Martina Franca, crisi nella Giunta Comunale. Sette consiglieri del PDL vorrebbero staccare la spina a Palazzo.
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Nessun riferimento esplicito alla raccolta firme pro-scioglimento, l’esponente della massima assise cittadina parla, però, di «giorni importanti per la nostra città in cui occorrerà prendere decisioni, che spero vadano nel solo interesse di Martina Franca e dei suoi cittadini. Ho già detto altre volte, e mi ripeto, che i troppi personalismi hanno messo in ginocchio l’azione amministrativa di questo governo comunale». Marraffa punta i riflettori su una vicenda: «Con rammarico voglio ricordare, nonostante lo abbia già detto in altre sedi, che per quello che riguarda l’Ufficio tecnico non è stata attivata la procedura per la nomina della terna dei tecnici per il parere paesaggistico, dopo la scadenza della commissione. Una delibera che si attende da 4 mesi e che blocca l’azione del piccolo privato che, per richiedere una semplice Dia (Denuncia di inizio attività) per piccoli lavori edili, deve imbattersi in un ulteriore freno burocratico, con danni che ovviamente si ripercuotono anche sull’economia. Oggi questo tipo di operazione può essere effettuata soltanto con il rilascio dei documenti da parte della Regione, per una semplice procedura che richiederebbe uno sforzo burocratico nullo». E ancora, «non si è ancora dato il via alla procedura di installazione dei nuovi bagni pubblici, provvedimento che mi ha visto spendere tante energie in prima persona, con l’obiettivo di dare una risposta alle esigenze urbane - prosegue Marraffa -. La gara di appalto per quei bagni è già stata espletata, ma alle mie numerose missive e richieste non è seguita alcuna risposta, né alcun inizio di attività. Ora mi chiedo, a chi giova tutto ciò?».
{affiliatetextads 1,,_plugin}Il quadro attuale? La storica vittoria del centrosinistra alle regionali e la crisi politico- amministrativa avrebbero convinto una fetta consistente del Popolo della libertà (7 consiglieri) a decretare la fine dell’avventura. Non tutti i pidiellini, però, vorrebbero farla finita qui: il capogruppo del partito Passoforte e forse altri tre esponenti berlusconiani della massima assise cittadina desidererebbero comunque andare avanti. Per quanto riguarda le minoranze, invece, il Pd (cinque consiglieri) e Io Sud (un consigliere) sono pronti a firmare il documento pro-scioglimento. Diversa appare la posizione dell’Udc (quattro consiglieri): il partito di Casini sarebbe in linea di massima favorevole, ma vuole che il Pdl compia il passo decisivo, uscendo allo scoperto e dichiarando il sostanziale fallimento dell’esperienza amministrativa. Gli altri dell’opposizione? Per ora non hanno assolutamente evidenziato né con le parole né con i fatti la volontà di sciogliere.
(C) Corriere del Giorno - Domenica 11 Aprile 2010