Bari - 'Da sopra (giù nel fossato)': il Castello Svevo e l'arte contemporanea
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La mostra è stata realizzata grazie all’Accordo di Programma Quadro “Sensi Contemporanei” per la promozione e la diffusione dell’arte contemporanea e la valorizzazione di contesti architettonici e urbanistici nelle regioni del Sud Italia, siglato fra il Ministero dello Sviluppo Economico, il Ministero per i Beni e le Attività Culturali, la Regione Puglia, la Direzione per i Beni Culturali e Paesaggistici della Puglia, la Provincia di Lecce e i Comuni di Barletta e Polignano a Mare.
I 15 artisti in mostra sono: Vito Acconci (USA), Maria Theresa Alves (Brasile), Marco Bagnoli (Italia), Jimmie Durham (USA), Lara Favaretto (Italia), Subodh Gupta (India), Jenny Holzer (USA), Allan Kaprow (USA), Maurizio Mochetti (Italia), Maurizio Nannucci (Italia), Luca Maria Patella (Italia), Alfredo Pirri (Italia), Francesco Schiavulli (Italia), Kazuo Shiraga (Giappone), Ben Vautier (Francia).
Le installazioni sono da vedere e sentire, meglio di sera, quando si illuminano! Per scoprire cosa c'è dietro questo grande evento abbiamo intervistato la curatrice esecutiva, la dott.ssa Giusy Caroppo.
Nata a Barletta nel ‘66, la dott.ssa Caroppo frequenta prima l’Accademia di Belle Arti a Bari, poi un corso di computer grafica all’Istituto Europeo di Design a Roma, segue una laurea specialistica in Storia dell’Arte all’Università Roma Tre, ed una specializzazione come curatore di mostre con Ludovico Pratesi. Coltiva la passione per la pittura e come sostiene lei stessa..."qualche rimpianto c'è", infatti dice:"dipingevo quadri che oggi potrebbero trovare spazio nel panorama contemporaneo, essendoci un ritorno alla pittura; si trattava di grandi pannelli componibili dipinti ad acrilico, informali, coloratissimi, che trovavano continuità pur scambiandoli di posizione".
L'attività della Caroppo prosegue come storica dell’Arte dedicandosi al periodo dell’800, pubblica il primo catalogo ragionato delle incisioni di Giuseppe De Nittis, successivamente guarda al panorama della giovane arte, anche grazie all’esperienza formativa avuta con l’Associazione promossa da Renato Zero, Fonopoli, per cui oggi segue il settore Arti Visive. Ha costituito, con un gruppo di appassionati, l’associazione culturale Eclettica Cultura dell’arte, a Barletta, con cui produce eventi artistico culturali. Prosegue Giusy Caroppo dicendo: "Ricordo le mostre “delirIO”, “Confini/Bounaries”, “Fronte del porto”, eventi che con un po’ di immodestia…hanno portato una ventata nuova nel panorama pugliese".
D: "Come si è distribuito il suo lavoro nella mostra "da sopra"?"
R: "Sono stata chiamata a coadiuvare Achille Bonito Oliva, soprattutto per ciò che concerne l’organizzazione dell’esposizione, come curatore esecutivo: definizione dei costi di ogni opera, rapporti con gli artisti, decisione del posto dove collocare le installazioni, redazione dei testi. In genere, nelle mostre prodotte da Eclettica, mi occupo anche di altro: dalla realizzazione del progetto da presentare per il Bando annuale alla Regione, alla definizione del “cast” degli artisti, alla buona gestione del budget, all’allestimento, all’editing del catalogo, alla rendicontazione.
{affiliatetextads 1,,_plugin}D:"Come sono nate le idee per le varie installazioni?" R: "Questa mostra l’ho vissuta fin dall’inizio. Achille Bonito Oliva aveva individuato un certo numero di artisti, prevalentemente concettuali. Da parte mia ho sentito di suggerirgli Gupta e Holzer, che però ci sembravano abbastanza inarrivabili anche perché i tempi erano molto stretti. Ma una volta affidato l’appalto della mostra, da parte della Direzione Regionale per i BB CC, all’Electa Mondadori, ci siamo messi al lavoro per rendere fattibile quello che era solo un progetto nella mente del curatore. Con Paola Marino che ha coordinato i rapporti con le Istituzioni ed Emiddio Romano che ha dovuto far di conto con un budget destinato all’allestimento, un po’ limitato rispetto al totale (destinato prevalentemente alla comunicazione) - planimetria alla mano - abbiamo individuato gli spazi da destinare agli artisti che per fortuna hanno condiviso tutti i nostri suggerimenti, specie la Holzer alla quale abbiamo destinato la torre anteriore, una porzione molto più limitata rispetto agli spazi enormi che le vengono destinati nelle sue proiezioni monumentali.
D: "Quali sono state le maggiori difficoltà - e al contrario le cose più semplici da realizzare?"
R: "Nel complesso la difficoltà maggiore è il fatto di essere en plain air: quindi vento, pioggia, umidità, fango…tutti elementi che nuocciono alle opere ed agli impianti elettrici. Dal punto di vista tecnico, la difficoltà era proprio la proiezione della Holzer, più che altro perché si tratta di un progetto site specific che cura il suo braccio destro Charles Passarelli, facendo prima uno studio con Google Heart e poi con dei sopralluoghi. Appunto per i tempi stretti ci sembrava dovesse andare tutto storto, invece è stato tutto perfetto. Idem per Gupta: un trasporto che doveva essere fatto via mare, è stato fatto per via aerea, con aumento di costi e difficoltà logistiche…e poi gru, pemessi….Sicuramente la più semplice è stata l’installazione di Schiavulli: ha fatto tutto da solo! Semplici sono state le installazioni di Pirri, Patella, Acconci, Mochetti, soprattutto per la grande collaborazione portata dagli assistenti e dagli artisti stessi. Qualche divergenza di vedute con Nannucci, che volevamo più in basso, ma alla fine ha vinto lui ed il lavoro è bellissimo!
D: "E la location così antica e suggestiva, come l'avete vissuta?"
R: "Per me non si tratta di una novità, avendo prodotto 5 edizioni di INTRAMOENIA EXTRA ART nei castelli di Puglia: il contemporaneo dà visa all’antico e l’antico riscalda il contemporaneo. Credo che la novità, in questo caso, sia l’aver creato un fil rouge tra la mostra e la città vecchia, lì dove il castello è sembrato sempre un monumento un po’ distaccato, isolato, seppure così vicino…. e poi – ma questo ce lo hanno detto i baresi – abbiamo sottratto il fossato ad essere soltanto un immondezzaio".
D: "Ha conosciuto gli artisti? Quale l'ha colpita in maniera particolare?"
R: "Lavoriamo sempre con gli artisti, non si tratta di puri e semplici prestiti. Se non personalmente - come per Holzer, Gupta. Acconci - abbiamo comunque comunicato con loro per email o con i loro assistenti. Gli stranieri sono impeccabili e rispettosi, ma molto rigidi. Gli italiani sono stati attivi e presenti, a volte un po’ capricciosi: tra tutti vorrei ricordare Alfredo Pirri per la sua grande signorilità e serenità…forse è anche l’opera che meglio rappresenta il senso del “site specific”. Ma alla fine sono stati tutti memorabili...l’opera di cui sono innamorata è quella di Gupta, perché unisce grande qualità nella fattura, è preziosa, e ha forza nel concetto. Ma in genere , quando lavoro con Bonito Oliva, cerchiamo di essere equilibrati nella scelta degli artisti, percui ognuno è vicino in qualche maniera ad una sfumatura del nostro sentire."
D: "Come sono stati scelti gli artisti, con quale criterio o modalità?"
R: "Prima di tutto dovevano essere artisti che producono anche opere di grandi dimensioni, d’impatto museale. Achille Bonito Oliva ha deciso di tracciare una sorta di percorso nell’arte degli ultimi 50 anni, dal concettuale al Gutaj, dall’opera aperta alla performance. Quindi ha selezionato nomi storici italiani e stranieri, guardando tra i giovani a Lara Favaretto per il panorama emergente italiano ed a Francesco Schiavulli, il pugliese (di Bari vecchia, peraltro) che reputa l’inedito della mostra, da valorizzare a livello internazionale, perché inserito in questo “cast” prestigioso.
Dopo le esaustive parole della dott.ssa Caroppo, un giro al Castello Svevo è ora d'obbligo, se non altro per prendere atto di tutto quello che ci ha gentilmente spiegato, riferito a ciascun artista, a ciascuna installazione. La curiosità è tanta, quindi affacciatevi dal fossato del Castello e gustatevi un pò di opere contemporanee... alcune forse vi sembreranno strane, altre non le capirete, altre invece vi emozioneranno tanto, alcune installazioni vi renderenno un pò perplessi, altre invece saranno argomento di conversazione della serata, quindi un affaccio "da sopra" (giù nel fossato) è consigliabile a tutti.