{affiliatetextads 1,,_plugin}Il passaparola ha portato all’organizzazione di una manifestazione di protesta per lo scorso 16 aprile. Ma alla protesta è stata inevitabilmente abbinata anche un’azio ne legale. Perché in un concorso bollato con la ceralacca di una pubblica amministrazione come il ministero dell’Interno non si può consentire che i concorrenti partecipino ad una selezione sulla base di un falso presupposto. Ovvero che i posti di lavoro e le speranze di vita siano appese a nulla più che ad una simulazione. «Signori, scusate, abbiamo scherzato». C’è però un altro motivo che determina e radicalizza la protesta dei vincitori di concorso rimasti senza assunzione.

Lo sottolinea anche il senatore Alfonso Andria (Pd), primo firmatario di un’interrogazione nella quale si fa esplicito riferimento al fatto che, finiti i soldi per le assunzioni a tempo indeterminato, al ministero hanno pensato bene di servirsi agenzie interinali per assorbire, nelle mansioni oggetto della selezione pubblica, personale precario. Il danno e la beffa, insomma. In attesa che venga una schiarita. Fosse anche per via giudiziaria.

(C) Lagazzettadelmezzogiorno 22 Aprile 2010