Cerano, un mega impianto fotovoltaico vicino alla centrale a carbone Federico II
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{affiliatetextads 1,,_plugin}LA DOMANDA - Green Power, seguendo l’iter amministrativo previsto dalla legge 152 del 2006, ha presentato ieri alla Provincia l’istanza per la Via e alla Regione la richiesta per l’autorizzazione unica: il primo documento è propedeutico al rilascio del secondo. «L’impianto di produzione di energia elettrica da fonte solare fotovoltaica - si legge nell’avviso pubblicato da Enel - sarà sviluppato in parte a terra ed in parte su serre agricole. Le opere connesse sono invece rappresentate da un cavidotto in media tensione e collegamenti alla Rete di trasmissione nazionale». Sulla validità del progetto Provincia e Regione hanno 180 giorni di tempo per esprimersi. È la stessa società a specificare nell’avviso pubblico i possibili principali impatti ambientali dell’impianto. Dall’impatto visivo di serre fotovoltaiche agli impianti a terra, dalla riduzione dei terreni agricoli disponibili all’incidenza sul vicino parco naturale di Saline di Punta della Contessa, tutti questi aspetti sono stati posti all’attenzione degli enti che dovranno decidere sul futuro del progetto previsto a Cerano.
I TERRENI AGRICOLI - Nonostante la maggior parte delle aree previste per l’istallazione dei pannelli ricada su terreni di proprietà, Enel ha previsto anche la possibilità di utilizzare gli spazi ricavati sui tetti di serre che sarebbero invece costruite, sempre a ridosso del nastro trasportatore (utilizzato per trasferire il carbone dalla banchina del porto all’interno dell’impianto), sui terreni degli agricoltori brindisini già sottoposti ad un’ordinanza del sindaco Domenico Mennitti che vieta la coltivazione di qualsiasi alimento. L’inquinamento prodotto dal trasporto del carbone, proprio lungo il nastro, aveva infatti spinto il sindaco, nell’estate del 2007, a bloccare l’attività degli agricoltori: le uniche coltivazioni ammesse sono quelle no food che Enel si è impegnata a finanziare, con circa sei milioni di euro, per consentire la ripresa dell’utilizzo di quei terreni con piantagioni di eucalipto. La realizzazione dell’impianto fotovoltaico non intralcerebbe neppure il progetto dell’imprenditore barese Vincenzo Ciccolella che, sfruttando il calore prodotto dalla centrale termoelettrica, già lo scorso settembre aveva proposto agli enti locali di realizzare a Cerano un impianto di serre per coltivare rose e anthurium.
Francesca Cuomo - Corriere del Mezzogiorno13 agosto 2010