle Isole Tremiti, che solo pochi mesi fa ha visto lo spiaggiamento di ben sette capodogli potrebbe rappresentare per noi tutti un prezzo troppo alto".
Anche il consigliere regionale Dino Marino, ha promosso una mobilitazione dei comuni e delle popolazioni interessate. Il timore è che le perforazioni petrolifere metterebbero in serio rischio un tratto di mare e di natura incontaminato, con gravi danni per la flora e la fauna marina, oltre che per il turismo e l'economia della zona. Netta e ferma opposizione all'iniziativa della società Irlandese che ha chiesto al ministero dell'Ambiente l'autorizzazione per eseguire prospezioni geologiche per la ricerca di idrocarburi al largo delle Isole Tremiti.
È il senso dell'odg depositato dal consigliere provinciale dell'Udeur, On. Nicandro Marinacci, e che sarà discusso nella prima riunione utile dell'assemblea consiliare di Palazzo Dogana. L'On. Marinacci nel suo OdG esprime la più totale e completa solidarietà al sindaco delle Isole Tremiti, Giuseppe Calabrese, e a tutta la comunità tremitese "che hanno manifestato il loro dissenso e la loro contrarietà minacciando la mobilitazione della popolazione al fine di scongiurare un grave disastro ambientale che potrebbe coinvolgere l'intero arcipelago".
{affiliatetextads 1,,_plugin}Sul punto, infatti, la Regione Puglia ha espresso lo scorso 24 marzo un parere contrario a queste ricerche, sebbene lo stesso non sia vincolante. "È opportuno chiarire - evidenzia il segretario regionale dell'Udeur - che l'eventuale campagna esplorativa, eseguita a mezzo di generazione di onde sonore ‘Air Gun', potrebbe arrecare un gravissimo danno alla fauna marina. "A questo punto - sottolinea l'On. Marinacci - si rende necessario ed indifferibile che l'amministrazione provinciale si faccia carico delle conseguenze di sconvolgere l'incontaminato arcipelago».
Un fermo e deciso "no"si leva anche dal Comitato per la tutela del mare del Gargano: "L'area interessata comprenderebbe il tratto di mare compreso tra i laghi di Lesina e di Varano e le Isole Tremiti per una superficie di 528 chilometri quadrati - si legge nel comunicato del Comitato a firma del presidente Michele Eugenio Di Carlo - con un'attività iniziale di studi geologici esplorativi del sottosuolo minerario attraverso prospezioni sismiche che generando onde sonore potrebbero, peraltro, essere la vera causa dello spiaggiamento dei sette capodogli proprio sulla costa antistante le Isole Tremiti. Gli eventuali esiti positivi delle prospezioni sismiche darebbero il via alla perforazione del fondo marino fino a 4000 metri di profondità con la costruzione di infrastrutture petrolifere lungo le linee costiere pugliesi con gravi danni per l'ambiente, la fauna e la flora marina e gravi ripercussioni per l'economia turistica e per lo sviluppo sostenibile del territorio".
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