Il macchinario “ha la funzione di assorbire ed eliminare – spiega ancora Vendola – le chiazze di olio che troppo spesso si depositano sulla superficie del mare e che derivano dalle attività di navi cisterna, piattaforme petrolifere e industrie, senza utilizzo di alcun additivo chimico”. L’apparecchiatura è stata già testata da grandi aziende ed è oggetto di interesse nelle zone di estrazione di idrocarburi fossili, come l’Oman e la Nigeria.

{affiliatetextads 1,,_plugin}“L'intero distretto della meccanica della Puglia – scrive Vendola – intende mettersi a disposizione per realizzare il numero di macchinari necessari a ripulire interamente la chiazza di petrolio riversatasi in mare”. “Riteniamo che la proposta - aggiunge Vendola – possa costituire una valida alternativa all’utilizzo dei solventi chimici, pericolosi per il delicato equilibrio marino e comunque non risolutivi”.

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