Regione Salento? Aldo Pugliese: "richiesta anacronistica e fuori dal mondo"
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E’ una proposta che, come ho già avuto modo di dire, non condivido. E’, del resto, in controtendenza rispetto alle decisioni nazionali che tendono alla semplificazione. L’attuale governo con l’ultima manovra finanziaria di qualche settimana fa ha anche cercato di tagliare i numerosi costi della spesa pubblica. Si discute, più generale, sui costi della politica ed ora vogliamo creare una nuova Regione con tutti i costi che ne deriverebbero? E’ un’idea anacronistica e che non ha senso. Se pensiamo poi che si discute dell’abolizione delle Province e dell’accorpamento dei Comuni minori, l’idea di costituire una nuova regione è veramente fuori dal mondo e non guarda agli interessi collettivi. La Regione Salento è “ricerca del particolare”, propaganda e frutto di personalismo fine a se stesso. Temo che dietro questa proposta ci siano solo interessi economici e politici.
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Credo proprio di no. Ripeto, il quadro nazionale va in direzione opposta alla costituzione di una nuova regione. Si tratta di apparati costosi ed a volte (come nel caso delle Province) inutili. Ci tengo a ricordare che gli eventuali consiglieri regionali della Regione Salento guadagnerebbero tanto quanto i parlamentari nazionali.
Nel resto della Puglia si discute di quest’iniziativa?
Da quello che mi dicono i miei colleghi di Brindisi e Taranto, a parte a Lecce e provincia, la Regione Salento interessa molto poco. Non è un problema sentito e non se ne parla.
Il principale argomento dei promotori della Regione Salento è la critica al baricentrismo della Regione Puglia. Da una prospettiva non-salentina, come giudica queste critiche? Pensa siano strumentali e folcloristiche o si basano su validi contenuti politici ed economici?
Questa storia del baricentrismo è un argomento molto debole che lascia il tempo che trova. Tutte le province della Puglia lamentano scarsa attenzione da parte di Bari. Non solo Lecce, Brindisi e Taranto, ma anche Foggia e la BAT. A questo punto dovremmo creare sei regioni? Questo è un problema che, ammesso che esista, deve essere risolto dalla classe dirigente locale che deve farsi interprete delle esigenze dei cittadini e tutelare gli interessi del territorio di provenienza, se questo non avviene non è colpa di Bari e dei baresi, ma della classe dirigente locale. E’ con loro che bisogna prendersela. E’ nell’ordine delle cose che in politica ognuno tiri acqua al proprio mulino. Del resto, è come se, considerato che il governo nazionale è disattento alle esigenze del Meridione ed utilizza di fondi destinati al Sud per altri scopi, si chiedesse la secessione del Meridione dal resto del Paese. Non è certo in questo modo che si risolvono i problemi del paese. E’ la classe dirigente meridionale che deve tutelare gli interessi del proprio territorio a Roma.
Mi sorprendono poi le lamentele da Lecce e provincia al baricentrismo, nel resto della Puglia si lamenta che Lecce e Bari fanno la parte del leone.
Lei ha addirittura proposto l’accorpamento di Puglia e Basilicata e di Abruzzo e Molise, pensa sia veramente praticabile? Ed eventualmente come?
Chiariamo subito: la mia proposta si basa su uno studio della Fondazione Agnelli secondo cui le regioni potevano essere ridotte e si pensava, tra l’altro, proprio all’accorpamento di Puglia e Basilicata e soprattutto di Abruzzo e Molise. In particolare in quest’ultimo caso mi sembra che si tratta di una soluzione auspicabile. Parliamo tanto dei costi della politica, di semplificazione, ma quando c’è da tagliare tutti pensano al proprio orticello ed a tutelare posizione consolidate e costose. Ed a pagare, alla fine, è l’intera comunità, nessuno escluso.
a cura di UVL