Taranto - Distripark, Florido:sì ai privati servono grandi investitori
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Ancora oggi, dopo un bando per la caratterizzazione pubblicato il 15 giugno 2007, attività terminata nel mese di aprile del 2009, l’Arpa e il ministero per l’Ambiente non ci hanno comunicato gli esiti definitivi dell’indagine poiché si è concordato di procedere ad ulteriori analisi di rischio e sulle acque. Ciò nonostante, siamo fiduciosi circa la positiva conclusione di questa fase.
{affiliatetextads 1,,_plugin}È inoltre il caso di ricordare che il consiglio di amministrazione della società Distripark, composto dal presidente della Provincia, dal sindaco di Taranto e dai presidenti di Autorità portuale e Camera di commercio, ha gestito, a partire dal 2003, la fase degli espropri dei terreni iniziata il 30 giugno del 2003 e conclusasi il 12 maggio del 2006 per un importo complessivo di 9 milioni e 512mila euro. Il consiglio di amministrazione, di cui sono presidente dal 21 settembre 2004, ha gestito solo la fase di chiusura tecnico-amministrativa e giudiziaria, mentre sul piano economico gli espropri sono stati avviati e perfezionati da chi ci ha preceduto alla guida della società consortile.
Vale anche la pena ricordare che il decreto di fine espropri è stato emesso il 12 maggio 2006 ed è stato pubblicato sul Bollettino ufficiale della Regione Puglia l’8 agosto dello stesso anno. Dall’8 agosto 2006 al 15 giugno del 2007, quando è stato pubblicato il bando per la caratterizzazione, ci siamo preoccupati di reperire i fondi necessari per procedere a tale tipo di attività; fondi che, com’è noto, sono stati messi a disposizione dalla Provincia di Taranto.
In conclusione: il Distripark, nonostante l’intenso lavoro dell’attuale consiglio di amministrazione i cui componenti non percepiscono alcun compenso, non si può ancora considerare un’area libera dai vincoli imposti sia dal decreto per l’area di crisi ambientale tarantina sia dai cosiddetti Sin (i Siti di interesse nazionale).
Questa mia ennesima presa di posizione è animata dalla speranza di offrire un contributo alla chiarezza per far sì che ogni giudizio su questo argomento possa essere espresso con maggiore cognizione di causa.
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