Michele Emiliano: "Sono costretto a querelare il Giornale perché prova a intimidirmi con la diffamazione"
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In relazione alla vicenda della ricostruzione del teatro Petruzzelli sono orgogliosissimo di avere richiesto all’allora presidente del Consiglio Romano Prodi di valutare l’opportunità di derogare alle procedure ordinarie per salvaguardare la struttura e la stabilità del teatro e accelerare i tempi della ricostruzione, fatto questo che atteneva all’interesse generale della città.
Nella lettera datata 19 dicembre del 2006 all’allora ministro Rutelli scrivevo: “Nonostante la sollecitudine che la Direzione regionale per i Beni Culturali della Puglia ha dimostrato nella predisposizione degli atti di gara per la ricostruzione del Teatro Petruzzelli, l’applicazione delle procedure ordinarie rischia di rallentare notevolmente l’effettiva esecuzione dei lavori e quindi la definitiva messa in sicurezza della struttura del Teatro. Quest’ultima mostra numerosi punti critici sui quali occorre intervenire con urgenza, anche a seguito di un imprevisto ed inusuale ritmo delle precipitazioni piovose che potrebbe indebolire ulteriormente la medesima. Alla luce di ciò La prego di valutare e rappresentare al Presidente del Consiglio l’opportunità di adottare lo strumento giuridico ed amministrativo più idoneo per evitare il suddetto rischio”.
{affiliatetextads 1,,_plugin}Le fondamenta del Petruzzelli erano state sommerse a causa dell’innalzamento dell’acqua di falda. In mancanza dei lavori di impermeabilizzazione e consolidamento delle fondamenta, il timore era quello che il livello dell’acqua potesse aumentare a causa delle precipitazioni e provocare danni irreparabili. Come sindaco e presidente della Fondazione avevo il dovere di segnalare questo rischio.
La Protezione Civile dal canto suo aveva il dovere di effettuare verifiche e sopralluoghi, prendere atto della condizione in cui si trovava il cantiere - abbandonato - del Petruzzelli e decidere di conseguenza in piena autonomia se predisporre provvedimenti di urgenza.
La scelta poi di nominare quale commissario straordinario Angelo Balducci, è stata fatta dal presidente Prodi, né da me né da Vendola o chiunque altro. Né tantomeno Vendola ed io abbiamo mai avuto a che vedere con la procedura che ha assegnato i lavori a questa o quella azienda.
In riferimento poi alla fotografia pubblicata in prima pagina dal Giornale, ricordo che quell’immagine l’ho diffusa io stesso alla stampa insieme ad altri scatti che ritraevano il momento della consegna delle chiavi del teatro Petruzzelli. Era il 7 settembre 2009, eravamo nel Foyer del Petruzzelli con decine di giornalisti in attesa sulla porta e quelle foto furono scattate proprio per consentire l’esercizio del diritto di cronaca. Dopo la storica firma abbiamo brindato perché, con quell’atto, stavamo finalmente riaprendo il teatro Petruzzelli, dopo 18 anni. Era un momento di grande gioia per la città. Eravamo tutti felici per quello storico momento - e non “tutti amici” come scrive il Giornale - perché in quella sede Balducci ci riconsegnava le chiavi del teatro in qualità di Commissario per la ricostruzione e di Presidente del Consiglio superiore delle Opere pubbliche (nominato dal premier Berlusconi), due motivi per ritenere di avere di fronte un funzionario dello Stato di cui, fino a quel momento, non potevo che fidarmi.
In una situazione nella quale l’attuale Governo viene travolto dagli affari di questa “cricca” è incredibile che il Giornale senta il bisogno di infangare esponenti dell’altro schieramento che nulla c’entrano con le vicende giudiziarie, di fare di tutta l’erba un fascio e sporcare la faccia delle persone perbene. Mettere la mia storia personale accanto a quella del principale indagato di una vicenda così grave e triste per l’intero Paese è un’operazione che io devo respingere chiaramente.
Perché la mia storia personale e la mia faccia sono gli unici beni di cui dispongo. Ho quindi dato mandato ai miei legali di predisporre l’atto di querela nei confronti del Giornale, per questa operazione che non è una semplice leggerezza, ma un’azione premeditata e costruita ad arte.
Mi chiedo infine a cosa miri questa azione diffamatoria: ad interrompere la crescita di popolarità di alcune figure del centro sinistra, come me e come il presidente Vendola, che sono chiaramente pericolose per il centro destra? Forse le nostre parole sono troppo forti e c’è il rischio che il Paese intero si svegli nel sentire la voce della Puglia? Se questo è il pericolo che noi pugliesi rappresentiamo, ebbene, accettiamo la sfida”.