Vandana Shiva: "Acqua e biodiversità la Puglia dà lezioni di saggezza"
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La prima tappa di questo secondo viaggio in Puglia è stata il Conservatorio botanico di Cisternino, i "Giardini di Pomona", gestito dalla associazione Pomona onlus, presieduta da Paolo Belloni. Nello scenario incantato del conservatorio dedicato alla dea latina dei giardini e dei frutteti, fra oltre 700 varietà di alberi da frutto, risultato di una decennale ricerca di archeologia botanica improntata alla biodiversità, è stata allestita una mostra pomologica, dedicata alla illustre ospite. Passeggiando lungo il percorso della mostra ha assaggiato i fichi in esposizione (la collezione intera comprende duecento varietà). Al termine del percorso Vandana Shiva ha portato con sé via il seme di un pomodoro cosiddetto “di pezza”, particolare varietà capace di resistere a lungo alla siccità.
{affiliatetextads 1,,_plugin}Lei ritorna in Puglia quest’anno per la seconda volta. E’ un ritorno che tradisce un legame particolare fra lei e questa terra?
"Il mio primo viaggio in Puglia è stato a febbraio, su invito di Nichi, il presidente Nichi Vendola, con il quale ho fra l’altro presentato il libro di Carlo Petrini, Madre terra. Si tratta evidentemente di una terra che offre occasioni importanti per riflettere su grandi questioni che c’entrano con la sopravvivenza stessa del pianeta e dell’umanità".
La Puglia è anche il laboratorio, primo in Italia, contro la privatizzazione dell’acqua, a partire dalla scelte del governo regionale.
"E’ stato proprio Nichi Vendola a parlare del mio libro Le guerre dell’acqua come testo ispiratore della scelta da parte della Regione Puglia di schierarsi dalla parte dell’acqua pubblica, ad ogni costo. E’ una grande gioia per me, constatare che ci sono alcuni luoghi, alcune persone, alcuni governi, che dimostrano di essere ancora sani di mente. L’acqua non è la coca-cola, sull’etichetta della quale una qualche azienda può scrivere le proprie insegne, rivendicandone la proprietà. L’acqua è un prodotto della natura, che gira tutto intorno al pianeta, come l’aria che respiriamo. La globalizzazione della natura è l’unica globalizzazione possibile, e noi dobbiamo rispettarla".
Il conservatorio botanico “I giardini di Pomona” osserva una pratica a lei cara: il rispetto dell’agrobiodiversità.
"Lo vedo. Ed è per questo che per me è particolarmente importante essere qui a Pomona. Anche l’ultima, la più piccola varietà di pianta, è importante per l’equilibrio ambientale. Così come si fa in questo conservatorio, dove la priorità è appunto conservare e preservare le specie dall’estinzione, abbiamo fatto noi con il riso: delle 200mila varietà esistenti, siamo riusciti a salvarne appena 3mila, ma farlo è stato importante. La salvaguardia della biodiversità c’entra con la salvezza stessa del pianeta, ed è la prima delle emergenze nell’agenda dell’umanità, prima ancora dell’acqua e del cibo, a mio avviso".
Cosa l’ha persuasa ad accettare l’invito a partecipare al Festival dei sensi?
"Semplicemente l’invito di una mia amica, Carolina, che mi ha contattata su richiesta degli organizzatori. Le iniziative programmate in seno al festival, anche lo scorso anno, mi hanno immediatamente persuasa che sarebbe stato bello partecipare. Certo, la realtà supera poi ogni suggestione e ogni fantasia, non mi aspettavo certo di trovare tutti questi meravigliosi fichi".
Le piacciono i fichi?
"Nella cultura musulmana e indù, hanno un ruolo fondamentale nei periodi di digiuno, grazie alla ricchezza delle sostanze nutritive. E poi hanno un gusto straordinario".
(C) Repubblica.it - Sonia Gioia