Nichi Vendola, di mare e di terra
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Di terra è la Lega in Emilia sfiora il 14, ma in Liguria, regione del Nord, si blocca al 10,2 e a Genova scende all’8,5, e perché a Venezia alle Comunali nel giorno del trionfo di Luca Zaia in Veneto il Carroccio si inchioda all’11 e il centrodestra cede al candidato del centrosinistra Orsoni. La Lega è di terra, anzi terragna. Ha scritto Paolo Rumiz (in “La secessione leggera”) che «al mondo mediterraneo, costruito su mappe e portolani, fiorito grazie alla condivisione delle acque con gente di altre fedi, ha sostituito un mondo antagonista, terrestre, fatto di gerarchia e sottomissione, nel quale la difesa dell’identità prevale sull’ecumene».
Di terra è il cattolicesimo di monsignor Rino Fisichella che plaude alla decisione dei governatori padani Cota e Zaia di bloccare la pillola abortiva e vorrebbe impedire a Claudio Magris di citare la Bibbia nei suoi articoli. Di terra, chiusa nei suoi confini da cittadella assediata, è la Chiesa che impone ai divorziati l’esclusione dai sacramenti senza distinzione alcuna, e invece nei casi dei suoi preti che danno scandalo distingue, sottilizza, invoca la complessità delle questioni.
{affiliatetextads 1,,_plugin}Di mare è la politica di Vendola. Simile alla cattedrale di Trani, stupendo duomo romanico che si specchia con la sua pietra perlacea sul Mediterraneo. Accogliente, comprensiva, perfetta espressione di quel pensiero meridiano di cui parla Franco Cassano che esalta la lentezza, opposto all’efficientismo del Nord. Di mare è il suo cattolicesimo, legato alla lezione del mai dimenticato vescovo di Molfetta don Tonino Bello: un cattolicesimo che non giudica ma abbraccia, «Dio non è un tribunale islamico», che oltrepassa frontiere e si contamina con altre culture e altre fedi. «Ero uno di quei comunisti per cui il libro più importante era la Bibbia. Oggi più che alla rivoluzione credo alla conversione permanente», afferma Vendola. Che ricorda il rifiuto della sua omosessualità da parte di tanti esponenti del Pci e la comprensione di tanti uomini di Chiesa, semplici religiosi, suore. Un cattolicesimo che usa la medicina della misericordia e non della condanna. Tanto più prezioso in un momento in cui l’intera comunità ecclesiale si sente messa ingiustamente sotto accusa a causa dei preti pedofili. Sarebbe il momento di ripeterlo: non giudicate e non sarete giudicati.
La terra e il mare. Il territorio come radice dell’identità, da circoscrivere e da difendere, e i confini liquidi, la navigazione dove l’identità si fa fluida, si mette in gioco, si contamina. Due culture, due modi di interpretare la politica, la fede, la vita. La Padania e il Mediterraneo, la sfida di domani.
http://damilano.blogautore.espresso.repubblica.it/2010/04/16/di-terra-e-di-mare/ - Marco Damilano