Manovra, la Regione teme trucchi di Lega e Tremonti (di Franco Antonacci)
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Una visione confermata dall’esito della riunione straordinaria, politica, della giunta convocata dal presidente della Regione, Nichi Vendola, anche con i supermanager per fare il punto sullo stato dell’arte della manovra anticrisi varata dal governo Berlusconi.
L’unico numero certo - dice Guglielmo Minervini, assessore ai Trasporti - è che l’importo sarà di 4,8 miliardi di euro. Non è ancora chiaro come verrà ripartita tra le Regioni e tra i diversi settori e misure. Ma c’è un’altra certezza: su quella cifra s’innesca il federalismo fiscale. Il taglio, cioé, convergerà su un fondo unico e canalizzato sotto forma di federalismo. Come e quando non è dato saperlo perché manca il regolamento. Il fatto - aggiunge Minervini - è che solo alla fine si saprà chi prende e chi dà. Il totale dovrebbe essere un taglio sui trasferimenti attuali. Il che vorrà dire che dal 2011 come Puglia dovremo campare con molto meno abbiamo avuto sinora”. In realtà però, i tecnici hanno spiegato al presidente Vendola e agli assessori è che in realtà non tutte le Regioni verranno trattate allo stesso modo. Proprio perché si tratta di introdurre il federalismo fiscale tutte le Regioni subiranno inizialmente un minor trasferimento di risorse ma sùbito dopo, giocando sul meccanismo del riparto quelle in attivo, cioé che danno più soldi allo Stato centrale, potranno trattenerne una parte in loco.
{affiliatetextads 1,,_plugin}“L’obiettivo - aggiunge Minervini - è avviare il federalismo fiscale a costo zero, senza produrre nuove spese”. L’aria, commenta Minervini, si fa amara. Anche perché la fiscalità di vantaggio prevista dalla manovra, l’azzeramento dell’Irap per le aziende che investono nel Mezzogiorno “è una gigantesca bufala. Le Regioni del Sud - aggiunge - sono già commissariate per la Sanità e quindi l’Irap è già al massimo. La Puglia che è l’unica nel Mezzogiorno a non esserlo qualora si avvalesse di questa possibilità sfonderebbe il deficit e quindi commissariata e pertanto costretta a reintrodurla”. Ma quali sono le strade davanti alla Regione che la giunta intende perecorrere? “La prima è quella di fare opposizione nella Conferenza Stato-Regioni e in parte è stata già intrapresa. L’altra è di impegnare le forze politiche presenti in Parlamento, anche di maggioranza, affinché si riveda questo progetto suicida e soprattutto rivedere il Patto di stabilità che impedisce agli enti locali, Regioni, Comuni e Province che hanno bilanci sani di poter spendere soldi che hanno già in cassa e questo in virtù di vincoli astratti che servono soltanto allo Stato per incamerare risorse. Il bilancio della Regione, ad esempio, è sano e virtuoso ma in base ai parametri no e questo ci costringe a non poter spendere con difficoltà nei pagamenti e negli investimenti”.
La Regione, quindi, metterà sul piatto della bilancia questa proposta: se proprio si vogliono tagliare risorse si elimini almeno il patto di stabilità sostituendolo con altri tipi di controllo. Ma che la Regione Puglia stia per aprire un fronte vero e proprio con il Governo nazionale lo si intuisce dal fatto che il faldone delle partite aperte sta diventando corposo. Infatti c’è il capitolo aperto dei fondi Fas. 3,2 miliardi di euro che dovevano servire a portare avanti e completare una serie di investimenti anche infrastrutturali e ambientali in Puglia attesi da anni ma che il ministro Tremonti continua e tenere chiusi nel cassetto in attesa del fantomatico Piano per il Sud tirato fuori da Berlusconi che dopo le dimissioni di Scajola da ministro per lo Sviluppo Economico sembra rimandato alle calende greche. Non c’è infine, per Minervini alcun allarme sui fondi europei 2007-2013. “C’è - dice - un costante monitoraggio”.
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