I sindaci Pd dei Comuni interessati dalla zona protetta, nelle persone di Gennaro Giuliani (San Giovanni Rotondo), Michelangelo Lombardi (San Marco in Lamis), Roberto Prencipe (Mattinata), Costantino Squeo (Sannicandro Garganico) e Vito Zuccarino (Apricena), hanno infatti evidenziato il vulnus costituito dalla sostituzione di un commissario con un altro commissario, realtà oggettivamente sui generis e di dubbia efficacia rispetto all’interesse del Parco.

I SINDACI DEL PD DELLA CAPITANATA- Consci delle difficoltà di ordine gestionale ed amministrativo (come da Relazione dei Servizi Ispettivi della Ragioneria Generale dello Stato) e delle carenze di gestione rese evidenti dall’assenza del Piano del Parco e del suo Regolamento, i sindaci Pd dichiarano che “nonostante il Presidente della Regione Puglia abbia più volte invitato il Ministro a procedere alla nomina del Consiglio Direttivo del Parco, e all’individuazione di una nuova personalità per l’incarico di Presidente, si continua nella politica di totale abbandono del Parco nazionale”.


‘COMMISSARIAMENTI STRUMENTALI’ – La conclusione per i sindaci Pd è che “non sono, quindi, i commissariamenti strumentali (con l’assenza di idee innovative), il mezzo più idoneo per riqualificare l’Ente e rilanciare le politiche, adeguate ed urgenti, vitali per il Parco”, bensì che sia necessario ed “improrogabile arrivare nel più breve tempo possibile all’intesa tra il Ministro dell’Ambiente e il Presidente della Regione Puglia per individuare una figura nuova e competente che rappresenti una modalità condivisa e perciò capace di sviluppare politiche di rilancio dell’intera area del Gargano”.


LE DICHIARAZIONI DI GATTA – Se il disappunto del principale partito di centrosinistra alla nomina di Pecorella, sia pure motivato da logiche che guardano all’interesse del Parco, era facilmente prevedibile, non si può dire lo stesso delle dichiarazioni al vetriolo del neo consigliere regionale Gatta. In verità era nota a tutti da tempo la guerra fratricida all’interno del Pdl sipontino tra le fazioni Leone-Pecorella da un lato e la Gatta family dall’altro.


{affiliatetextads 1,,_plugin}GATTA: REGIME DI DEMOCRAZIA BLOCCATO – L’ex aennino Giandiego Gatta, reduce da un brillante exploit elettorale che lo ha visto ergersi come il candidato più suffragato in terra di Capitanata, non le manda a dire in merito alla scelta fatta a Roma di sostituirlo nel ruolo che è stato suo fino a poco fa (presidente del Parco dal 2004, poi commissario dal giugno 2009) con Pecorella, scelta da lui definita “il frutto di un accordo di bottega romano”. “La scelta del Ministro Stefania Prestigiacomo di sostituirmi, su sollecitazione dell’onorevole Antonio Leone, con altro commissario, nella persona di Stefano Pecorella, attuale assessore provinciale, è la prova provata del regime di democrazia bloccata imperante nel Pdl in provincia di Foggia. Ancora una volta si prediligono logiche legate a interessi di gruppi ben identificati, intenti solo a consolidare posizioni di potere ben riconoscibili nel ruolo svolto in provincia di Foggia dall’on. Leone, vicepresidente della Camera, e del suo delfino Pecorella, premiato con un “buono fedeltà” prima con un assessorato provinciale, oggi con la nuova nomina al Parco, a prescindere dal catastrofico risultato elettorale conseguito a Manfredonia, dove il P.d.L. ha riportato appena il 14,36% e tutta la coalizione di centro destra poco più del 20%”.
Per poi continuare: “ebbene, se la ragione della mia sostituzione alla guida dell’Ente Parco trova la sua giustificazione nel criterio (giusto e condivisibile) di evitare il cumulo di cariche (essendo, il sottoscritto, stato eletto al consiglio regionale e disponibilissimo a rimettere il mandato al nominando presidente del Parco), non si capisce per quale ragione quello stesso criterio non debba valere per il mio sostituto, che ricopre numerosi altri incarichi.

I FATTORI ALLA BASE DELLA SCELTA – Non era forse possibile individuare un altro nominativo tra i tanti meritevoli di considerazione? La cosa è ancor più grave ove si consideri che tale nomina è stata imposta dall’alto senza che della questione nulla sapessero il coordinamento cittadino e quello provinciale del Pdl”. Scandalizzato dal comportamento del Pdl targato Leone, Gatta assicura che “se questo sarà lo scenario che ci aspetta nei prossimi mesi ed anni, non potrò sottrarmi all’obbligo politico e morale di combattere, con ogni mezzo e con la massima determinazione, un sistema ed una logica che mortificano il merito e le fondamentali regole di trasparenza e di democrazia interna al Pdl”. Che il deus ex machina del posizionamento di Pecorella al Parco sia il vicepresidente della Camera Leone è fuor di dubbio, come pure che da sempre esista la lottizzazione politica come vizio proprio di ogni partito.


Lo stesso Gatta presumibilmente potè godere di efficaci entrature romane allorquando fu nominato alla presidenza del Parco. Ciò che invece sconcerta è ancora una volta la lancinante divisione del Pdl sipontino, che sarebbe positiva solo nel caso significasse un aumento della democrazia all’interno del partito, ma che invece sembra destinata soltanto a perpetuare la faida Pecorella/Leone vs Gatta e i relativi personalismi.


IL SILENZIO DELL’AVVOCATO – Il protagonista della vicenda, l’avvocato Pecorella, per ora non commenta il fuoco incrociato (e soprattutto amico) cui è sottoposto da giorni, ma, nell’atto di insediamento di quello che sarà il suo incarico per i prossimi tre mesi, si è definito (con formula in verità abusata a destra e sinistra, ndr) “uomo del fare” ed ha auspicato che “da Roma in tempi celeri vengano nominati tutti gli organi statutari previsti dell’ente”.


CUMULO DI CARICHE: OH YES – Pare quasi una risposta alla principale accusa mossagli contro, quella di un inopportuno cumulo delle cariche, l’affermazione di Pecorella di voler “rafforzare il ponte gettato già qualche tempo fa, tra ente Parco e assessorato all’ambiente della provincia di Foggia, affinché chi verrà dopo di me, o al Parco o alla Provincia, possa ritrovarsi dinanzi ad un percorso virtuoso già collaudato e spero consolidato”.


LE DIFFICOLTA’ DEL PARCO – Che la presenza di Pecorella perduri oltre i tre mesi del mandato o che si concluda al loro scadere, quel che è certo è che l’ente Parco attraversa un momento oggettivamente difficile, in cui, ben lungi dall’avere un ruolo cardine nella valorizzazione del territorio e nei rapporti con le varie realtà imprenditoriali e sociali, appare soprattutto come pregiato pezzo del poltronificio messo in piedi dal notabilato politico locale.

(C) http://www.statoquotidiano.it/17/05/2010/parco-del-gargano-tutti-contro-pecorella/27456/