Taranto, associazioni in piazza contro inquinamento da diossina
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Non sono mancati momenti di tensione quando il sindaco stava parlando con alcuni giornalisti ed è intervenuto un esponente degli ambientalisti, Alessandro Marescotti, responsabile di Peacelink Taranto, che ha ribadito la necessità di un confronto pubblico sull'argomento. Un altro ambientalista, Fabio Matacchiera, ha consegnato al sindaco un lupino, sostenendo che quello era il regalo della città per quanto fatto finora contro l'inquinamento. Il sindaco è un esponente di Sinistra, ecologia e libertà, il partito del presidente della Regione, Nichi Vendola.
Il coordinamento di Altamarea nei giorni scorsi aveva inviato una diffida al presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, chiedendo di «adottare il piano di azione a fronte del rischio di superamento nel 2010 dell’obiettivo di qualità fissato per il benzo(a)pirene in un nanogrammo per metro cubo d’aria, che avrebbe dovuto essere raggiunto a Taranto sin dal primo gennaio 1999».
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«Il confronto è bello quando si parla, si discute, e quando quello che si dice è documentabile. Da sindaco ho il dovere di confrontarmi con le istituzioni e gli esperti del settore e non quello di ascoltare acriticamente gli umori della piazza». Così il sindaco di Taranto, Ippazio Stefano, ha replicato, parlando con i giornalisti, alle accuse rivoltegli da alcuni manifestanti che hanno partecipato oggi al sit-in organizzato dal coordinamento Altamarea sotto la sede del Municipio.
Quanto alla richiesta degli ambientalisti di firmare un’ordinanza di fermo tecnico delle Cokerie dell’Ilva per verificare le emissioni di benzo(a)pirene, Stefano ha detto che «non sono le folle che possono chiedere aspetti tecnici nè il sindaco può esprimere giudizi personali per dire se questa è una buona o cattiva protesta perchè commetterebbe un libero arbitro, commettere un abuso».
«Quando ho letto sui giornali la proposta di Altamarea – ha aggiunto Stefano – ho scritto alla massima autorità che è il preside della Facoltà di Ingegneria per chiedere se quella strada era percorribile o quali fossero le conseguenze di quella eventuale decisione».
(C) Lagazzettadelmezzogiorno.it