Oggi quelle stesse decisioni saranno prese dal basso, favorendo la partecipazione e la condivisione di programmi e progetti che rilanceranno il centrodestra ed il Pdl in tutta la provincia». In un passaggio del comunicato inviato ieri si coglie tutta la gravità dello scontro (nel senso etimologico del termine dal latino gravis, pesante). Chiarelli scrive: «Il voto alle scorse regionali - si riporta testualmente - ha il significato di dire “basta” al partito dei “padroni” e degli interessi trasversali dicendo, al tempo stesso, “sì” ad un partito che si riorganizza e dà al territorio ed ai suoi protagonisti la giusta ribalta». Contattato dalla Gazzetta, Chiarelli è, se possibile, ancora più esplicito.

Allora, non ha dubbi: il coordinamento provinciale del Pdl deve cambiare? «Sì, il coordinamento provinciale del partito deve cambiare».

Cosa rimprovera a Lospinuso e Sala? «Nulla di personale, sia chiaro. Dico semplicemente che, in genere, chi perde le elezioni deve farsi da parte. Il centrodestra è stato sconfitto alle comunali di Taranto del 2007, alle provinciali 2009 ed alle regionali 2010. Non le basta, per cambiare rotta?».

{affiliatetextads 1,,_plugin}Chi la contrasta, però, sottolinea che persino nella «sua» Martina Franca, terra non proprio di sinistra, Vendola ha ottenuto un ottimo 47 per cento. «Anche in questo caso, i dati sono stati letti in maniera falsata. A Martina comunque sia il centrodestra ha ottenuto più del 53 per cento. Di che cosa stiamo parlando, allora».

Ma la sua è un’autocandidatur a? «No, anche se non posso non ricordare di essere stato il primo degli eletti nel Pdl con circa 13mila voti. Posso piacere o non piacere ma, in democrazia, contano i voti».

Se lei fosse il coordinatore provinciale, il Pdl che partito sarebbe? «Un partito diverso, che include. Un partito in cui ci sia spazio per tutti e che si apra all’ester no ma che coinvolga anche se non soprattutto i sindaci dei comuni della provincia». Ma perché questo, sinora, non è avvenuto? «Il coordinamento provinciale, ad esempio, non prevede la partecipazione di diritto dei sindaci ma solo dei consiglieri regionali e dei parlamentari».

E poi, cos’altro cambierebbe? «Direi basta ad un partito che promuove gli amici e punisce i nemici. Solo se si cambia modi di fare politica, il Pdl potrebbe tornare a vincere». Altrimenti? «La sinistra potrà festeggiare per i prossimi vent’anni».

(C) Lagazzettadelmezzogiorno 25 Aprile 2010