Il Mega Cementificio: un tumore nel cuore del basso Salento che divora come una metastasi i territori e inquina e avvelena i suoi abitanti. Dal Salento una lezione di democrazia
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Con questo referendum non si intende mettere in alcun modo in discussione la libertà di impresa, ma di riaffermare la sua subordinazione agli intrinseci dei territori delle comunità locali e delle persone secondo quanto sancito dalla stessa Costituzione Italiana. Tale prevaricazione degli interessi industriali sugli interessi territoriali connotano purtroppo lo spiacevole caso salentino qui evidenziato. Inoltre lo stabilimento viene a trovarsi oggi tra due aree strategiche per lo sviluppo del del Salento: a nord è ubicata la Grecìa Salentina con la sua importante minoranza linguistica grecanica, scrigno di cultura e tradizione e a sud il neo parco naturale
e rurale dei Paduli-Foresta Belvedere, paradiso di scorci paesaggistici unici, biodiversità e potenzialità silvoagro-pastorali per produzioni di eccellenza e biologiche; e uno sviluppo legato ad un turismo di qualità tale da dare, da un lato, ricchezza diffusa alle popolazioni locali e, dall'altro, un ambiente salubre tale da consentire un altissimo livello di qualità della vita. Uno sviluppo frenato ed impedito dalle attività inquinanti e ad alto impatto paesaggistico, quali gli aberranti mega impianti di fotovoltaico ed eolico figli di una
speculativa e falsa “Green Economy”.
{affiliatetextads 1,,_plugin}Risalgono a solo pochi mesi fa “i moti popolari” che hanno visto i cittadini di Cutrofiano, e non solo, uniti intorno al loro parroco, don Mirko Lagna, mossi da una decennale esasperazione dovuta ad incessanti ed estenuanti attività estrattiva che hanno crivellato e divorato il territorio di Cutrofiano, presidiare con madri e bambini, sotto gli occhi vigili delle forze dell'ordine, quei secolari uliveti in segno di protesta chiedendo la difesa di quei suoli che da millenni gli ospitano e che di lì a poco sarebbero stati sventrati per produrre
cemento che addirittura, oltre il danno la beffa, viene esportato anche in altri continenti, con l'aggravante ulteriore che la produzione di cemento effettuata in loco, sotto le ciminiere in quel processo industriale che si completa attraverso i forni dello stabilimento, comporta intense attività di combustione e di emissione di fumi nocivi, il tutto a danno della qualità dell'aria e dell'ambiente del intero Salento.
Le denunce dell'oncologo dottor Serravezza, e gli studi scientifici divulgati dalla LILT (Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori) che hanno denunciato l'anomalo incremento di malattie tumorali, anche molto rare, proprio nei perimetri di maggiore ricaduta delle polveri sottili e dei nocivi fumi emessi dalle ciminiere del cementificio, tali denunce hanno determinato e contribuito ad arrivare all'importante e democratico referendum lanciato solo ieri, ma che già inorgoglisce noi tutti e rappresenta un'importante ipoteca di speranza, forse non più per il nostro futuro, ma certamente per quello a venire dei nostri figli. La goccia che ha fatto traboccare ulteriormente un vaso oramai stracolmo è stato il tentativo amministrativo portato avanti dalla ditta cemetificia in questi giorni alfine di ottenere le autorizzazioni necessarie per poter bruciare anche CDR, il gravemente e altamente pericoloso Combustibile Derivato dai Rifiuti, tale da aggiungere ai succitati danni e impatti insopportabili nche quelli che si addizionerebbero all'attività di incenerimento dei rifiuti.
Questo un modus operandi che ha ulteriormente palesato quanto nulle siano nei fatti le attenzioni per la salute e gli interessi veri delle comunità locali. Siamo certi che come stanno insegnando in questi giorni i tarantini a tutti gli italiani anche i comitati, le associazioni e i numerosi gruppi che stanno nascendo spontaneamente in queste ore nei comuni salentini colpiti dal gravoso impatto dell'opificio, sapranno collaborare tra di loro alla proposta referendaria. Allo stesso modo siamo certi che tutte le associazione, che hanno a cuore l'ambiente, non negheranno il loro totale appoggio così come tutti i partiti politici di destra, centro e sinistra che, ci auguriamo, confluiranno all'interno del vasto e trasversale movimento che sta crescendo per la raccolta delle firme finalizzate al referendum con cui si chiederà di spegnere le ruspe che cavano il nostro territorio e i bruciatori che mandano in fumo il sogno di felicità di una terra intera, ponendo così fine ad una colonizzazione industriale ormai inaccettabile e che il territorio non merita.
Alla politica anche il compito di avviare, anzi tempo rispetto alla pronuncia referendaria, virtuose azioni di riconversione che facciano tesoro e siano a loro volta motivo di ulteriore sprone per il potenziamento di tutte quelle attività economiche intrinseche di cui il Salento è ricco, smascherando così soprattutto l'inconsistenza del ricatto occupazionale con cui si cerca di continuare a soggiogare e sottomettere i salentini presentando come necessarie ed indispensabili, quasi “manne dal cielo”, quelle attività industriali altamente inquinanti ed impattanti che dal cielo purtroppo inviano soltanto malanni, dispiaceri e dolori.
IMPORTANTE SEGNALAZIONE
Informiamo che in questi giorni è stato lanciato e diffuso sui canali video web e rilanciato da tantissimi utenti di social network un agghiacciante video denuncia che “toglie il respiro” relativo alle notturne e “incrementate” ulteriormente emissioni nocive da parte del mega cementificio di Galatina.
http://www.youtube.com/watch?v=BZNrxQfVDTA