Telecom, a rischio 328 lavoratori pugliesi
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Questa mattina i sindacati confederali, CGIL, CISL e UIL, unitamente a quelli di categoria, hanno tenuto una conferenza stampa, al fine di sensibilizzare l’opinione pubblica e le istituzioni politiche.
Secondo i lavoratori, la cessione di un ramo dell’azienda del settore “Information Technology” rappresenta una vera e propria truffa alle leggi sui licenziamenti collettivi.
Con lo scopo di “efficientare gli organici” si tenta di mascherare, invece, una brutale, criminale operazione di estromissione dei lavoratori.
{affiliatetextads 1,,_plugin}Un comportamento “scorretto”, quello di Telecom Italia, che in un settore strategico ed evoluto, quale quello informatico, intende mettere sul lastrico 313 unità a Bari e 15 a Foggia. Personale formato in gran parte nelle Facoltà di Ingegneria e Informatica di Puglia.
Un gruppo di lavoratori che dovrebbe rappresentare le eccellenze professionali per ogni azienda, con un’età media di 42 anni ed una significativa presenza femminile, corre il rischio di essere espulso senza alcuna garanzia per il futuro.
Un’azienda leader del settore telecomunicazioni che in Puglia, a metà degli anni 90, vedeva la presenza di 6000 dipendenti ridotti oggi a 2300 lavoratori. A questi si aggiungono i 328 addetti informatici.
Un appello è stato lanciato alla Regione Puglia affinché possa intervenire direttamente in questa vertenza di lavoro.
Infine, oltre il danno la beffa: oggi è anche il giorno in cui gli azionisti di Telecom Italia sono riuniti in assemblea a Milano per dividersi ben 1.581 milioni di euro di utile.
(C) Barilive.it - Giampietro Occhiofino